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  • In estate i prezzi del cacao potrebbero scendere

    In estate i prezzi del cacao potrebbero scendere

    Negli ultimi anni, il mercato del cacao ha vissuto una vera e propria escalation dei prezzi, con un incremento che ha portato il costo della materia prima a livelli mai visti prima. Attualmente, il prezzo si aggira intorno ai 10.000 dollari alla tonnellata, quintuplicando i valori di qualche anno fa. Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto e capogruppo di Domori, noto produttore di cioccolato di alta qualità, ha commentato all’ANSA questa impennata: “Il prezzo del cacao è altissimo. In passato, anche con aumenti del 10 o del 20 per cento, si trattava di variazioni contenute. Oggi invece il mercato si trova di fronte a un prezzo molto più elevato”.

    Secondo Illy, l’aumento dei costi si sta ormai riflettendo quasi completamente sui prezzi di mercato, anche se si sono registrate alcune “piccole modifiche” nei consumi, che hanno mostrato qualche segnale di rallentamento. Tuttavia, il mercato ha dimostrato di saper assorbire lo choc, grazie anche a una certa sensibilità da parte dei produttori. Molti di loro, infatti, hanno scelto di non trasferire immediatamente tutto l’aumento sui prezzi finali, consapevoli che con il nuovo raccolto i prezzi potrebbero ridimensionarsi. Questa strategia di cautela mira a mantenere i volumi di vendita e a preservare la stabilità del settore nel medio termine.

    Il contesto attuale si inserisce in una sequenza di aumenti continui iniziata nel 2007, anno in cui Illy ha acquisito Domori. Da allora, il costo del cacao è passato da circa 2.500 dollari alla tonnellata a oltre 12.600 dollari, con picchi recenti che hanno fatto tremare il mercato.

    Le previsioni per il prossimo futuro indicano un possibile ridimensionamento dei prezzi: “In estate, grazie a un buon raccolto, ci aspettiamo un calo dei prezzi”, spiega Riccardo Illy. La cautela deriva anche dal fatto che le scorte di cacao sono basse e il mercato è molto nervoso, influenzato da eventi climatici avversi e altri fattori che hanno ridotto la produzione. La riduzione delle scorte ha contribuito a mantenere elevato il prezzo, ma con l’arrivo di un raccolto più abbondante, si potrebbe assistere a una stabilizzazione o a un calo dei costi.

  • Agrumi australiani: si prospetta una ripresa delle esportazioni dopo stagioni difficili

    Agrumi australiani: si prospetta una ripresa delle esportazioni dopo stagioni difficili

    Dopo anni di sfide legate a condizioni meteorologiche avverse, problemi di manodopera e scorte limitate, il settore degli agrumi in Australia si prepara a una possibile svolta positiva. Le previsioni indicano che nel 2024 le esportazioni potrebbero raggiungere livelli record, segnando una significativa ripresa per il settore.

    In particolare, a Moora, nel Western Australia, il più grande produttore di agrumi della regione, Moora Citrus, prevede di raccogliere circa 10.000 tonnellate di frutta, un dato superiore alle 8.000 tonnellate medie degli anni passati. Shane Kay, amministratore delegato dell’azienda, ha sottolineato che il 2024 è stato un anno “particolarmente leggero” e ha evidenziato l’importanza di condizioni climatiche favorevoli, come notti fredde e giornate limpide, per la maturazione ottimale delle arance.

    Dopo la raccolta, la frutta viene classificata in base alla qualità: le prime scelte, prive di imperfezioni, sono destinate ai mercati di esportazione e al dettaglio, mentre le altre ottengono prezzi più bassi. Nathan Hancock, CEO di Citrus Australia, ha ricordato che il settore ha raggiunto nel 2019 un record di esportazioni con 304.000 tonnellate e un valore di 541 milioni di dollari, con mercati principali in Asia (Cina, Giappone, Thailandia) e in Occidente (USA, Canada, Emirati Arabi Uniti).

    Nonostante le opportunità, i coltivatori devono affrontare costi crescenti, soprattutto per la manodopera. Shane Kay ha annunciato di aver avviato un progetto sperimentale con reti protettive per ridurre l’impatto del vento e il consumo di acqua, cercando di ottimizzare le risorse e contenere i costi.

    In sintesi, il settore degli agrumi australiano guarda con ottimismo al futuro, puntando a consolidare la ripresa e a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali, nonostante le sfide legate ai costi e alle condizioni climatiche.

  • Prezzi delle arance in calo: il mercato si prepara a un raccolto più abbondante per la stagione 2025/26

    Prezzi delle arance in calo: il mercato si prepara a un raccolto più abbondante per la stagione 2025/26

    Il mercato delle arance sta vivendo un periodo di flessione dei prezzi, trainato dalle aspettative di un raccolto più ricco rispetto alle stagioni precedenti. Secondo le ultime analisi del Center for Advanced Studies in Applied Economics (Cepea), le trattative per i contratti relativi alle arance destinate alla trasformazione industriale per la stagione 2025/26 sono ancora in fase di definizione, generando incertezza e pressione sui prezzi della frutta.

    Attualmente, il prezzo medio delle arance destinate all’industria si attesta intorno ai 45,50 reais per una cassa da 40,8 chili, segnando un calo del 2,59% rispetto all’inizio del mese. Questa dinamica si discosta notevolmente da quella della scorsa stagione, quando a marzo si registravano accordi a circa 65 reais per scatola, in un contesto di raccolto limitato e di forte domanda.

    Gli analisti di Cepea spiegano che la lentezza nelle trattative e la diminuzione dei prezzi sono attribuibili sia alla cautela dei produttori nel fissare contratti ai valori attuali, sia alle aspettative di un’offerta abbondante di arance. La previsione di un raccolto superiore del 36% rispetto alla media storica, stimato dal Citrus Defense Fund (Fundecitrus), contribuisce a creare un clima di attesa e di prudenza nel settore. Secondo le stime di Fundecitrus, la produzione complessiva potrebbe raggiungere circa 314,6 milioni di casse da 40,8 chili, un incremento significativo rispetto alle annate precedenti.

    Dalla pubblicazione del rapporto di Fundecitrus, i prezzi delle arance consegnate ai produttori si sono mantenuti intorno ai 45 reais per cassa, segnando una stabilità relativa in un mercato in attesa di sviluppi. Tuttavia, gli esperti prevedono che a partire da giugno, con l’arrivo dei primi frutti, si possa assistere a un maggiore dinamismo nel mercato, grazie all’aumento dell’offerta e alla ripresa delle trattative.

    In questo scenario, gli operatori del settore osservano con attenzione le prossime settimane, sperando che la maggiore disponibilità di prodotto possa riequilibrare i prezzi e favorire una stagione più stabile e sostenibile per gli agricoltori e le industrie di trasformazione.

  • Gli agrumicoltori americani applaudono i finanziamenti per la ricerca sulle malattie del settore

    Gli agrumicoltori americani applaudono i finanziamenti per la ricerca sulle malattie del settore

    Tre organizzazioni di produttori di agrumi hanno espresso il loro entusiasmo nei confronti della Commissione Agricoltura della Camera degli Stati Uniti, che ha recentemente incluso nel progetto di bilancio proposte di finanziamento per un programma di ricerca e intervento urgente contro le malattie degli agrumi. Le associazioni coinvolte sono la California Citrus Mutual, la Florida Citrus Mutual e la Texas Citrus Mutual. Questo investimento rappresenta un passo cruciale per rafforzare la salute a lungo termine del settore e mantenere la competitività delle coltivazioni americane, soprattutto in vista della lotta contro patologie come l’HLB.

    “Da tempo sosteniamo l’importanza di un supporto federale dedicato alla lotta contro le malattie degli agrumi, puntando su soluzioni scientifiche”, ha dichiarato Matt Joyner, direttore generale di Florida Citrus Mutual. Dale Murden, presidente di Texas Citrus Mutual, ha commentato: “Questo è un progresso incoraggiante per il comparto agrumicolo. I nostri coltivatori si trovano ad affrontare minacce biologiche crescenti e pressioni economiche continuano; investimenti come questo sono fondamentali per assicurare un futuro sostenibile alle produzioni statunitensi.”

    Anche Casey Creamer, leader del California Citrus Mutual, ha sottolineato: “Gli agricoltori californiani, così come quelli in Florida e Texas, stanno vivendo sfide senza precedenti. L’inserimento di questo programma nel bilancio dimostra che gli agrumi rappresentano una componente strategica del futuro dell’agricoltura americana.”

    Nonostante questa vittoria significativa, il settore agricolo degli agrumi continua a sostenere l’approvazione di una legge agricola completa e bipartisan. Tale normativa dovrebbe integrare le riforme più ampie proposte dalla Specialty Crop Farm Bill Alliance, tra cui miglioramenti nelle assicurazioni agricole, investimenti nella meccanizzazione e politiche commerciali più giuste.

    Il finanziamento destinato al Programma di Ricerca e Sviluppo sulle Malattie Emergenti degli Agrumi rappresenta un passo avanti importante, ma rimangono ancora molte sfide da affrontare per garantire la competitività e la sostenibilità duratura dell’industria degli agrumi negli Stati Uniti.

  • Il CMN approva il bilancio di 7,1 miliardi di R$ per Funcafé nel 2025

    Il CMN approva il bilancio di 7,1 miliardi di R$ per Funcafé nel 2025

    Il Consiglio Monetario Nazionale (CMN) ha dato il via libera questa settimana a un bilancio di 7,1 miliardi di real brasiliani (R$) destinato al Fondo di Difesa dell’Economia del Caffè (Funcafé) per l’anno 2025. La decisione rappresenta un passo strategico importante per sostenere il settore del caffè, uno dei pilastri dell’economia agricola brasiliana.

    Il finanziamento coprirà le esigenze dei produttori durante la campagna 2025/26, che si prevede sarà cruciale per affrontare le sfide climatiche e di mercato che hanno caratterizzato le ultime stagioni. Le risorse saranno impiegate in diverse aree chiave: copertura dei costi di produzione, campagne di marketing volte a rafforzare la presenza internazionale del caffè brasiliano, acquisizione del prodotto, contratti di opzione per stabilizzare i prezzi e interventi mirati al recupero delle piante danneggiate da eventi climatici estremi o altre calamità.

    Il Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento avrà il compito di definire le allocazioni specifiche per ciascuna linea di intervento, assicurando una distribuzione efficace delle risorse in base alle priorità del settore.

    Per contestualizzare l’importanza di questo investimento, è utile ricordare che nella campagna precedente (2024/25), Funcafé ha gestito un bilancio complessivo di circa 6,8 miliardi di R$, evidenziando così un aumento significativo delle risorse destinate alla tutela e allo sviluppo della filiera del caffè.

    L’approvazione del nuovo bilancio testimonia l’impegno delle autorità brasiliane nel sostenere uno dei settori più strategici dell’economia nazionale, contribuendo a garantire la competitività del caffè brasiliano sui mercati globali ea tutelare gli interessi dei milioni di produttori coinvolti.

  • Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè a Montes Claros e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    San Paolo, 22 maggio 2024 — La multinazionale svizzera Nestlé ha annunciato un investimento strategico di 500 milioni di real brasiliani (R$) destinato all’ampliamento della sua fabbrica di capsule di caffè situata a Montes Claros, nello stato di Minas Gerais. L’obiettivo è potenziare la capacità produttiva e consolidare la presenza nel segmento delle macchine da caffè e del consumo fuori casa, un settore in rapida crescita nel mercato brasiliano.

    Secondo Valéria Pardal, direttrice esecutiva di Cafés Nestlé, una parte significativa dell’investimento sarà impiegata per aumentare le infrastrutture e aggiornare i macchinari della fabbrica, che attualmente producono circa un miliardo di capsule all’anno. Questa unità rappresenta l’unica del suo genere in America Latina e svolge un ruolo chiave nell’esportazione verso i paesi limitrofi, contribuendo a rafforzare la posizione del marchio nella regione.

    L’espansione mira anche a sostenere il segmento delle macchine da caffè professionali e dei sistemi di caffè dosato, con particolare attenzione alle campagne promozionali dedicate al caffè solubile. L’azienda ha annunciato che investirà risorse anche nell’assunzione di baristi specializzati, nell’assistenza tecnica e nella tecnologia avanzata per garantire un servizio completo ai clienti business.

    L’obiettivo dichiarato da Nestlé è vendere circa 30.000 apparecchiature nel mercato brasiliano entro la fine dell’anno, puntando sulla crescente domanda di soluzioni monodose e sistemi automatizzati per il consumo di caffè fuori casa. “L’investimento si inserisce in una strategia di crescita a due cifre della categoria delle capsule e riflette l’aumento del consumo di caffè monodose, che attualmente rappresenta circa il 20% del nostro business nel settore”, ha affermato Pardal durante un evento presso la sede amministrativa dell’azienda a San Paolo.

    Questa iniziativa si aggiunge ad altri importanti investimenti annunciati dalla multinazionale: alla fine dello scorso anno, Nestlé aveva comunicato un investimento di 1 miliardo di R$ per l’ampliamento dello stabilimento Nescafé ad Araras (San Paolo), volto a incrementare la produzione di caffè istantaneo.

    Con questa strategia integrata, Nestlé punta a consolidare ulteriormente la propria leadership nel mercato brasiliano del caffè, rispondendo alle nuove tendenze dei consumatori e alle sfide della competitività globale.

  • Le coperture protettive salvano i giovani agrumi dall’HLB

    Le coperture protettive salvano i giovani agrumi dall’HLB

    Morgan McKenna Porter, presidente della Citrus Research and Development Foundation, ha sottolineato l’importanza delle coperture protettive individuali (IPC) come misura nella lotta contro l’Huanglongbing (HLB), la devastante malattia degli agrumi. Durante un intervento pubblico, Porter ha spiegato che queste coperture, progettate come sacchi a rete, offrono agli alberi appena piantati una “possibilità di combattere” contro il patogeno e rappresentano un ponte fino allo sviluppo di varietà resistenti.

    “Pianto un giovane albero e lo copro con un IPC. Quando l’albero cresce troppo e il sacco viene rimosso, il giovane albero ha già trascorso i primi due anni senza essere infettato dall’HLB. Cresce più vigoroso sotto quella protezione, avendo avuto un vantaggio nella vita e una possibilità di resistere alla malattia.”

    Le coperture sono state concepite per proteggere gli alberi dalla psilla asiatica degli agrumi, inserto vettore dell’HLB. Permettono agli alberi di attecchire senza il rischio di infezione, offrendo così una finestra temporale preziosa per la crescita e lo sviluppo delle piante.

    “Quando rimuovo il sacchetto, le dimensioni del tronco sono quasi quelle necessarie per la prima applicazione sistemica diretta”, ha aggiunto Porter. “Ora ho un albero che può avere un futuro. Probabilmente verrà infettato dall’HLB, ma sto gestendo quell’inoculo in modo più efficace rispetto agli anni passati.”

    Secondo Porter, questa strategia rappresenta una fase transitoria verso lo sviluppo dell’”albero del futuro”, una pianta che non deve necessariamente essere completamente resistente all’HLB ma che tollera la malattia. Questa tolleranza potrebbe offrire una speranza di durata per il settore agricolo degli agrumi, permettendo alle aziende di prosperare invece di limitarsi a sopravvivere di fronte alla minaccia dell’HLB.

  • Continua la crisi logistica nei porti brasiliani: aprile con oltre 700 mila sacchi di caffè non spediti

    Continua la crisi logistica nei porti brasiliani: aprile con oltre 700 mila sacchi di caffè non spediti

    Anche per il mese di Aprile, il Brasile ha affrontato notevoli difficoltà nel settore delle esportazioni di caffè ad aprile, con 737.700 sacchi rimasti invenduti e non spediti. La causa principale risiede nelle criticità delle infrastrutture portuali, che hanno provocato ritardi e modifiche nelle operazioni di scalo per il 56% delle navi destinate all’esportazione.

    Secondo i dati del Consiglio brasiliano degli esportatori di caffè (Cecafé), queste inefficienze hanno comportato perdite per circa 6,66 milioni di reais nel mese scorso. Le aziende esportatrici si sono trovate a dover affrontare costi aggiuntivi legati a stoccaggi extra, detenzioni, pre-accatastamenti e gate anticipati, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria del settore.

    Dall’inizio dell’indagine condotta da Cecafé nel giugno 2024, le perdite accumulate dai principali esportatori ammontano a oltre 73 milioni di reais, un dato che evidenzia la gravità della crisi infrastrutturale nei porti brasiliani. La mancata spedizione di questo volume di caffè ha inoltre impedito al Paese di incassare circa 328,6 milioni di dollari (circa 1,9 miliardi di reais) in entrate valutarie nel solo mese di aprile, considerando un prezzo medio FOB di 445,47 dollari per sacco e un cambio medio mensile di 5,7831 reais per dollaro.

    Esperti evidenziano la necessità di interventi rapidi e senza burocrazia per risolvere la crisi portuale in Brasile

    Il direttore tecnico del Cecafé, Eduardo Heron, ha sottolineato l’importanza degli investimenti annunciati dal governo brasiliano per migliorare le infrastrutture portuali, tra cui l’asta del Tecon Santos 10, la concessione del canale di ingresso marittimo al porto di Santos, il tunnel di collegamento Santos-Guarujá e la terza discesa dell’autostrada Anchieta a Baixada Santista. Tuttavia, Heron ha avvertito che tali progetti richiedono tempi molto più rapidi e un’assenza totale di burocrazia per poter alleviare immediatamente le criticità attuali.

    Secondo il dirigente, i miglioramenti previsti potrebbero richiedere circa cinque anni per essere completati, considerando le normali tempistiche di lavorazione. Nel frattempo, gli esportatori continuano a subito pesanti perdite: secondo il Detention Zero Bulletin (DTZ), il 56% delle navi, ovvero 157 su un totale di 283 imbarcazioni, ha subito ritardi o modifiche negli scali nei principali porti del Brasile nell’aprile 2025. Il porto di Santos, che ha rappresentato il 79,9% delle spedizioni di caffè tra gennaio e aprile di quest’anno, ha registrato un tasso del 58% di ritardi o modifiche negli orari delle navi, che hanno coinvolto 99 delle 171 navi portacontainer totali.

    Il mese scorso, il tempo massimo di attesa al molo di Santos è stato di 31 giorni. Inoltre, il 7% delle procedure di imbarco ha richiesto più di quattro giorni prima che le navi fossero messe in mare, mentre il 66% ha avuto tempi tra tre e quattro giorni e solo il 28% meno di due.

    La situazione si presenta ancora più critica nel porto di Rio de Janeiro, il secondo più importante per le esportazioni di caffè in Brasile, con una quota del 16% delle spedizioni nei primi quattro mesi del 2025. Lo scorso mese, il tasso di ritardo si è attestato al 67%, con 26 delle 39 navi destinate alla spedizione che hanno subito modifiche alle loro dimensioni a causa dei ritardi.

    Dall’inizio dell’anno fino ad aprile, il 18% delle procedure di esportazione nel porto carioca ha richiesto più di quattro giorni prima che le navi portacontainer aprissero i cancelli; un altro 36% ha avuto tempi tra tre e quattro giorni e il restante 46% meno di due.

    Questi dati evidenziano come le inefficienze infrastrutturali continuano a ostacolare pesantemente l’attività esportativa del settore caffeicolo brasiliano, aggravando le perdite economiche e compromettendo la competitività internazionale del Paese.

  • Consumi di caffè in Brasile in calo nel primo quadrimestre del 2025, ma con segnali di ripresa tra i consumatori

    Consumi di caffè in Brasile in calo nel primo quadrimestre del 2025, ma con segnali di ripresa tra i consumatori

    Nel primo quadrimestre del 2025, il mercato del caffè in Brasile ha mostrato segnali di rallentamento, con un calo complessivo del 5,13% nei consumi al dettaglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati, pubblicati dall’Associazione brasiliana dell’industria del caffè (Abic), evidenziano come il settore, responsabile di circa il 73-78% della domanda interna, abbia subito una contrazione significativa, anche se con alcune variazioni mensili.

    In particolare, ad aprile, il consumo di caffè è diminuito del 15,96% rispetto allo stesso mese del 2024, dopo un inizio d’anno caratterizzato da lievi aumenti a gennaio (+1,26%) e febbraio (+0,89%). Solo a marzo si è registrato il primo segnale di calo, con una diminuzione del 4,87% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

    Il settore ha venduto complessivamente circa 4,75 milioni di sacchi nei primi quattro mesi, rispetto ai 5,01 milioni dello stesso periodo del 2024. Tuttavia, nonostante questa contrazione, si osserva una leggera ripresa tra marzo e aprile, con un aumento dello 0,84% nelle vendite mensili.

    Uno dei fattori principali che influenzano questa dinamica è l’aumento dei prezzi: secondo l’indice IPCA, negli ultimi 12 mesi i prezzi del caffè macinato sono aumentati dell’80,2%. La stagionalità e le restrizioni all’offerta, che avevano raggiunto livelli critici a fine 2024, si sono progressivamente attenuate da febbraio, anche se l’approvvigionamento di chicchi di qualità rimane difficile.

    Il presidente di Abic ha commentato che, nonostante la contrazione più significativa degli ultimi 20 anni, la domanda dei consumatori brasiliani si mantiene resiliente. Mentre le vendite all’industria e ai supermercati sono in calo, le vendite al dettaglio continuano a mostrare segnali di stabilità, con i consumatori che cercano di conservare il caffè nel loro paniere alimentare.

    Per quanto riguarda le categorie di prodotto, si registra un aumento dei prezzi per il caffè istantaneo (+8,55% tra marzo e aprile), che ha raggiunto i 223,75 R$/kg. Al contrario, le capsule, prodotto di fascia più alta, hanno subito un calo dell’8,11%, passando da 437,82 R$ a 402,33 R$/kg. A livello annuale, il caffè solubile ha registrato il maggior incremento, con un aumento dell’85%, seguito dal segmento gourmet (+56%) e da quello tradizionale/extra forte (+50%).

  • Cafés do Brasil: previsione di fatturato record per il 2025, con un incremento del 59% rispetto al 2024

    Cafés do Brasil: previsione di fatturato record per il 2025, con un incremento del 59% rispetto al 2024

    Il settore del caffè in Brasile si prepara a raggiungere un nuovo traguardo nel 2025, con una stima di fatturato lordo complessivo di circa 127,88 miliardi di R$. Questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto ai 80,31 miliardi di R$ registrati nel 2024, con una crescita del 59,2%. Se si confrontano i dati con il 2023, il incremento è ancora più marcato, superando il 140%, passando da 53,24 miliardi di R$ a quasi 128 miliardi in soli due anni.

    La stima si basa sui dati pubblicati mensilmente dalla Segreteria della Politica Agricola (SPA) del Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento (MAPA), che calcola il Valore Lordo della Produzione (VBP) dei caffè brasiliani. Per il 2025, si prevede che il settore della specie Coffea arabica contribuirà con circa 93,05 miliardi di R$, ovvero il 72,7% del totale, mentre la Coffea canephora (robusta e conilon) genererà circa 34,82 miliardi di R$, pari al 27,3%.

    Analizzando più nel dettaglio, il valore stimato per la C. arabica rappresenta un aumento di circa il 60% rispetto ai 58,15 miliardi di R$ del 2024. Minas Gerais si conferma il principale stato produttore, con un fatturato stimato di 65,55 miliardi di R$, ovvero il 70,4% del totale nazionale di questa specie. Seguono San Paolo con 12,31 miliardi R$ (13,2%), Espírito Santo con 7,23 miliardi R$ (7,7%), Bahia con 4,61 miliardi R$ (4,9%) e Paraná con 1,78 miliardi R$ (1,9%). Insieme, questi cinque stati rappresentano la maggior parte della produzione di C. arabica nel Paese.

    Per quanto riguarda la C. canephora, la classifica dei principali stati produttori vede in testa Espírito Santo, con un fatturato stimato di 22,80 miliardi R$ (65,46%), seguito da Rondônia con 5,72 miliardi R$ (16,42%), Bahia con 5,02 miliardi R$ (14,41%), Minas Gerais con circa 760 milioni di R$ (2,18%) e Mato Grosso con circa 330 milioni di R$ (meno dell’1%).

    Questi dati evidenziano come il settore del caffè brasiliano continui a crescere e a consolidarsi come uno dei pilastri dell’economia nazionale, con prospettive di sviluppo e investimenti che si traducono in un fatturato record per il 2025.