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  • Ottimismo sul prossimo raccolto di caffè brasiliano

    Ottimismo sul prossimo raccolto di caffè brasiliano

    Il settore agricolo brasiliano guarda con ottimismo al prossimo raccolto di caffè. Le recenti proiezioni del Dipartimento Economico della Federazione dell’Agricoltura e dell’Allevamento dello Stato di San Paolo (Faesp) indicano che lo Stato di San Paolo si prepara a una produzione di 5,5 milioni di sacchi di caffè lavorato nel 2025. Questo volume rappresenta una crescita modesta dell’1,3% rispetto al ciclo precedente, un segnale positivo in un contesto di mercato dinamico.

    Un fattore chiave che contribuisce a questo incremento produttivo è l’espansione della superficie in produzione, stimata in 196 mila ettari, con un aumento del 5,3%. Tuttavia, il quadro non è uniformemente roseo per tutte le aree coltivate: la superficie in formazione, ovvero le piante ancora in fase di sviluppo iniziale, ha subito una forte riduzione dell’81,5%, attestandosi a soli 2.240 ettari. Questo dato potrebbe suggerire una minore espansione futura del settore o un riorientamento delle strategie di coltivazione.

    Nonostante l’influenza della biennalità negativa, un fenomeno naturale che porta a cicli alterni di alta e bassa produzione, le precipitazioni più regolari registrate dall’ottobre 2024 hanno giocato un ruolo cruciale nel favorire una buona formazione dei frutti. Di conseguenza, la produttività media è attesa a 28,1 sacchi per ettaro, un calo del 3,8% rispetto al ciclo precedente, ma comunque migliore rispetto alle stime iniziali, indicando una certa resilienza delle colture.

  • Prezzi del caffè in caduta libera tra scorte e previsioni di produzione in aumento

    Prezzi del caffè in caduta libera tra scorte e previsioni di produzione in aumento

    Il mercato del caffè ha registrato una brusca flessione dei prezzi mercoledì 28 maggio, con l’Arabica che ha toccato il suo minimo delle ultime sette settimane e la Robusta che è crollata al livello più basso da sei mesi e mezzo a questa parte. Questa marcata diminuzione arriva dopo un periodo di quattro settimane di pressione sui prezzi, principalmente alimentata dalle previsioni di una maggiore produzione e di un’offerta abbondante a livello globale.

    Le proiezioni più recenti dell’USDA Foreign Agricultural Service (FAS), pubblicate lunedì, hanno contribuito a questa tendenza ribassista. L’agenzia ha stimato che la produzione di caffè brasiliano per il 2025/26 aumenterà dello 0,5% su base annua, raggiungendo i 65 milioni di sacchi. Contemporaneamente, si prevede che la produzione di caffè vietnamita per il 2025/26 crescerà del 6,9% su base annua, arrivando a 31 milioni di sacchi. Il Brasile è il principale produttore mondiale di caffè Arabica, mentre il Vietnam detiene il primato per la Robusta, rendendo queste previsioni particolarmente influenti sui rispettivi mercati.

    A peggiorare la situazione per i prezzi del caffè è l’aumento delle scorte monitorate dall’Intercontinental Exchange (ICE). Le scorte di caffè Robusta hanno raggiunto il massimo degli ultimi otto mesi lo scorso venerdì, attestandosi a 5.438 lotti. Similmente, le scorte di caffè Arabica hanno toccato il massimo degli ultimi quasi quattro mesi martedì, con 892.468 sacchi. La crescente disponibilità fisica del chicco tende a esercitare una pressione al ribasso sui prezzi di mercato.

  • Prezzi del cacao in calo per le buone previsioni sulla pioggia e le scorte in aumento

    Prezzi del cacao in calo per le buone previsioni sulla pioggia e le scorte in aumento

    Il mercato del cacao ha visto una diminuzione dei prezzi ai minimi delle ultime due settimane mercoledì 28 maggio, un’inversione di tendenza attribuibile principalmente alle buone previsioni di piogge nell’Africa occidentale. Queste condizioni meteorologiche favorevoli sono attese per supportare lo sviluppo delle colture nella principale regione produttrice mondiale, come confermato dal meteorologo Vaisala, che prevede piogge moderate per tutta la settimana.

    A contribuire a questa pressione ribassista sui prezzi è anche la ripresa delle scorte di cacao monitorate dall’ICE nei porti statunitensi. Dopo aver toccato il minimo degli ultimi 21 anni a gennaio, le scorte hanno mostrato una notevole ripresa, raggiungendo mercoledì il massimo degli ultimi 8 mesi con 2.187.668 sacchi. Questo aumento della disponibilità fisica di cacao sul mercato tende a mitigare le preoccupazioni sulle future forniture.

    Tuttavia, alcuni fattori continuano a sostenere i prezzi, limitando un calo più drastico. Tra questi, il rallentamento delle esportazioni di cacao dalla Costa d’Avorio, un segnale che potrebbe indicare una riduzione delle future disponibilità. I dati governativi diffusi lunedì hanno evidenziato che gli agricoltori ivoriani hanno spedito 1,6 milioni di tonnellate di cacao ai porti tra il 1° ottobre e il 25 maggio. Sebbene questo rappresenti un aumento del 9,6% rispetto all’anno precedente, il ritmo di crescita è significativamente inferiore rispetto al +35% registrato a dicembre, indicando un indebolimento dell’impulso delle esportazioni nel corso della stagione.

  • Il rapporto dell’ECA sull’uso del cacao in Europa segnala un mercato stabile

    Il rapporto dell’ECA sull’uso del cacao in Europa segnala un mercato stabile

    I dati del rapporto del primo trimestre 2025 dell’ ECA (European Cocoa Association) sull’utilizzo di fave di cacao in Europa evidenziano un mercato stabile, con leggere fluttuazioni trimestrali e un consumo annuo che si mantiene su livelli elevati. Secondo le analisi condotte sui dati di importazione e lavorazione delle fave di cacao, nel quarto trimestre del 2025 l’uso totale di fave processate si attesta intorno al 96,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, indicando una leggera consentita rispetto al 94,6% del quarto trimestre del 2024.

    Consumo annuale stabile

    Il dato complessivo per il consumo annuo (YTD) del 2025 si aggira intorno alle 1.397.211 tonnellate, una cifra molto vicina alle circa 1.410.976 tonnellate registrate nel 2024. Questa stabilità suggerisce che il mercato europeo del cacao ha raggiunto un livello di maturità tale da mantenere costante la domanda, nonostante le fluttuazioni trimestrali.

    Andamento nel tempo: tra fluttuazioni e stabilità

    Analizzando i dati dal 2014 al 2025, emerge un quadro di sostanziale stabilità con alcune variazioni significative. Nel 2014, il consumo si attestava intorno alle 1.300.697 tonnellate, mentre nel picco del 2022 si sono toccate circa 1.466.835 tonnellate. Le variazioni trimestrali sono generalmente contenute, oscillando tra circa 321.935 e 375.375 tonnellate, con una media mobile su dodici mesi che si mantiene intorno a circa 1,4 milioni di tonnellate.

    Implicazioni per il settore

    Questi dati confermano che il mercato europeo del cioccolato e dei prodotti a base di cacao è ben consolidato e caratterizzato da una forte presenza di aziende partecipanti, che garantiscono trasparenza e stabilità nelle dinamiche di consumo. La relativa stabilità dei numeri suggerisce anche una domanda sostenuta da parte dei consumatori europei, nonostante le sfide globali come le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime o le tensioni commerciali.

    In sintesi, l’analisi dei numeri relativi all’uso di fave di cacao in Europa mostra un settore resilientemente stabile negli ultimi anni. La domanda rimane forte e costante, segno della solidità del mercato e della sua capacità di adattarsi alle variabili economiche senza grandi scossoni.

  • In estate i prezzi del cacao potrebbero scendere

    In estate i prezzi del cacao potrebbero scendere

    Negli ultimi anni, il mercato del cacao ha vissuto una vera e propria escalation dei prezzi, con un incremento che ha portato il costo della materia prima a livelli mai visti prima. Attualmente, il prezzo si aggira intorno ai 10.000 dollari alla tonnellata, quintuplicando i valori di qualche anno fa. Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto e capogruppo di Domori, noto produttore di cioccolato di alta qualità, ha commentato all’ANSA questa impennata: “Il prezzo del cacao è altissimo. In passato, anche con aumenti del 10 o del 20 per cento, si trattava di variazioni contenute. Oggi invece il mercato si trova di fronte a un prezzo molto più elevato”.

    Secondo Illy, l’aumento dei costi si sta ormai riflettendo quasi completamente sui prezzi di mercato, anche se si sono registrate alcune “piccole modifiche” nei consumi, che hanno mostrato qualche segnale di rallentamento. Tuttavia, il mercato ha dimostrato di saper assorbire lo choc, grazie anche a una certa sensibilità da parte dei produttori. Molti di loro, infatti, hanno scelto di non trasferire immediatamente tutto l’aumento sui prezzi finali, consapevoli che con il nuovo raccolto i prezzi potrebbero ridimensionarsi. Questa strategia di cautela mira a mantenere i volumi di vendita e a preservare la stabilità del settore nel medio termine.

    Il contesto attuale si inserisce in una sequenza di aumenti continui iniziata nel 2007, anno in cui Illy ha acquisito Domori. Da allora, il costo del cacao è passato da circa 2.500 dollari alla tonnellata a oltre 12.600 dollari, con picchi recenti che hanno fatto tremare il mercato.

    Le previsioni per il prossimo futuro indicano un possibile ridimensionamento dei prezzi: “In estate, grazie a un buon raccolto, ci aspettiamo un calo dei prezzi”, spiega Riccardo Illy. La cautela deriva anche dal fatto che le scorte di cacao sono basse e il mercato è molto nervoso, influenzato da eventi climatici avversi e altri fattori che hanno ridotto la produzione. La riduzione delle scorte ha contribuito a mantenere elevato il prezzo, ma con l’arrivo di un raccolto più abbondante, si potrebbe assistere a una stabilizzazione o a un calo dei costi.

  • Agrumi australiani: si prospetta una ripresa delle esportazioni dopo stagioni difficili

    Agrumi australiani: si prospetta una ripresa delle esportazioni dopo stagioni difficili

    Dopo anni di sfide legate a condizioni meteorologiche avverse, problemi di manodopera e scorte limitate, il settore degli agrumi in Australia si prepara a una possibile svolta positiva. Le previsioni indicano che nel 2024 le esportazioni potrebbero raggiungere livelli record, segnando una significativa ripresa per il settore.

    In particolare, a Moora, nel Western Australia, il più grande produttore di agrumi della regione, Moora Citrus, prevede di raccogliere circa 10.000 tonnellate di frutta, un dato superiore alle 8.000 tonnellate medie degli anni passati. Shane Kay, amministratore delegato dell’azienda, ha sottolineato che il 2024 è stato un anno “particolarmente leggero” e ha evidenziato l’importanza di condizioni climatiche favorevoli, come notti fredde e giornate limpide, per la maturazione ottimale delle arance.

    Dopo la raccolta, la frutta viene classificata in base alla qualità: le prime scelte, prive di imperfezioni, sono destinate ai mercati di esportazione e al dettaglio, mentre le altre ottengono prezzi più bassi. Nathan Hancock, CEO di Citrus Australia, ha ricordato che il settore ha raggiunto nel 2019 un record di esportazioni con 304.000 tonnellate e un valore di 541 milioni di dollari, con mercati principali in Asia (Cina, Giappone, Thailandia) e in Occidente (USA, Canada, Emirati Arabi Uniti).

    Nonostante le opportunità, i coltivatori devono affrontare costi crescenti, soprattutto per la manodopera. Shane Kay ha annunciato di aver avviato un progetto sperimentale con reti protettive per ridurre l’impatto del vento e il consumo di acqua, cercando di ottimizzare le risorse e contenere i costi.

    In sintesi, il settore degli agrumi australiano guarda con ottimismo al futuro, puntando a consolidare la ripresa e a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali, nonostante le sfide legate ai costi e alle condizioni climatiche.

  • Prezzi delle arance in calo: il mercato si prepara a un raccolto più abbondante per la stagione 2025/26

    Prezzi delle arance in calo: il mercato si prepara a un raccolto più abbondante per la stagione 2025/26

    Il mercato delle arance sta vivendo un periodo di flessione dei prezzi, trainato dalle aspettative di un raccolto più ricco rispetto alle stagioni precedenti. Secondo le ultime analisi del Center for Advanced Studies in Applied Economics (Cepea), le trattative per i contratti relativi alle arance destinate alla trasformazione industriale per la stagione 2025/26 sono ancora in fase di definizione, generando incertezza e pressione sui prezzi della frutta.

    Attualmente, il prezzo medio delle arance destinate all’industria si attesta intorno ai 45,50 reais per una cassa da 40,8 chili, segnando un calo del 2,59% rispetto all’inizio del mese. Questa dinamica si discosta notevolmente da quella della scorsa stagione, quando a marzo si registravano accordi a circa 65 reais per scatola, in un contesto di raccolto limitato e di forte domanda.

    Gli analisti di Cepea spiegano che la lentezza nelle trattative e la diminuzione dei prezzi sono attribuibili sia alla cautela dei produttori nel fissare contratti ai valori attuali, sia alle aspettative di un’offerta abbondante di arance. La previsione di un raccolto superiore del 36% rispetto alla media storica, stimato dal Citrus Defense Fund (Fundecitrus), contribuisce a creare un clima di attesa e di prudenza nel settore. Secondo le stime di Fundecitrus, la produzione complessiva potrebbe raggiungere circa 314,6 milioni di casse da 40,8 chili, un incremento significativo rispetto alle annate precedenti.

    Dalla pubblicazione del rapporto di Fundecitrus, i prezzi delle arance consegnate ai produttori si sono mantenuti intorno ai 45 reais per cassa, segnando una stabilità relativa in un mercato in attesa di sviluppi. Tuttavia, gli esperti prevedono che a partire da giugno, con l’arrivo dei primi frutti, si possa assistere a un maggiore dinamismo nel mercato, grazie all’aumento dell’offerta e alla ripresa delle trattative.

    In questo scenario, gli operatori del settore osservano con attenzione le prossime settimane, sperando che la maggiore disponibilità di prodotto possa riequilibrare i prezzi e favorire una stagione più stabile e sostenibile per gli agricoltori e le industrie di trasformazione.

  • Gli agrumicoltori americani applaudono i finanziamenti per la ricerca sulle malattie del settore

    Gli agrumicoltori americani applaudono i finanziamenti per la ricerca sulle malattie del settore

    Tre organizzazioni di produttori di agrumi hanno espresso il loro entusiasmo nei confronti della Commissione Agricoltura della Camera degli Stati Uniti, che ha recentemente incluso nel progetto di bilancio proposte di finanziamento per un programma di ricerca e intervento urgente contro le malattie degli agrumi. Le associazioni coinvolte sono la California Citrus Mutual, la Florida Citrus Mutual e la Texas Citrus Mutual. Questo investimento rappresenta un passo cruciale per rafforzare la salute a lungo termine del settore e mantenere la competitività delle coltivazioni americane, soprattutto in vista della lotta contro patologie come l’HLB.

    “Da tempo sosteniamo l’importanza di un supporto federale dedicato alla lotta contro le malattie degli agrumi, puntando su soluzioni scientifiche”, ha dichiarato Matt Joyner, direttore generale di Florida Citrus Mutual. Dale Murden, presidente di Texas Citrus Mutual, ha commentato: “Questo è un progresso incoraggiante per il comparto agrumicolo. I nostri coltivatori si trovano ad affrontare minacce biologiche crescenti e pressioni economiche continuano; investimenti come questo sono fondamentali per assicurare un futuro sostenibile alle produzioni statunitensi.”

    Anche Casey Creamer, leader del California Citrus Mutual, ha sottolineato: “Gli agricoltori californiani, così come quelli in Florida e Texas, stanno vivendo sfide senza precedenti. L’inserimento di questo programma nel bilancio dimostra che gli agrumi rappresentano una componente strategica del futuro dell’agricoltura americana.”

    Nonostante questa vittoria significativa, il settore agricolo degli agrumi continua a sostenere l’approvazione di una legge agricola completa e bipartisan. Tale normativa dovrebbe integrare le riforme più ampie proposte dalla Specialty Crop Farm Bill Alliance, tra cui miglioramenti nelle assicurazioni agricole, investimenti nella meccanizzazione e politiche commerciali più giuste.

    Il finanziamento destinato al Programma di Ricerca e Sviluppo sulle Malattie Emergenti degli Agrumi rappresenta un passo avanti importante, ma rimangono ancora molte sfide da affrontare per garantire la competitività e la sostenibilità duratura dell’industria degli agrumi negli Stati Uniti.

  • Il CMN approva il bilancio di 7,1 miliardi di R$ per Funcafé nel 2025

    Il CMN approva il bilancio di 7,1 miliardi di R$ per Funcafé nel 2025

    Il Consiglio Monetario Nazionale (CMN) ha dato il via libera questa settimana a un bilancio di 7,1 miliardi di real brasiliani (R$) destinato al Fondo di Difesa dell’Economia del Caffè (Funcafé) per l’anno 2025. La decisione rappresenta un passo strategico importante per sostenere il settore del caffè, uno dei pilastri dell’economia agricola brasiliana.

    Il finanziamento coprirà le esigenze dei produttori durante la campagna 2025/26, che si prevede sarà cruciale per affrontare le sfide climatiche e di mercato che hanno caratterizzato le ultime stagioni. Le risorse saranno impiegate in diverse aree chiave: copertura dei costi di produzione, campagne di marketing volte a rafforzare la presenza internazionale del caffè brasiliano, acquisizione del prodotto, contratti di opzione per stabilizzare i prezzi e interventi mirati al recupero delle piante danneggiate da eventi climatici estremi o altre calamità.

    Il Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento avrà il compito di definire le allocazioni specifiche per ciascuna linea di intervento, assicurando una distribuzione efficace delle risorse in base alle priorità del settore.

    Per contestualizzare l’importanza di questo investimento, è utile ricordare che nella campagna precedente (2024/25), Funcafé ha gestito un bilancio complessivo di circa 6,8 miliardi di R$, evidenziando così un aumento significativo delle risorse destinate alla tutela e allo sviluppo della filiera del caffè.

    L’approvazione del nuovo bilancio testimonia l’impegno delle autorità brasiliane nel sostenere uno dei settori più strategici dell’economia nazionale, contribuendo a garantire la competitività del caffè brasiliano sui mercati globali ea tutelare gli interessi dei milioni di produttori coinvolti.

  • Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    Nestlé investe 500 milioni di R$ per espandere la produzione di capsule di caffè a Montes Claros e rafforzare il segmento del consumo fuori casa

    San Paolo, 22 maggio 2024 — La multinazionale svizzera Nestlé ha annunciato un investimento strategico di 500 milioni di real brasiliani (R$) destinato all’ampliamento della sua fabbrica di capsule di caffè situata a Montes Claros, nello stato di Minas Gerais. L’obiettivo è potenziare la capacità produttiva e consolidare la presenza nel segmento delle macchine da caffè e del consumo fuori casa, un settore in rapida crescita nel mercato brasiliano.

    Secondo Valéria Pardal, direttrice esecutiva di Cafés Nestlé, una parte significativa dell’investimento sarà impiegata per aumentare le infrastrutture e aggiornare i macchinari della fabbrica, che attualmente producono circa un miliardo di capsule all’anno. Questa unità rappresenta l’unica del suo genere in America Latina e svolge un ruolo chiave nell’esportazione verso i paesi limitrofi, contribuendo a rafforzare la posizione del marchio nella regione.

    L’espansione mira anche a sostenere il segmento delle macchine da caffè professionali e dei sistemi di caffè dosato, con particolare attenzione alle campagne promozionali dedicate al caffè solubile. L’azienda ha annunciato che investirà risorse anche nell’assunzione di baristi specializzati, nell’assistenza tecnica e nella tecnologia avanzata per garantire un servizio completo ai clienti business.

    L’obiettivo dichiarato da Nestlé è vendere circa 30.000 apparecchiature nel mercato brasiliano entro la fine dell’anno, puntando sulla crescente domanda di soluzioni monodose e sistemi automatizzati per il consumo di caffè fuori casa. “L’investimento si inserisce in una strategia di crescita a due cifre della categoria delle capsule e riflette l’aumento del consumo di caffè monodose, che attualmente rappresenta circa il 20% del nostro business nel settore”, ha affermato Pardal durante un evento presso la sede amministrativa dell’azienda a San Paolo.

    Questa iniziativa si aggiunge ad altri importanti investimenti annunciati dalla multinazionale: alla fine dello scorso anno, Nestlé aveva comunicato un investimento di 1 miliardo di R$ per l’ampliamento dello stabilimento Nescafé ad Araras (San Paolo), volto a incrementare la produzione di caffè istantaneo.

    Con questa strategia integrata, Nestlé punta a consolidare ulteriormente la propria leadership nel mercato brasiliano del caffè, rispondendo alle nuove tendenze dei consumatori e alle sfide della competitività globale.