Lunedì, i mercati internazionali del cacao hanno mostrato segnali contrastanti, riflettendo le complesse dinamiche che influenzano questo commodity. A New York, il contratto luglio del cacao ICE (CCN25) ha chiuso con un incremento di 76 punti, pari a circa lo 0,70%, consolidando così una tendenza rialzista. In contrapposizione, il contratto di Londra (CAN25) ha invece registrato una flessione di 74 punti, circa lo 0,96%, sotto pressione soprattutto dalla forza della sterlina britannica.
Le recenti settimane hanno visto un mercato in fermento, alimentato da preoccupazioni legate all’offerta e alle condizioni climatiche in Africa occidentale, principale regione produttrice di cacao. Secondo i dati ufficiali ivoriani, tra ottobre e metà maggio, gli agricoltori della Costa d’Avorio hanno spedito circa 1,58 milioni di tonnellate di cacao ai porti, segnando un aumento del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, questa cifra rappresenta un rallentamento rispetto al +35% registrato a dicembre, segno di un possibile calo nelle esportazioni.
Il mercato ha anche dovuto fare i conti con la forza della sterlina, che lunedì ha raggiunto i massimi delle ultime due settimane e mezzo, deprimendo i prezzi del cacao in valuta britannica. Questa dinamica ha contribuito a una certa volatilità, evidenziando come le oscillazioni valutare possano influenzare significativamente il prezzo del cacao sui mercati internazionali.
Nel frattempo, i futures di New York hanno toccato i massimi degli ultimi tre mesi e un quarto, mentre Londra ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi tre mesi, alimentando le aspettative di un mercato ancora molto sensibile alle condizioni meteorologiche e alle scorte.
Le preoccupazioni climatiche continuano a pesare sui prezzi. Nonostante le recenti piogge in Africa occidentale, la siccità persiste in vaste aree di Ghana e Costa d’Avorio, dove oltre un terzo del territorio è ancora colpito da condizioni di aridità. Questa situazione ha alimentato le tensioni sulla qualità del raccolto di medio periodo, attualmente in corso e previsto fino a settembre.
Gli operatori del settore segnalano un aumento delle problematiche qualitative: i trasformatori di cacao hanno rifiutato alcuni camion di fave provenienti dalla Costa d’Avorio, lamentando che circa il 5-6% del cacao di medio raccolto è di qualità inferiore rispetto all’1% del raccolto principale. Le piogge tardive hanno ostacolato la crescita delle piante, riducendo la produzione di questa seconda raccolta annuale, stimata in circa 400.000 tonnellate, in calo del 9% rispetto alle 440.000 dello scorso anno.
Un altro elemento che influisce sui prezzi è l’aumento delle scorte di cacao nei porti statunitensi. Dopo aver toccato il minimo storico di 1.263.493 sacchi a gennaio, le scorte monitorate dall’ICE sono risalite e lunedì hanno raggiunto circa 2.15 milioni di sacchi, il livello più alto degli ultimi sette mesi e tre quarti. Questa crescita delle scorte alimenta le preoccupazioni sulla domanda globale