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  • La febbre del caffè coreana si raffredda: chiudono centinaia di bar

    La febbre del caffè coreana si raffredda: chiudono centinaia di bar

    Dopo anni di espansione inarrestabile, il mercato delle caffetterie in Corea del Sud sta mostrando i primi segni di rallentamento. Quello che per molti è stato un vero e proprio “miracolo del caffè”, con locali che spuntavano a ogni angolo, sembra aver raggiunto il suo punto di saturazione. Le ultime statistiche fiscali dipingono un quadro chiaro: nel primo trimestre del 2025, il numero di caffè e rivendite di bevande ha registrato un saldo negativo di 743 esercizi rispetto allo stesso periodo del 2024, attestandosi a un totale di 95.337 unità registrate.

    Sebbene il calo non sia particolarmente marcato, la sua importanza risiede nel fatto che rappresenta la prima battuta d’arresto dopo sette anni di crescita ininterrotta. Un’espansione che ha visto il numero di locali più che raddoppiare, passando da 45.203 unità nel 2018 a 96.080 nel 2024. Persino durante la pandemia di COVID-19, quando molti settori hanno sofferto, le caffetterie coreane hanno continuato a prosperare. Ora, però, il trend si inverte.

    Questa flessione non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di declino che sta interessando molte altre categorie del settore fuori casa, tra cui pizzerie, ristoranti e, in particolare, i bar tradizionali, che hanno segnato il calo più drastico con 1.802 unità in meno. Diversi fattori contribuiscono a questo raffreddamento.

    Un elemento chiave è il calo generale del consumo di caffè. Sebbene la Corea del Sud rimanga uno dei maggiori consumatori di caffè pro capite al mondo, con una media di circa 377 tazze all’anno per persona secondo dati recenti, si osserva una saturazione del mercato e un cambiamento nelle abitudini dei consumatori. La cultura del “home brewing” è in crescita, con sempre più persone che preferiscono preparare il caffè a casa, spesso investendo in attrezzature di qualità. Questo riduce la frequenza delle visite alle caffetterie.

    Inoltre, l’eccessiva offerta di locali ha reso il mercato altamente competitivo, rendendo difficile per i nuovi esercizi e anche per quelli consolidati sostenere i costi operativi in un contesto di margini ridotti. L’aumento dei costi di affitto e del personale, unito a una domanda che non cresce più con la stessa intensità, sta mettendo a dura prova la redditività.

    La Corea del Sud, famosa per le sue caffetterie dal design innovativo e l’ampia offerta di bevande speciali, potrebbe ora essere costretta a un ripensamento strategico.

  • Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Le macinazioni di cacao in Asia hanno registrato un calo del 3,44% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 213.898 tonnellate metriche. Nonostante questa diminuzione su base annua, si è osservato un aumento dell’1,80% rispetto al trimestre precedente (Q4 2024). Il dato, sebbene negativo, è risultato migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un calo del 5%-7% per la regione asiatica.

    Il calo delle macinazioni in Asia si inserisce in un contesto globale di diminuzione della domanda di cacao nel Q1 2025, influenzata dai prezzi elevati. Anche l’European Cocoa Association (ECA) e la National Confectioners Association (NCA) hanno riportato cali nelle loro rispettive regioni: l’Europa ha registrato una diminuzione del 3,7% (a 353.522 tonnellate), mentre il Nord America ha visto un calo del 2,5% (a 110.278 tonnellate). Anche in questo caso, i cali sono stati inferiori alle previsioni.

    Nonostante la flessione, la “resilienza della domanda” suggerita dai dati sulle macinazioni, migliori del previsto, ha contribuito a sostenere i prezzi del cacao. Tuttavia, le incertezze persistono riguardo alla raccolta “mid-crop” in paesi produttori chiave dell’Africa occidentale.

    Le preoccupazioni per l’offerta, dovute a condizioni climatiche avverse (come El Niño), malattie delle piante (Cocoa Swollen Shoot Virus – CSSV) e l’età degli alberi, hanno spinto i prezzi del cacao a livelli record negli ultimi 18 mesi. Si prevede che i prezzi del cioccolato continueranno ad aumentare nel Q2 2025, sebbene forse con incrementi inferiori rispetto ai trimestri precedenti.

    A lungo termine, il mercato asiatico del cacao è influenzato da fattori come la crescita economica, l’aumento del reddito pro capite e l’urbanizzazione, in particolare in Cina e India, che stanno registrando un rapido cambiamento nel comportamento d’acquisto dei consumatori. L’espansione della produzione di cioccolato di specialità e artigianale alimenta la domanda di servizi di macinazione premium. Tuttavia, le tensioni commerciali e i dazi sui prodotti a base di cacao, in particolare in Asia e Nord America, stanno spingendo alcune aziende a rivedere le proprie previsioni di vendita.

  • In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    La Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale di cacao, si trova ad affrontare una situazione critica per il suo raccolto intermedio (aprile-settembre). Le piogge inferiori alla media registrate la scorsa settimana nelle principali regioni produttrici hanno generato forte preoccupazione tra gli agricoltori, che chiedono precipitazioni abbondanti per sostenere lo sviluppo dei baccelli.

    Il Paese si trova ufficialmente nella stagione delle piogge, che va da aprile a metà novembre e si caratterizza per precipitazioni solitamente intense. Tuttavia, le condizioni attuali non stanno soddisfacendo le esigenze delle coltivazioni. Secondo gli agricoltori, piogge consistenti a maggio e giugno sono cruciali per la crescita dei baccelli previsti per agosto e settembre, molti dei quali sono ancora di piccole e medie dimensioni e necessitano di maggiore umidità.

    Nelle regioni chiave come Soubré (sud-ovest), Agboville e Divo (sud), e Abengourou (est), le precipitazioni sono state significativamente inferiori alla media quinquennale. A Soubré, ad esempio, la scorsa settimana sono caduti solo 0,8 mm di pioggia, con un deficit di 28,5 mm rispetto alla norma. Analogamente, le piogge irregolari nelle regioni centro-occidentali di Daloa e centrali di Bongouanou e Yamoussoukro stanno minacciando i baccelli più piccoli. A Daloa, si sono registrati appena 4,5 mm di pioggia, con un calo di 17,8 mm rispetto alla media.

    Le previsioni meteo per la prossima settimana offrono un barlume di speranza per gli agricoltori ivoriani. Per tutta la prossima settimana, si prevedono temporali sparsi, e leggere piogge .

    Nonostante queste difficoltà, il raccolto sta comunque riprendendo, e si prevede che la disponibilità di fave continuerà ad aumentare fino alla fine di giugno. Gli acquirenti, dal canto loro, si dicono soddisfatti della qualità del cacao finora disponibile.

    Se le piogge della prossima settimana si riveleranno consistenti, potrebbero alleviare la siccità che continua a colpire oltre un terzo del Ghana e della Costa d’Avorio, secondo l’African Flood and Drought Monitor, e risultare cruciali per lo sviluppo dei baccelli più giovani. Tuttavia, la situazione rimane delicata e la quantità e distribuzione delle precipitazioni nei prossimi giorni saranno determinanti per il successo del raccolto intermedio.

  • Caffè: fortune opposte per Brasile e Colombia nella raccolta

    Caffè: fortune opposte per Brasile e Colombia nella raccolta

    Il mercato globale del caffè è testimone di un netto contrasto nelle operazioni di raccolta tra i due giganti sudamericani, Brasile e Colombia. Mentre il Brasile beneficia di un clima secco che favorisce una raccolta rapida e abbondante, la Colombia è alle prese con piogge torrenziali che minacciano il suo prezioso raccolto.

    In Brasile, la raccolta del nuovo raccolto, in particolare del Robusta (conilon), procede a pieno ritmo. Lo stato di Espírito Santo, tra i maggiori produttori di questa varietà, sta registrando progressi significativi grazie alle condizioni climatiche favorevoli. Si prevede che il maggior volume di caffè brasiliano raggiungerà il mercato a giugno, contribuendo a una pressione al ribasso sui prezzi internazionali, data la posizione del Brasile come maggiore produttore ed esportatore mondiale.

    Parallelamente, la Colombia, terzo produttore mondiale e leader nell’Arabica lavato, sta affrontando serie difficoltà. Le piogge incessanti nelle regioni di coltivazione del caffè stanno ostacolando la raccolta del Mitaca 2025/26, la seconda e principale stagione del Paese. Oltre a rendere arduo il lavoro nei campi, il clima umido mette a rischio lo sviluppo delle piantagioni.

    Queste condizioni avverse hanno spinto le società di consulenza a rivedere al ribasso le loro previsioni sulla produzione colombiana. Hedgepoint Global Markets ha tagliato la stima per la produzione di Arabica da 12,9 milioni a 12,4 milioni di sacchi, segnando una riduzione dello 0,7% rispetto al ciclo precedente (2024/25). Tale calo dovrebbe riflettersi anche sulle esportazioni colombiane, con volumi attesi a 13,1 milioni di sacchi, il 4,6% in meno rispetto al 2024/25. Per far fronte agli impegni internazionali, il Paese potrebbe dover ricorrere all’importazione di caffè da altre fonti, incluso il Brasile.

    Anche il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha pubblicato le sue prime previsioni per la prossima stagione, stimando una produzione colombiana di 12,5 milioni di sacchi nel 2025/26, con un calo del 5,6% rispetto al ciclo precedente, e un calo del 4,1% delle esportazioni, attese a 11,8 milioni di sacchi.

    La Federazione Colombiana del Caffè ha confermato che le piogge in corso stanno già ritardando di sei settimane il raccolto 2025/26. Sebbene le previsioni per la fine dell’attuale ciclo dell’Arabica (2024/25) indichino una crescita del 17,5% (fino a 15 milioni di sacchi da 60 chili), il ritardo in corso preoccupa per la prossima stagione.

    La revisione al ribasso del raccolto colombiano ha portato Hedgepoint a rivedere anche l’equilibrio tra domanda e offerta globale, prevedendo ora un deficit di 800.000 sacchi nel 2025/26. Nonostante questa prospettiva di deficit, i prezzi dei futures hanno mostrato un calo negli ultimi giorni. Gli analisti attribuiscono questa tendenza alle aspettative di un miglioramento complessivo dell’offerta globale, alimentate dall’avanzamento dei raccolti in Brasile e Indonesia.

  • Caffè, calo dei prezzi: Arabica e Robusta toccano minimi di mesi

    Caffè, calo dei prezzi: Arabica e Robusta toccano minimi di mesi

    Notizie al ribasso per il mercato del caffè. Martedì 3 giugno, i prezzi sia dell’Arabica che del Robusta hanno raggiunto nuovi minimi, segnalando un momento di forte ribasso per questa materia prima fondamentale.

    A New York, il contratto per l’Arabica con scadenza a luglio ha registrato un calo significativo, azzerando i guadagni del giorno precedente e chiudendo a 340,05 centesimi per libbra. Se convertiamo questo valore nel nuovo formato che entrerà in vigore nel 2028 (dollari per tonnellata), si parla di circa 7.496 dollari per tonnellata. Questo dato rappresenta il livello più basso per la scadenza principale dell’Arabica (il “Contratto C” dell’ICE) da quasi due mesi a questa parte.

    La situazione non è migliore a Londra, dove il Robusta ha continuato la sua discesa. Il contratto con scadenza a settembre ha perso altri 68 dollari, chiudendo a 4.337 dollari per tonnellata. Questo è il minimo degli ultimi sette mesi per il caffè Robusta, una varietà spesso utilizzata nelle miscele per espresso e nel caffè istantaneo.

    Il mese di maggio è stato particolarmente difficile per entrambi i tipi di caffè. I prezzi hanno subito un ripiegamento generale, più marcato per il Robusta. A New York, il contratto Arabica con scadenza a luglio è arretrato del 14,5% nell’arco del mese, passando da 400,75 centesimi per libbra (30 aprile) a 342,45 centesimi (30 maggio).

    Questo calo dei prezzi potrebbe tradursi in un sospiro di sollievo per i consumatori e per le aziende di torrefazione, che hanno visto i costi salire vertiginosamente negli ultimi anni. Tuttavia, per i coltivatori, soprattutto quelli di piccole dimensioni, un prezzo così basso rischia di compromettere la sostenibilità delle loro attività e gli investimenti futuri. Il mercato del caffè, noto per la sua volatilità, continua a tenere in allerta l’intera filiera, dai campi alla tazzina.

  • Rivoluzione in Borsa: il caffè Arabica cambia volto sui mercati globali

    Rivoluzione in Borsa: il caffè Arabica cambia volto sui mercati globali

    Una svolta epocale si profila per il mercato globale del caffè Arabica. L’Intercontinental Exchange (ICE) ha annunciato una trasformazione significativa che cambierà il modo in cui il prezioso chicco viene scambiato in borsa. La principale novità è l’abbandono del tradizionale sistema di quotazione in centesimi alla libbra per il Contratto “C”, a favore del dollaro per tonnellata. Questo allinea l’Arabica al Robusta, già quotato in tonnellate metriche sulla borsa di Londra, semplificando le operazioni per gli operatori internazionali.

    La transizione al nuovo sistema avverrà gradualmente nell’arco dei prossimi tre anni, per consentire a tutti gli attori della filiera di adattarsi. I nuovi contratti per i futures e le opzioni del caffè Arabica, denominati in tonnellate metriche, saranno introdotti a partire da quest’anno, con le specifiche complete e le date di quotazione che saranno definite entro la fine del 2025.

    Parallelamente a questa innovazione, l’ICE Futures U.S. ha già sospeso l’attivazione di nuove scadenze per i futures e le opzioni mensili del Contratto “C”. Ciò significa che la scadenza di marzo 2028 (simbolo del contratto KC) sarà l’ultima per il contratto futures e per il contratto di opzione mensile. Per i contratti a opzioni seriali (simbolo del contratto KC), febbraio 2028 sarà l’ultimo mese di scadenza, con marzo 2028 come contratto futures sottostante.

    Un’altra novità importante, benché non ancora dettagliata nel comunicato, è l’introduzione dei “big bag” come unità di misura. Tradizionalmente, il caffè viene spedito in sacchi da 60. L’adozione di “big bag”, ovvero contenitori di dimensioni maggiori, potrebbe ottimizzare la logistica e ridurre i costi di spedizione, un vantaggio significativo per un mercato globale che movimenta milioni di tonnellate di caffè ogni anno.

    Questo cambiamento radicale riflette la volontà dell’ICE di modernizzare il mercato dei futures del caffè, rendendolo più efficiente e adatto alle esigenze di un’industria in continua evoluzione. L’obiettivo è facilitare gli scambi, migliorare la trasparenza e fornire strumenti più adeguati per la gestione del rischio in un settore caratterizzato da volatilità dei prezzi e complessità logistiche.

  • Il raccolto di caffè di Cooxupé raggiunge in media il 10% delle superfici coltivate

    Il raccolto di caffè di Cooxupé raggiunge in media il 10% delle superfici coltivate

    I coltivatori della Cooxupé, la cooperativa di caffè Arabica più grande del mondo, hanno iniziato la raccolta nelle quattro regioni operative. Secondo il primo censimento della cooperativa, aggiornato al 30 maggio, la raccolta ha raggiunto una media del 10,1% delle superfici coltivate nel Sud del Minas Gerais, Cerrado Mineiro, Média Mogiana (SP) e Matas de Minas. La cooperativa, con sede a Guaxupé (MG) e attiva in oltre 360 città tra Minas Gerais e San Paolo, ha dichiarato che non ci sono ritardi significativi. Tuttavia, va notato che nello stesso periodo dell’anno scorso la media era del 13,6%, mentre l’anno precedente si attestava al 12,9%.

    La regione più avanzata in questa fase di raccolta è Mogiana, che ha già raccolto il 19% del caffè, seguita da Mata de Minas con il 15%, Sul de Minas con il 12,1% e Cerrado con il 4,7%.

    Lo scorso anno, la raccolta si è conclusa a settembre e la cooperativa ha registrato un fatturato di 10,7 miliardi di R$, segnando una crescita del 67% rispetto all’anno precedente. Per quest’anno, Cooxupé prevede di vendere un volume leggermente inferiore di caffè: 6 milioni di sacchi di Arabica, a fronte dei 6,6 milioni di sacchi del 2024. Nonostante la minore quantità, i ricavi dovrebbero aumentare grazie all’incremento dei prezzi del caffè. Del totale previsto, 5 milioni di sacchi saranno prodotti direttamente dai soci della cooperativa, mentre 1,1 milioni di sacchi proverranno da terzi.

  • Crescono le esportazioni di caffè colombiani Mild: un trend positivo che prosegue da otto mesi

    Crescono le esportazioni di caffè colombiani Mild: un trend positivo che prosegue da otto mesi

    Secondo il report di aprile dell’Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO), le esportazioni di caffè colombiani Mild, ovvero della specie Coffeea arabica prodotti in Colombia, Kenya e Tanzania, hanno registrato un incremento significativo nel mese di marzo 2025. In particolare, sono stati esportati circa 1,43 milioni di sacchi da 60 kg, con un aumento del 24,1% rispetto ai 1,15 milioni di sacchi esportati nello stesso mese dell’anno precedente.

    Marzo segna così l’ottavo mese consecutivo di crescita nel volume fisico delle esportazioni di questa tipologia di caffè, che ha visto anche un aumento del 20,4% rispetto alla media dei sei mesi precedenti, da ottobre a marzo. Durante questo periodo, le esportazioni totali di caffè colombiano hanno raggiunto rispettivamente 6,69 milioni e 8,05 milioni di sacchi, confermando un trend positivo.

    Per quanto riguarda la produzione mondiale, le stime per l’annata caffearia 2024/2025 indicano il Sud America come principale protagonista, con circa 89,3 milioni di sacchi prodotti, pari a circa il 50% della produzione globale di circa 178 milioni di sacchi. Seguono Asia e Oceania con 49,9 milioni di sacchi (28%), Africa con 20,1 milioni di sacchi (11,3%) e i Caraibi, America Centrale e Messico con 18,7 milioni di sacchi (10,5%).

    Infine, il report evidenzia che il consumo mondiale di caffè per l’annata 2024/2025 dovrebbe raggiungere circa 177 milioni di sacchi, con un tasso di crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente. Se tali previsioni si confermeranno, il mercato globale potrebbe registrare un surplus di circa un milione di sacchi, considerando la produzione stimata.

  • Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Il team di marketing del Dipartimento Agrumi della Florida ha esposto alla Florida Citrus Commission la sua strategia di marketing globale per l’anno fiscale 2025-26.

    L’intenzione è di ampliare la campagna “True Original” per enfatizzare i benefici del succo d’arancia della Florida sia per i consumatori odierni che per i professionisti del settore sanitario. Per questi ultimi, il piano prevede la collaborazione con esperti di salute e benessere per diffondere informazioni scientificamente validate sulle proprietà nutritive del succo d’arancia puro, come dimostrato dalla partnership con l’American Heart Association per ricette salutari. Un sondaggio aiuterà a misurare l’impatto di queste azioni.

    Per coinvolgere i consumatori moderni, si propone una collaborazione con i Tampa Bay Lightning e l’Amalie Arena, mirando a stimolare la domanda tra i milioni di tifosi e visitatori degli eventi.

    Tra le altre iniziative consigliate figurano collaborazioni con programmi televisivi come “Ellie’s Real Good Food” su PBS, eventi culinari con chef e l’organizzazione di grandi appuntamenti mediatici. Queste azioni si integrano con le iniziative di e-commerce già avviate. L’intero programma mira a incentivare le vendite e aumentare il valore percepito del succo d’arancia della Florida.

    La strategia include anche una costante attività digitale tramite pubblicità online, gestione dei media, promozioni sui social media e con influencer, marketing sui motori di ricerca e gestione delle crisi. L’obiettivo ultimo è intercettare i consumatori moderni in ogni fase del processo d’acquisto, dalla sensibilizzazione all’acquisto ripetuto, per sostenere le vendite.

  • Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan sta intraprendendo un percorso innovativo per diversificare il proprio panorama agricolo. Il Ministero delle Risorse Idriche, dell’Agricoltura e dell’Industria di Trasformazione ha recentemente annunciato l’avvio delle prime sperimentazioni agronomiche su agrumi e ulivi, un passo audace per un paese con un clima prevalentemente continentale.

    Le giovani piante, tra cui mandarini, arance, olive e kumquat, sono state importate direttamente dalla Turchia, un paese con una consolidata esperienza nella coltivazione di queste colture mediterranee. Le prove sono concentrate nella regione di Batken, nel sud del Kirghizistan, un’area scelta per le sue condizioni climatiche relativamente più miti rispetto ad altre parti del paese.

    L’obiettivo primario di queste sperimentazioni è valutare la capacità di queste piante amanti del caldo di adattarsi alle condizioni ambientali locali. Particolare attenzione viene rivolta alla loro resistenza al clima invernale, alle caratteristiche del suolo e alla loro vulnerabilità ai parassiti autoctoni. La coltivazione di agrumi in regioni tradizionalmente non adatte richiede un’attenta valutazione delle temperature minime invernali, che possono essere critiche per la sopravvivenza degli alberi. In Kirghizistan, le temperature invernali possono scendere significativamente sotto lo zero, rendendo necessarie varietà particolarmente resistenti al freddo o l’implementazione di tecniche di protezione come coperture o serre.

    Bakyt Mambetov, direttore del Dipartimento per le competenze colturali e l’orticoltura, ha espresso un cauto ottimismo riguardo al potenziale di questa iniziativa. “Se avranno successo,” ha dichiarato Mambetov, “queste colture potrebbero essere consigliate per la coltivazione nelle regioni meridionali, contribuendo a diversificare il mercato interno e ad aumentare il potenziale di esportazione del Paese.”

    La diversificazione agricola è una strategia chiave per molti paesi in via di sviluppo, inclusi quelli dell’Asia Centrale, per rafforzare la sicurezza alimentare, creare nuove opportunità economiche e ridurre la dipendenza da poche colture tradizionali. L’introduzione di agrumi e ulivi potrebbe aprire nuove nicchie di mercato, sia per il consumo interno che per l’esportazione verso i paesi vicini.