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  • Espirito Santo : il 14 maggio si inagura il raccolto 2025 di caffè conilon

    Espirito Santo : il 14 maggio si inagura il raccolto 2025 di caffè conilon

    Il Brasile, principale produttore mondiale di caffè conilón, si prepara ad inaugurare ufficialmente il raccolto 2025 nello stato di Espírito Santo, un vero e proprio polo di eccellenza per questa varietà di caffè. L’evento di apertura, denominato “Giornata Speciale di Apertura della Raccolta del Caffè Conilón”, si terrà il 14 maggio nel comune di Jaguaré, e rappresenta un momento di grande importanza sia per il settore agricolo che per l’economia locale. La manifestazione riunirà produttori, autorità governative, tecnici, ricercatori e aziende del settore, creando un’occasione unica di confronto e aggiornamento sulle innovazioni e le sfide della coltivazione del conilon.

    Il programma dell’evento sarà ricco e articolato: si prevedono conferenze sull’evoluzione delle tecniche di raccolta meccanizzata, dimostrazioni pratiche di macchinari all’avanguardia, visite guidate ai campi di coltivazione e una simbolica vendemmia, che sottolinea l’importanza culturale e economica di questa coltura. La giornata rappresenta anche un momento di celebrazione per un raccolto che, nel corso degli anni, ha consolidato il ruolo di Espírito Santo come uno dei principali motori dell’economia regionale e nazionale.

    Per quanto riguarda le previsioni di produzione, le stime più recenti, pubblicate dalla Companhia Nacional de Abastecimento (Conab), indicano che il raccolto del 2025 potrebbe raggiungere circa 11,8 milioni di sacchi, segnando un incremento del 20% rispetto ai 9,8 milioni di sacchi prodotti nel 2024. Questo aumento è attribuibile a miglioramenti nelle tecniche agricole, a condizioni climatiche favorevoli e a investimenti nelle infrastrutture di raccolta e lavorazione.

    Lo stato di Espírito Santo vanta 49 proprietà agricole dedicate alla coltivazione del conilon, e rappresenta il 76% di tutte le esportazioni di questa varietà di caffè dal Brasile, che è il più grande esportatore mondiale. Nel 2024, la produzione ha raggiunto un record storico di 9,8 milioni di sacchi, con oltre 8 milioni di sacchi destinati all’export, generando un fatturato di quasi 1,8 miliardi di dollari. Questi dati testimoniano l’importanza strategica del settore per l’economia locale e il ruolo di Espírito Santo come leader nel mercato globale del conilon.

  • I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    Il prezzo del cacao ha vissuto mesi di forte crescita, influenzando significativamente i costi al dettaglio. Recentemente, a Londra, le posizioni lunghe sul cacao sono scese ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni, mentre anche a New York si è registrata una contrazione, segno che gli operatori del settore ritengono che i prezzi non possano salire ulteriormente.

    A febbraio 2025, le quotazioni del cacao sono aumentate del 77,4% rispetto allo stesso mese del 2024, e il confronto con il 2020 è ancora più impressionante: +262,9%, secondo i dati di Federconsumatori.

    Per proteggersi dai rialzi, nel 2024 molti produttori di cioccolato avevano adottato strategie di copertura tramite contratti futures di lunga durata, strumenti finanziari che permettono di fissare il prezzo di acquisto o vendita di una materia prima per una data futura. Questi contratti aiutano le aziende a gestire le fluttuazioni di mercato, spesso influenzate da fattori climatici nei paesi di produzione delle fave di cacao.

    Tuttavia, questi strumenti finanziari sono costosi, e nel 2025 molte imprese stanno preferendo soluzioni alternative, come assicurazioni over-the-counter più vantaggiose in un contesto di prezzi elevati. Alcune aziende, come Venchi, hanno deciso di abbandonare le coperture a lungo termine, optando per approvvigionamenti mensili e confidando in un possibile calo delle quotazioni.Fino a quest’anno, molte aziende erano comunque protette grazie alle coperture stipulate l’anno precedente. Anche grandi marchi del caffè, come Lavazza e Starbucks, stanno adottando strategie più prudenti, riducendo le coperture a periodi più brevi per gestire meglio i rischi legati alle oscillazioni di mercato.

  • In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao

    In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao


    Mentre l’industria mondiale del cacao affronta un altro anno di sfide, i marchi dolciari stanno cercando di diversificare le fonti di approvvigionamento, puntando oltre l’Africa occidentale per garantire un futuro sostenibile. La vera domanda è come regioni come l’America Latina e l’Asia stiano contribuendo a stabilizzare le catene di fornitura e a sostenere la produzione a lungo termine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO) di marzo 2025, i prezzi del cacao si sono leggermente raffreddati rispetto ai massimi storici di gennaio, ma rimangono molto volatili. L’ICCO segnala che i raccolti in Costa d’Avorio hanno bisogno di più pioggia, mentre la domanda si sta indebolendo e i nuovi dazi statunitensi complicano il quadro globale. nnIn questo contesto di pressioni continue, tra cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi, malattie delle piante, normative stringenti, tensioni economiche e contrabbando, le aziende stanno rivedendo le proprie strategie di approvvigionamento per assicurarsi una fornitura stabile in futuro. Gli esperti di GEP avvertono che il settore del cacao rischia una crisi, con una previsione di calo di circa un milione di tonnellate di produzione nel 2025, nonostante la domanda di cioccolato cresca del 3%. Per colmare il gap, i marchi devono esplorare nuove aree di produzione e ridurre la dipendenza dall’Africa occidentale, che attualmente fornisce circa il 60% del cacao mondiale. nnL’America Latina sta emergendo come regione chiave per la crescita della produzione di cacao. I dati di Statista mostrano che nel 2023 le Americhe hanno rappresentato oltre il 20% della produzione globale, diventando la seconda regione dopo l’Africa occidentale. Tra il 2013 e il 2023, la produzione in America Latina e nei Caraibi è aumentata del 56%, trainata da paesi come Ecuador, Brasile e Perù, grazie a piantagioni più grandi, sistemi di irrigazione più avanzati e l’uso di semi ibridi resistenti alle malattie. nnAnche l’Asia sta facendo passi avanti come regione di approvvigionamento sostenibile. La Cocoa Association of Asia (CAA) sottolinea che l’offerta locale è ancora insufficiente rispetto alla domanda, ma sono in corso iniziative per migliorare la situazione. Attraverso il Asian Cocoa Paper, la CAA promuove collaborazione tra operatori e ONG per aumentare la produttività, adottare pratiche agricole sostenibili e coinvolgere più agricoltori. L’Indonesia, leader regionale, ha visto una crescita del 60% della produzione negli ultimi dieci anni, passando da 290.000 a 465.000 tonnellate, grazie anche a una tassa sull’esportazione introdotta nel 2010. La Malesia, secondo produttore della regione, ha aumentato del 28% la macinazione di cacao negli ultimi dieci anni, raggiungendo le 375.000 tonnellate. nnPer rafforzare la resilienza della filiera, oltre a diversificare le aree di approvvigionamento, è fondamentale migliorare le partnership logistiche e adottare pratiche agricole resilienti al clima e sostenibili, per garantire un futuro stabile e sostenibile per la produzione di cacao.

  • L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    La Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure di semplificazione volto a ridurre del 30% i costi e gli oneri amministrativi legati al regolamento Ue contro la deforestazione (Eudr). Questa iniziativa, anticipata nelle ultime settimane, mira a facilitare l’adesione delle imprese alle nuove norme, che entreranno in vigore dal 31 dicembre 2025, dopo un rinvio di un anno. Il regolamento ha l’obiettivo di prevenire l’ingresso nel mercato unico di prodotti provenienti da pratiche di sfruttamento eccessivo delle foreste, rafforzando i controlli sulle filiere aziendali e garantendo una maggiore trasparenza.

    Tra le principali preoccupazioni legate alla deforestazione vi sono anche i settori del caffè e del cacao, due delle colture più consumate al mondo e spesso associate a pratiche agricole che contribuiscono alla perdita di biodiversità e alla distruzione delle foreste tropicali. La produzione di caffè e cacao, infatti, è spesso concentrata in aree di foresta pluviale, dove le pratiche di coltivazione intensive e l’espansione delle piantagioni hanno accelerato la deforestazione, minacciando ecosistemi unici e le comunità locali. La Commissione europea ha riconosciuto l’importanza di includere anche questi settori nelle misure di tutela, promuovendo filiere più sostenibili e trasparenti per garantire che i prodotti siano certificati e non contribuiscano alla distruzione delle foreste.

    Le nuove misure di semplificazione, introdotte a seguito delle lamentele di industrie e partner commerciali, tra cui Brasile, Indonesia e la precedente amministrazione Biden negli Stati Uniti, consentiranno alle aziende di riutilizzare le dichiarazioni di impatto ambientale già presentate in passato, riducendo la burocrazia e permettendo l’invio di aggiornamenti su base annuale invece che per ogni spedizione. Inoltre, le imprese potranno avvalersi dei codici di riferimento univoci delle dichiarazioni di due diligence dei propri fornitori, semplificando così le procedure di verifica e conformità.

    La Commissione ha anche aggiornato le linee guida rivolte a aziende, Stati membri e Paesi partner, con l’obiettivo di favorire un’applicazione più efficace delle norme. Entro il 30 giugno 2025, sarà inoltre introdotto un sistema di classificazione dei Paesi in base al livello di rischio di deforestazione, che aiuterà a indirizzare meglio le politiche di controllo e a rafforzare la tutela delle foreste a livello globale. Questa serie di interventi rappresenta un passo importante verso un mercato più sostenibile e trasparente, in linea con gli impegni europei per la lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità, con particolare attenzione anche alle filiere del caffè e del cacao, che sono tra le più vulnerabili e critiche in termini di impatto ambientale

  • Crescono i prezzi all’esportazione delle arance egiziane

    Crescono i prezzi all’esportazione delle arance egiziane

    Gli analisti di EastFruit segnalano un’impennata dei prezzi delle arance egiziane all’esportazione, con valori che hanno raggiunto i 0,66 dollari al kg a metà aprile 2025, rispetto ai circa 0,43-0,45 dollari registrati a metà aprile dell’anno precedente.

    Questo incremento è attribuibile a diversi fattori: la stagionalità, un raccolto ridotto a causa di condizioni climatiche estreme, difficoltà logistiche e una crescente domanda di agrumi sui mercati internazionali. La stagione delle esportazioni sta volgendo al termine, ma l’aumento dei prezzi si presenta più marcato del solito, spinto anche dalla presentazione delle scorte e da un raccolto compromesso dal caldo anomalo durante la fioritura, che ha ridotto la produzione di quasi un terzo.

    La qualità dei frutti si concentra principalmente su quelli di medie dimensioni, destinati ai mercati premium del Golfo e dell’Europa orientale. A ciò si aggiunge il taglio dei sussidi all’esportazione da parte dell’Egitto, passato dall’8-10% al 2,5% nel novembre 2024, che ha aumentato i costi per gli esportatori.

    L’espansione dell’industria di trasformazione degli agrumi e la produzione di concentrato di succo d’arancia congelato contribuiscono anch’esse alla dinamica dei prezzi, trainate dai prezzi elevati sul mercato globale dovuti alla produzione brasiliana. Inoltre, l’aumento dei costi e la siccità in Spagna e Italia hanno ridotto i raccolti locali, creando ulteriori opportunità per gli esportatori egiziani di aumentare le quote.

  • In un clima di incertezza, Sudafrica e Perù preferiscono esportare le loro arance in Europa

    In un clima di incertezza, Sudafrica e Perù preferiscono esportare le loro arance in Europa

    L’avvio della stagione degli agrumi d’oltremare si presenta caratterizzato da un clima di incertezza, alimentato dai numerosi cambiamenti a livello globale e dalle opinioni divergenti tra gli operatori. Il mercato degli agrumi, infatti, è fortemente internazionale: le tensioni negli Stati Uniti stanno spingendo gli esportatori di Perù e Sudafrica a considerare l’Europa come un mercato più stabile e sicuro. Questa tendenza si riflette già nelle statistiche di esportazione di mandarini e pompelmi, anche se resta da capire se si tradurrà in un aumento consistente dei volumi destinati al Vecchio Continente.

    Per quanto riguarda le arance da tavola, il quadro è complicato: le forniture dalla Spagna sono al minimo, mentre il Sudafrica sta iniziando le spedizioni solo ora, con le prime consegne previste per la prossima settimana. Si prevede che le arance arriveranno sul mercato europeo a fine maggio, in un contesto di mercato ancora difficile, soprattutto a causa del passaggio dalle varietà precoci Navel alle varietà più medie e tardive, che richiederanno alcuni mesi di adattamento.

    Il settore delle arance da spremuta, invece, mostra segnali più positivi. Le spedizioni dall’Egitto hanno superato il picco e l’attenzione si concentra sulla gestione degli arrivi tardivi fino a giugno. I prezzi sono leggermente aumentati, mantenendosi comunque equilibrati. Tuttavia, si prevede che il Sudafrica possa affrontare una leggera carenza all’inizio della stagione, non per un raccolto insufficiente, ma a causa delle condizioni di “black spot” in Limpopo, Swaziland e Zimbabwe, che hanno ridotto i volumi disponibili per l’Europa nelle prime settimane.

    Anche l’offerta di arance marocchine rimane imprevedibile: il paese ha un mercato interno molto forte, che spesso riduce la necessità di esportare quando i prezzi locali sono favorevoli.

    Per quanto riguarda i prezzi dei succhi di frutta, lo scorso anno sono stati un tema caldo: sebbene rimangano elevati rispetto alla media degli ultimi cinque anni, si nota una lieve diminuzione rispetto al 2023, con una pressione al ribasso che si fa sentire. L’Egitto ha intensificato la propria presenza nel mercato dei succhi, mentre il Sudafrica potrebbe aumentare la produzione. Una correzione dei prezzi sembra inevitabile, anche se rimangono ancora relativamente alti.

  • Calano i prezzi delle arance brasiliane

    Calano i prezzi delle arance brasiliane

    Nel mercato interno brasiliano, i prezzi delle arance hanno mostrato un trend decrescente ad aprile, influenzati da un aumento dell’offerta di varietà precoci come Hamlin e Westing. Questa maggiore disponibilità ha portato a una pressione al ribasso sui prezzi, che si è riflessa sia sul settore commerciale che su quello industriale. Le condizioni meteorologiche miti, che hanno limitato la domanda di frutta fresca, hanno ulteriormente contribuito a questa dinamica di calo dei prezzi.

    Dal 28 aprile al 2 maggio, i prezzi delle arance sono diminuiti del 4,58%, con un prezzo medio di circa 18,80 dollari per cassa da 40 kg. Per tutto il mese di aprile, il prezzo medio delle arance si è attestato intorno ai 18,52 dollari per cassa da 40 kg, segnando un calo dell’1,75% rispetto a marzo. Questa diminuzione rappresenta un impatto diretto sui ricavi dei produttori e degli esportatori, considerando che il prezzo medio di vendita si avvicina ai costi di produzione in alcuni casi, riducendo i margini di profitto.

    Per quanto riguarda il settore industriale, il prezzo medio della frutta consegnata alle industrie di trasformazione si è attestato a circa 10,52 dollari per cassa da 40,8 kg ad aprile, con un calo significativo del 18% rispetto al mese precedente. Nella settimana dal 28 aprile al 2 maggio, il prezzo si è ulteriormente ridotto a circa 9,60 dollari per cassa da 40,8 kg, con un decremento del 5,95% rispetto alla settimana precedente. Questa diminuzione dei prezzi di consegna influisce direttamente sui ricavi delle aziende di trasformazione e può influenzare le decisioni di investimento e di acquisto di materie prime, con possibili ripercussioni sulla competitività del settore.

    In conclusione, la combinazione di un’offerta crescente, condizioni climatiche favorevoli e domanda debole sta esercitando una pressione al ribasso sui prezzi, con potenziali implicazioni economiche significative per l’intera filiera della produzione di arance in Brasile.

  • Le psille diminuiscono del 40% rispetto al 2023

    Le psille diminuiscono del 40% rispetto al 2023

    Nel 2024, la popolazione della psilla, un insetto vettore del greening, ha subito una diminuzione significativa, attestandosi a circa il 40% in meno rispetto all’anno precedente. Nonostante questa riduzione, i numeri rimangono superiori alla media registrata tra il 2014 e il 2019, periodo antecedente alla comparsa della resistenza dell’insetto ad alcuni insetticidi. Questi dati evidenziano l’importanza di implementare strategie di controllo efficaci per prevenire ulteriori aumenti della popolazione.

    Secondo Marcelo Miranda, ricercatore di Fundecitrus, questa diminuzione nel 2024 è un segnale positivo, ma richiede comunque attenzione da parte del settore agrumicolo. Egli spiega che le popolazioni di psille alla fine del 2024 e all’inizio del 2025 sono inferiori rispetto agli ultimi tre anni, tuttavia sono ancora superiori alla media del periodo 2014-2019, quando non si riscontravano problemi di resistenza agli insetticidi.

    La variazione nella popolazione di psille è strettamente correlata ai fattori climatici e alle pratiche di gestione adottate sul campo. Tra il 2014 e il 2019, il numero medio di psille catturate per trappola nella cintura di agrumi di San Paolo era inferiore a 0,3, un livello considerato basso. Tuttavia, dal 2020 si è verificata una crescita significativa, culminata nel picco storico del 2023. La resistenza dell’insetto a insetticidi come piretroidi e neonicotinoidi ha rappresentato un fattore chiave di questa escalation.

    Per evitare che la popolazione di psille si stabilizzi o aumenti ulteriormente, è fondamentale adottare una gestione integrata e strategica. Per ridurre ulteriormente la presenza di psille, è importante alternare l’uso di insetticidi altamente efficaci e mantenere un monitoraggio costante per garantire l’efficacia delle misure e minimizzare gli effetti della resistenza agli insetticidi.

  • La stagione degli uragani sarà più intensa

    La stagione degli uragani sarà più intensa

    Le previsioni di AccuWeather per la stagione degli uragani del 2025 indicano che ci saranno tra 13 e 18 tempeste con nome, con circa 7-10 di queste che potrebbero diventare uragani. Di questi, si stima che tra 3 e 5 raggiungeranno una grande intensità, cioè uragani di categoria 3 o superiore, con venti sostenuti tra 179 e 209 km/h. Per fare un paragone, nel 2024 ci sono stati 5 uragani e una tempesta subtropicale senza nome che hanno colpito gli Stati Uniti.

    La stagione ufficiale va dal 1° giugno al 30 novembre, e quest’anno si prevede un possibile sviluppo anticipato già a maggio, grazie alle temperature molto elevate dell’acqua in gran parte del bacino atlantico. Le aree a rischio maggiore includono Texas, Louisiana, la costa occidentale della Florida, le Caroline del Nord e il Canada atlantico, con un rischio superiore alla media storica.

    Le temperature dell’acqua nell’Atlantico, nei Caraibi e nel Golfo sono uno dei principali fattori per lo sviluppo tropicale. Gli esperti di uragani di AccuWeather affermano che le temperature dell’acqua in gran parte del bacino atlantico sono attualmente ben al di sopra della media storica e si prevede che rimarranno elevate fino al cuore della stagione degli uragani.

  • Il settore agrumicolo della Florida sarà sostenuto dal governo

    Il settore agrumicolo della Florida sarà sostenuto dal governo

    Il presidente della Florida Citrus Commission, Steve Johnson, ha recentemente parlato degli sforzi del Florida Department of Citrus (FDOC) e delle iniziative legislative per rilanciare l’industria degli agrumi in Florida.

    Johnson ha scritto un articolo intitolato “Le quattro R degli agrumi della Florida: Reset, Ripiantare, Rinnovare, Rinascita”.

    Tra le azioni del FDOC, ci sono il miglioramento del sito web FloridaJuice.com, rendendolo più facile da usare e più adatto ai consumatori moderni, e l’adozione di strategie di marketing più efficaci sui social media, streaming, internet e piattaforme di e-commerce, per aumentare la notorietà e le vendite del succo d’arancia della Florida.

    Inoltre, il FDOC si concentrerà a comunicare il valore del succo, che risponde alle esigenze dei consumatori di oggi, e monitorerà le tendenze di mercato per mantenere il prodotto competitivo. Johnson ha anche sottolineato che la FCC, il FDOC e la Florida Citrus Mutual stanno lavorando con la legislatura della Florida per sostenere il settore. Crede che, anche se ci vorrà tempo, con impegno e il supporto delle istituzioni e dei consumatori, il futuro degli agrumi in Florida sarà più promettente.