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  • Il raccolto di caffè di Cooxupé raggiunge in media il 10% delle superfici coltivate

    Il raccolto di caffè di Cooxupé raggiunge in media il 10% delle superfici coltivate

    I coltivatori della Cooxupé, la cooperativa di caffè Arabica più grande del mondo, hanno iniziato la raccolta nelle quattro regioni operative. Secondo il primo censimento della cooperativa, aggiornato al 30 maggio, la raccolta ha raggiunto una media del 10,1% delle superfici coltivate nel Sud del Minas Gerais, Cerrado Mineiro, Média Mogiana (SP) e Matas de Minas. La cooperativa, con sede a Guaxupé (MG) e attiva in oltre 360 città tra Minas Gerais e San Paolo, ha dichiarato che non ci sono ritardi significativi. Tuttavia, va notato che nello stesso periodo dell’anno scorso la media era del 13,6%, mentre l’anno precedente si attestava al 12,9%.

    La regione più avanzata in questa fase di raccolta è Mogiana, che ha già raccolto il 19% del caffè, seguita da Mata de Minas con il 15%, Sul de Minas con il 12,1% e Cerrado con il 4,7%.

    Lo scorso anno, la raccolta si è conclusa a settembre e la cooperativa ha registrato un fatturato di 10,7 miliardi di R$, segnando una crescita del 67% rispetto all’anno precedente. Per quest’anno, Cooxupé prevede di vendere un volume leggermente inferiore di caffè: 6 milioni di sacchi di Arabica, a fronte dei 6,6 milioni di sacchi del 2024. Nonostante la minore quantità, i ricavi dovrebbero aumentare grazie all’incremento dei prezzi del caffè. Del totale previsto, 5 milioni di sacchi saranno prodotti direttamente dai soci della cooperativa, mentre 1,1 milioni di sacchi proverranno da terzi.

  • Crescono le esportazioni di caffè colombiani Mild: un trend positivo che prosegue da otto mesi

    Crescono le esportazioni di caffè colombiani Mild: un trend positivo che prosegue da otto mesi

    Secondo il report di aprile dell’Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO), le esportazioni di caffè colombiani Mild, ovvero della specie Coffeea arabica prodotti in Colombia, Kenya e Tanzania, hanno registrato un incremento significativo nel mese di marzo 2025. In particolare, sono stati esportati circa 1,43 milioni di sacchi da 60 kg, con un aumento del 24,1% rispetto ai 1,15 milioni di sacchi esportati nello stesso mese dell’anno precedente.

    Marzo segna così l’ottavo mese consecutivo di crescita nel volume fisico delle esportazioni di questa tipologia di caffè, che ha visto anche un aumento del 20,4% rispetto alla media dei sei mesi precedenti, da ottobre a marzo. Durante questo periodo, le esportazioni totali di caffè colombiano hanno raggiunto rispettivamente 6,69 milioni e 8,05 milioni di sacchi, confermando un trend positivo.

    Per quanto riguarda la produzione mondiale, le stime per l’annata caffearia 2024/2025 indicano il Sud America come principale protagonista, con circa 89,3 milioni di sacchi prodotti, pari a circa il 50% della produzione globale di circa 178 milioni di sacchi. Seguono Asia e Oceania con 49,9 milioni di sacchi (28%), Africa con 20,1 milioni di sacchi (11,3%) e i Caraibi, America Centrale e Messico con 18,7 milioni di sacchi (10,5%).

    Infine, il report evidenzia che il consumo mondiale di caffè per l’annata 2024/2025 dovrebbe raggiungere circa 177 milioni di sacchi, con un tasso di crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente. Se tali previsioni si confermeranno, il mercato globale potrebbe registrare un surplus di circa un milione di sacchi, considerando la produzione stimata.

  • Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Il team di marketing del Dipartimento Agrumi della Florida ha esposto alla Florida Citrus Commission la sua strategia di marketing globale per l’anno fiscale 2025-26.

    L’intenzione è di ampliare la campagna “True Original” per enfatizzare i benefici del succo d’arancia della Florida sia per i consumatori odierni che per i professionisti del settore sanitario. Per questi ultimi, il piano prevede la collaborazione con esperti di salute e benessere per diffondere informazioni scientificamente validate sulle proprietà nutritive del succo d’arancia puro, come dimostrato dalla partnership con l’American Heart Association per ricette salutari. Un sondaggio aiuterà a misurare l’impatto di queste azioni.

    Per coinvolgere i consumatori moderni, si propone una collaborazione con i Tampa Bay Lightning e l’Amalie Arena, mirando a stimolare la domanda tra i milioni di tifosi e visitatori degli eventi.

    Tra le altre iniziative consigliate figurano collaborazioni con programmi televisivi come “Ellie’s Real Good Food” su PBS, eventi culinari con chef e l’organizzazione di grandi appuntamenti mediatici. Queste azioni si integrano con le iniziative di e-commerce già avviate. L’intero programma mira a incentivare le vendite e aumentare il valore percepito del succo d’arancia della Florida.

    La strategia include anche una costante attività digitale tramite pubblicità online, gestione dei media, promozioni sui social media e con influencer, marketing sui motori di ricerca e gestione delle crisi. L’obiettivo ultimo è intercettare i consumatori moderni in ogni fase del processo d’acquisto, dalla sensibilizzazione all’acquisto ripetuto, per sostenere le vendite.

  • Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan sta intraprendendo un percorso innovativo per diversificare il proprio panorama agricolo. Il Ministero delle Risorse Idriche, dell’Agricoltura e dell’Industria di Trasformazione ha recentemente annunciato l’avvio delle prime sperimentazioni agronomiche su agrumi e ulivi, un passo audace per un paese con un clima prevalentemente continentale.

    Le giovani piante, tra cui mandarini, arance, olive e kumquat, sono state importate direttamente dalla Turchia, un paese con una consolidata esperienza nella coltivazione di queste colture mediterranee. Le prove sono concentrate nella regione di Batken, nel sud del Kirghizistan, un’area scelta per le sue condizioni climatiche relativamente più miti rispetto ad altre parti del paese.

    L’obiettivo primario di queste sperimentazioni è valutare la capacità di queste piante amanti del caldo di adattarsi alle condizioni ambientali locali. Particolare attenzione viene rivolta alla loro resistenza al clima invernale, alle caratteristiche del suolo e alla loro vulnerabilità ai parassiti autoctoni. La coltivazione di agrumi in regioni tradizionalmente non adatte richiede un’attenta valutazione delle temperature minime invernali, che possono essere critiche per la sopravvivenza degli alberi. In Kirghizistan, le temperature invernali possono scendere significativamente sotto lo zero, rendendo necessarie varietà particolarmente resistenti al freddo o l’implementazione di tecniche di protezione come coperture o serre.

    Bakyt Mambetov, direttore del Dipartimento per le competenze colturali e l’orticoltura, ha espresso un cauto ottimismo riguardo al potenziale di questa iniziativa. “Se avranno successo,” ha dichiarato Mambetov, “queste colture potrebbero essere consigliate per la coltivazione nelle regioni meridionali, contribuendo a diversificare il mercato interno e ad aumentare il potenziale di esportazione del Paese.”

    La diversificazione agricola è una strategia chiave per molti paesi in via di sviluppo, inclusi quelli dell’Asia Centrale, per rafforzare la sicurezza alimentare, creare nuove opportunità economiche e ridurre la dipendenza da poche colture tradizionali. L’introduzione di agrumi e ulivi potrebbe aprire nuove nicchie di mercato, sia per il consumo interno che per l’esportazione verso i paesi vicini.

  • Produzione mondiale di caffè stimata in 174,9 milioni di sacchi

    Produzione mondiale di caffè stimata in 174,9 milioni di sacchi

    Il Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione (MAPA) ha pubblicato le stime sulla produzione globale di caffè per il raccolto 2024-2025, che si aggira intorno ai 174,9 milioni di sacchi da 60 kg. Di questa quantità, circa 77 milioni di sacchi (il 44%) sono rappresentati da Coffea canephora, che include robusta e conilon, mentre la restante parte, pari a 97,9 milioni di sacchi (il 56%), riguarda Coffea arabica.

    Il Vietnam si conferma come uno dei principali produttori di C. canephora, con una stima di circa 29 milioni di sacchi, equivalenti al 37,6% della produzione mondiale di questa specie. Per quanto riguarda C. arabica, il raccolto vietnamita è stimato in circa 1,1 milioni di sacchi, portando la produzione totale del paese a circa 31,1 milioni di sacchi, ovvero il 17,8% del totale mondiale.

    Il Brasile emerge come uno dei principali attori nella produzione di C. canephora, con circa 18,7 milioni di sacchi stimati, che rappresentano il 64,5% della produzione vietnamita di questa specie e il 24,3% della produzione globale. Nel complesso, il Brasile si conferma come il più grande produttore mondiale di caffè, con circa un terzo del raccolto globale, pari a 55,67 milioni di sacchi, considerando entrambe le specie.

    Per quanto riguarda la produzione di C. canephora in Brasile, gli stati principali sono Espírito Santo, Rondônia, Bahia, Minas Gerais e Mato Grosso. Espírito Santo si distingue con un aumento del 33,1% rispetto all’anno precedente, producendo circa 13,8 milioni di sacchi e rappresentando il 73,8% della produzione nazionale di questa specie. Rondônia segue con 2,28 milioni di sacchi (+8,9%), Bahia con circa 2,5 milioni di sacchi (+28,2%), mentre Minas Gerais e Mato Grosso producono rispettivamente 443,7 mila e 265,3 mila sacchi.

  • Georgia: previsioni di raccolto scarso e agrumi troppo grossi

    Georgia: previsioni di raccolto scarso e agrumi troppo grossi

    I produttori di agrumi specializzati in varietà resistenti alle basse temperature si trovano ad affrontare un periodo di apprensione. Le proiezioni per la prossima stagione indicano una contrazione della disponibilità di frutta, una diretta conseguenza del ciclo di alternanza produttiva degli alberi. A complicare ulteriormente il quadro, si prevede che i pochi frutti disponibili saranno di dimensioni eccessive, rappresentando un ulteriore ostacolo alla loro commercializzazione.

    La professoressa associata Mary Sutton, specialista in agrumicoltura presso l’Università della Georgia (UGA), ha offerto la sua prospettiva su questo fenomeno: “Gli alberi che presentano un basso carico di produzione tendono a sviluppare frutti di dimensioni considerevoli, in alcuni contesti, queste dimensioni possono eccedere i limiti accettabili per la vendita sul mercato.”

    Questa duplice sfida rappresenta un boccone amaro per i coltivatori, che si sforzano di massimizzare i profitti da un raccolto già preventivato come ridotto. La radice del problema risiede negli eventi climatici passati, in particolare la gelata del dicembre 2022, che ha spinto gli alberi in una fase di alternanza produttiva di estrema entità. Dopo un carico di raccolto modesto nel 2023, le piante hanno accumulato risorse extra, riversandole in una produzione straordinariamente abbondante nel 2024. Tuttavia, in vista della prossima annata, gli alberi si apprestano a un ciclo di riposo, con una produzione attesa notevolmente ridotta, indispensabile per recuperare lo sforzo della stagione precedente.

    “Quando la quantità di frutta è molto limitata, ci si deve aspettare un aumento significativo delle dimensioni individuali,” ha ribadito la Dottoressa Sutton. “L’anno scorso, ho osservato personalmente alberi che portavano più di 180 chili di frutta, e sono rimasta sorpresa dal calibro eccezionale di quei singoli frutti. Normalmente, un raccolto così massiccio si traduce in frutti molto piccoli. Ciò evidenzia chiaramente la sovrabbondanza e sovrapproduzione verificatasi l’anno scorso. Sarebbe di gran lunga preferibile una produzione annuale stabile, ad esempio di 300 libbre di frutta per albero, piuttosto che picchi di 600 libbre seguiti da un’annata quasi a zero.”

  • Standardizzazione dei dati ambientali: una svolta per la sostenibilità del cacao

    Standardizzazione dei dati ambientali: una svolta per la sostenibilità del cacao

    Il settore del cacao sta affrontando una sfida cruciale: garantire un monitoraggio coerente e affidabile dell’impatto ambientale, fondamentale per rispettare le normative sulla sostenibilità. Per farlo, la World Cocoa Foundation (WCF), in collaborazione con l’Alliance of Bioversity International e il CIAT, ha condotto la prima valutazione indipendente sulla qualità delle mappe utilizzate per monitorare deforestazione, riforestazione e emissioni di gas serra nelle aree di produzione di cacao.

    Lo studio ha sviluppato criteri condivisi per valutare l’affidabilità dei dati, analizzando le principali fonti di informazione, tra cui mappe nazionali e globali. I risultati evidenziano che le mappe nazionali sono spesso più precise e rappresentative, sottolineando l’importanza di investire in dati locali di alta qualità. Questo approccio permette alle aziende di individuare con maggiore precisione le aree di deforestazione legate alla produzione di cacao, migliorando la conformità normativa e le strategie di sostenibilità.

    Inoltre, il progetto evidenzia l’importanza di coinvolgere anche i piccoli agricoltori, promuovendo sistemi di tracciabilità più inclusivi e accurati. Un esempio è la compagnia colombiana Cordillera Chocolates, che sta integrando dati agronomici e digitali per mappare la filiera a livello di singolo agricoltore, migliorando la trasparenza e il riconoscimento delle pratiche sostenibili.

    Il miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei dati non solo aiuta le aziende a rispettare le normative, ma può anche favorire incentivi e supporto agli agricoltori, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità condivisa. A livello globale, si promuove anche la creazione di database condivisi per facilitare la collaborazione tra settore pubblico e privato, rafforzando l’efficacia delle strategie di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile nel settore del cacao.

  • Il programma Cacao-Trace assegna un bonus di 3,6 milioni di dollari per i coltivatori di cacao sostenibile

    Il programma Cacao-Trace assegna un bonus di 3,6 milioni di dollari per i coltivatori di cacao sostenibile

    Il programma Cacao-Trace di Puratos e Belcolade sta rivoluzionando il settore del cioccolato, combinando qualità superiore e impatto sociale positivo. Nel 2024, il “bonus cioccolato” erogato agli agricoltori ha registrato un aumento record del 33%, raggiungendo 3,6 milioni di dollari (3,2 milioni di euro), grazie a una crescente richiesta di prodotti etici e tracciabili.

    Per ogni chilogrammo di cioccolato Cacao-Trace venduto, 0,11 dollari vengono destinati direttamente ai coltivatori e alle loro comunità. Questi fondi hanno permesso nel 2024 di costruire 72 impianti idrici e realizzare sette progetti scolastici nelle regioni produttrici di cacao.

    Oltre al bonus cioccolato, Puratos ha erogato un ulteriore “premio qualità” di 4,2 milioni di dollari, ricompensando gli agricoltori che forniscono fave di cacao di qualità superiore. Il programma, attualmente attivo in otto paesi, ha sostenuto 24.073 agricoltori nel 2024, migliorando significativamente i loro mezzi di sussistenza.

    Lanciato nel 2016, il programma Cacao-Trace ha distribuito fino ad oggi oltre 11,2 milioni di dollari. Entro il 2025, il programma punta a raggiungere 25.000 agricoltori e a piantare circa 1,3 milioni di alberi, nell’ambito degli sforzi per l’agroforestazione e la resilienza climatica.

    Il programma Cacao-Trace si distingue nel settore dolciario con un approccio che combina eccellenza gustativa e responsabilità sociale. “I pagamenti vanno al 100% agli agricoltori e alle loro comunità, finanziando progetti che cambiano la vita, come attrezzature per l’acqua potabile, cliniche per la maternità e scuole”, aggiunge Youri Dumont, responsabile della divisione cioccolato di Puratos.

    Con uno sguardo al futuro, Puratos punta ancora più in alto: “Entro il 2030, la nostra ambizione è di distribuire annualmente un bonus di 8,9 milioni di dollari a 50.000 agricoltori, ridefinendo l’industria del cacao e dimostrando che gusto eccellente e impatto positivo possono andare di pari passo”, conclude Dumont.

  • L’industria agrumicola sudafricana si prepara a una stagione di crescita

    L’industria agrumicola sudafricana si prepara a una stagione di crescita

    L’industria agrumicola sudafricana si prepara a una stagione di crescita nel 2025, con previsioni incoraggianti per la produzione e l’esportazione di arance, nonostante le persistenti sfide logistiche e di accesso al mercato. Il settore, che rappresenta la principale esportazione agricola del Sudafrica, si conferma un pilastro fondamentale per l’economia e l’occupazione rurale del paese.

    Secondo le recenti stime del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA FAS) e della Citrus Growers’ Association of Southern Africa (CGA), la produzione di arance per il 2024-2025 è prevista in aumento dell’1% a 1,69 milioni di tonnellate metriche. Questo incremento è attribuito al miglioramento delle condizioni meteorologiche rispetto alla stagione precedente, che aveva risentito di eventi climatici avversi come inondazioni nella provincia del Capo Occidentale e gelate a Limpopo.

    In particolare, si prevede un aumento del 5% nel volume di esportazione delle arance Navel, con 26,1 milioni di cartoni da 15 kg disponibili per l’imballaggio. Per la prima volta, le stime sono state suddivise tra Navel precoci/medie (11,34 milioni di cartoni) e Navel tardive (14,75 milioni di cartoni) per una migliore tracciabilità. Anche le arance Valencia, dopo quattro anni di lievi cali, dovrebbero registrare un miglioramento, con una proiezione di aumento del 6% rispetto al 2024, raggiungendo i 52 milioni di cartoni da 15 kg. Tuttavia, l’impatto dei prezzi elevati per la trasformazione in succo di arancia potrebbe deviare parte del volume destinato all’esportazione di frutta fresca.

    Il Sudafrica si conferma uno dei maggiori esportatori mondiali di agrumi, e le arance giocano un ruolo cruciale in questo. I principali mercati di esportazione includono i Paesi Bassi (che fungono da hub per l’UE), gli Emirati Arabi Uniti, la Russia, gli Stati Uniti e la Cina. L’Unione Europea e il Regno Unito rimangono mercati significativi, ma anche l’Asia e il Medio Oriente stanno rapidamente diventando destinazioni chiave, con una crescita notevole negli ultimi anni.

    Nonostante le prospettive positive, l’industria agrumicola sudafricana deve affrontare diverse sfide. Le inefficienze logistiche nei porti rappresentano un ostacolo persistente, con perdite stimate in miliardi di Rand a causa di ritardi e congestioni.

    Un’altra preoccupazione significativa è l’incertezza tariffaria, in particolare per il mercato statunitense, dove un potenziale dazio del 30% potrebbe avere un impatto devastante sugli esportatori sudafricani se l’Accordo sulla Crescita e l’Opportunità in Africa (AGOA) non venisse rinnovato o si raggiungesse un accordo commerciale alternativo. Inoltre, l’industria è alle prese con le restrizioni fitosanitarie imposte dall’Unione Europea, ritenute “non scientifiche” dalla CGA, relative a malattie come il Citrus Black Spot (CBS) e la False Codling Moth (FCM), che limitano l’accesso al mercato.

    Nonostante queste sfide, i produttori sudafricani rimangono cautamente ottimisti. La resilienza del settore, gli investimenti in pratiche agricole migliori e la qualità eccellente dei frutti del 2025, in parte grazie a condizioni climatiche favorevoli e all’entrata in produzione di giovani alberi, lasciano ben sperare per una stagione equilibrata e proficua.

  • La produzione mondiale di agrumi potrebbe diminuire di oltre 2 milioni di tonnellate in questa stagione

    La produzione mondiale di agrumi potrebbe diminuire di oltre 2 milioni di tonnellate in questa stagione

    Il rapporto “Global Citrus Market and Trade Situation” pubblicato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) evidenzia un calo previsto nella produzione mondiale di agrumi per la stagione 2024/25, causato dalle avverse condizioni meteorologiche nell’emisfero settentrionale. Si stima che la produzione totale di tutti i tipi di agrumi diminuisca di oltre 2 milioni di tonnellate rispetto all’anno precedente. Mentre le condizioni climatiche avverse e le malattie continuano a influenzare negativamente la produzione di agrumi in molte aree dell’emisfero settentrionale, le prospettive nell’emisfero australe sono più positive.

    La malattia del greening degli agrumi continua a rappresentare una minaccia significativa, in particolare per le colture di arance in Brasile e negli Stati Uniti. La produzione di arance negli USA dovrebbe scendere di un ulteriore 10%, raggiungendo circa 2,2 milioni di tonnellate, il livello più basso degli ultimi 88 anni. A livello globale, la produzione di arance si ridurrà di 662.000 tonnellate, attestandosi a 45,2 milioni di tonnellate, con cali più marcati in Egitto, Turchia e Stati Uniti, nonostante l’aumento in Brasile.

    In Brasile, le condizioni meteorologiche favorevoli, con piogge regolari e temperature moderate, favoriscono un incremento di 700.000 tonnellate, portando la produzione a circa 13 milioni di tonnellate. Tuttavia, il clima insolitamente caldo e la diffusione della malattia Huanglongbing ridurranno comunque la produzione di circa 2,5 milioni di tonnellate rispetto all’anno precedente.

    Tra i principali paesi produttori dell’emisfero settentrionale, la Cina manterrà una produzione stabile a circa 7,6 milioni di tonnellate. Il Messico, invece, registrerà un aumento di 108.000 tonnellate, arrivando a 5,1 milioni, mentre il Marocco crescerà di 17.000 tonnellate, raggiungendo 960.000. L’Egitto subirà una diminuzione del 12%, con una produzione di circa 3,7 milioni di tonnellate, a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli durante la fioritura e l’allegagione.

    La produzione dell’UE si ridurrà di 70.000 tonnellate, attestandosi a 5,7 milioni, a causa della siccità in Italia. Negli Stati Uniti, la produzione si ridurrà del 10%, a circa 2,2 milioni di tonnellate, segnando il livello più basso degli ultimi 88 anni, mentre in Turchia si prevede una diminuzione di quasi un terzo, con circa 1,6 milioni di tonnellate, a causa del maltempo durante la fioritura.

    Nell’emisfero australe, la situazione si presenta opposta. Il Sudafrica vedrà un aumento dell’1% nella produzione, raggiungendo circa 1,7 milioni di tonnellate, grazie alle buone condizioni meteorologiche e a un leggero aumento delle aree coltivate. Anche l’Australia registrerà un incremento di 25.000 tonnellate, arrivando a circa 545.000, grazie alle condizioni favorevoli e all’espansione delle superfici di raccolta.