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  • Un altro finanziamento da 1,5 milioni di dollari per la ricerca sul citrus greening

    Un altro finanziamento da 1,5 milioni di dollari per la ricerca sul citrus greening

    Il Professor Ching-Hong Yang, docente di Scienze Biologiche presso l’Università del Wisconsin, ha ottenuto un finanziamento di 1,5 milioni di dollari dall’Istituto Nazionale per l’Alimentazione e l’Agricoltura (NIFA). Questa somma sosterrà la sua ricerca su un nuovo composto biologico volto a contrastare le malattie che minacciano le colture di agrumi, in particolare l’Huanglongbing (HLB), comunemente noto come “citrus greening”.

    L’HLB è una delle infezioni batteriche più pericolose per gli agrumi a livello globale, capace di devastare vaste aree di produzione e mettere a rischio l’economia di molte regioni produttrici. La ricerca di Yang si concentra su RejuAgro A (RAA), un composto naturale che, grazie a studi preliminari promettenti, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro questa malattia.

    Il progetto, intitolato “Portare RejuAgro sul mercato: sviluppo di un innovativo biopesticida a iniezione nel tronco per Huanglongbing (HLB)”, mira a sviluppare e velocizzare la commercializzazione di questa soluzione sostenibile. Yang ha dichiarato: “Questo finanziamento rappresenta un passo fondamentale nel tradurre le nostre scoperte di laboratorio in strumenti concreti per i coltivatori”.

    Già nel 2023, Yang aveva ricevuto 2,4 milioni di dollari sempre dal NIFA USDA, destinati allo sviluppo di strategie biologiche per combattere il colpo di fuoco batterico del melo e l’HLB degli agrumi. Con questa nuova somma, il suo finanziamento totale supera i 3,9 milioni di dollari, sottolineando l’importanza e il riconoscimento della sua ricerca a livello federale.

    L’obiettivo è accelerare il processo di sviluppo e portare sul mercato un prodotto efficace, sostenibile e facile da usare, che possa offrire ai coltivatori uno strumento affidabile per proteggere le proprie colture e rafforzare la resilienza dell’agricoltura.

    “Con questo supporto, possiamo fare un passo avanti decisivo per proteggere le colture di agrumi in tutto il mondo dagli effetti devastanti di Huanglongbing”, ha concluso Yang, evidenziando l’importanza di questa innovazione per il settore agricolo globale

  • I colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione

    I colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione

    Con l’aggravarsi della crisi nel settore del cacao, i principali colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione. Dopo anni di lotte contro gli effetti del cambiamento climatico, il fenomeno meteorologico El Niño e le malattie delle colture, ora l’impatto economico si fa sentire in modo pesante.

    Nei risultati semestrali, Barry Callebaut ha annunciato di aver rivisto al ribasso le proprie previsioni di produzione, prevedendo un calo a una sola cifra percentuale dei volumi di vendita nel 2025. Nell’ultimo semestre, l’azienda ha venduto poco più di 1 milione di tonnellate, con una diminuzione del 4,7% rispetto all’anno precedente, a causa dell’aumento dei prezzi del cacao che ha frenato la domanda.

    I dati globali mostrano un calo del 5,6% nei volumi di vendita di cacao, attribuito alla scarsità dell’offerta e alla domanda indebolita dall’aumento dei prezzi, con impatti più evidenti in Asia, Medio Oriente e Africa e in Europa centrale e orientale.

    Anche il settore del cioccolato sta vivendo un momento difficile: i volumi di vendita sono diminuiti del 4,5%, e secondo Nielsen, il mercato è ufficialmente in declino. L’instabilità dei prezzi ha ridotto gli ordini, aumentato i costi e modificato i comportamenti dei consumatori, creando un quadro complesso per il settore.

    Tuttavia, non tutti i mercati sono in contrazione. L’America Latina ha registrato una crescita del 7,5%, mentre l’area AMEA ha visto un aumento dell’1,8%, trainata da India, Indonesia e Medio Oriente.

    Al contrario, l’Europa occidentale ha subito un calo del 7,6%, a causa dei prezzi elevati e di cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, come il ritorno alla produzione interna e la riduzione delle gamme di prodotti. Anche l’Europa centrale e orientale ha sofferto, con un calo del 6,6%, in particolare in Turchia, mentre il Nord America ha registrato un calo più contenuto del 2,3%, dovuto alla domanda più debole da parte dei grandi produttori alimentari.

    Anche altri giganti del settore, come Mondelez e Hershey, stanno affrontando le conseguenze di questa crisi. Mondelez aveva già previsto all’inizio dell’anno un impatto significativo sui profitti a causa dei prezzi record del cacao, stimando un calo del 10% dell’utile per azione. La Hershey, invece, ha registrato un primo trimestre difficile, con un calo del 26,6% nel segmento dolciario, a causa di minori volumi di vendita e costi di produzione più alti, aggravati dai recenti aumenti dei dazi doganali statunitensi che hanno interrotto le forniture di cacao e aumentato ulteriormente i costi.

  • Secondo Rabobank, il raccolto di caffè brasiliano 2025/26 sarà in calo del 6,4%

    Secondo Rabobank, il raccolto di caffè brasiliano 2025/26 sarà in calo del 6,4%

    La banca olandese Rabobank ha pubblicato una nuova previsione sul raccolto di caffè per la stagione 2025/26, stimando una produzione di circa 62,8 milioni di sacchi da 60 chili. Si prevede un calo del 6,4% rispetto al ciclo precedente, nonostante le piogge di aprile nelle principali regioni produttrici del Brasile. La produzione di Arabica dovrebbe diminuire del 13,6%, attestandosi a 38,1 milioni di sacchi, mentre quella di Conilon potrebbe raggiungere un record di 24,7 milioni di sacchi, con un aumento del 7,3%.

    Nel mese di aprile, il Brasile ha esportato circa 3,1 milioni di sacchi di caffè, segnando un calo del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni cumulative del 2025 hanno raggiunto i 13,8 milioni di sacchi, con una riduzione del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo rallentamento è in linea con le previsioni precedenti, attribuibile alla bassa stagione e agli inventari storicamente bassi, conseguenza di raccolti precedenti deludenti e delle esportazioni record dell’anno scorso.

    Il mercato brasiliano ha iniziato la raccolta 2025/26 con un’offerta limitata, scorte basse e una domanda ancora resiliente. In alcune aree chiave come Matas de Minas, nel Cerrado Mineiro (MG), nel sud dell’Espírito Santo e nell’Alta Mogiana a San Paolo, le precipitazioni sono state inferiori alla media della stagione 2023/24. Tuttavia, le condizioni di pioggia record hanno favorito lo sviluppo finale dei chicchi, in particolare dell’Arabica. La Rabobank segnala inoltre un’accelerazione della raccolta di Conilon, iniziata ad aprile in Espírito Santo, con un’intensificazione prevista nei prossimi mesi per la raccolta di Arabica.

    Il tasso di cambio rimane favorevole anche a maggio: per acquistare una tonnellata di fertilizzante sono necessari circa 1,05 sacchi di caffè, con un calo dell’8% rispetto al mese precedente e del 47% rispetto all’anno scorso, quando ne bastavano 2. Secondo Rabobank, questo miglioramento è dovuto in parte al calo dei prezzi dell’urea, nonostante l’aumento dei costi del potassio.

    In Brasile, i prezzi del caffè Arabica sono aumentati del 4% a maggio rispetto ad aprile, recuperando le perdite del mese precedente. Al contrario, i prezzi del Conilon sono diminuiti del 2% nello stesso periodo, a causa delle aspettative di un raccolto record di Conilon e di un raccolto di Arabica più debole. La differenza di prezzo tra i due tipi di caffè ha portato a un incremento di circa 900 R$ a sacco per l’Arabica, incentivando l’industria locale e i torrefattori a utilizzare più Conilon nelle miscele destinate al mercato interno.

    Nonostante l’aumento dei prezzi al dettaglio, le vendite di caffè nei supermercati sono cresciute tra il 3% e il 4% nel primo trimestre del 2025, segnalando una domanda ancora forte tra i consumatori.

  • Minas Gerais ancora una volta sul podio del Premio Illy: i caffè della regione trionfano come migliori del Brasile

    Minas Gerais ancora una volta sul podio del Premio Illy: i caffè della regione trionfano come migliori del Brasile

    Il Premio Ernesto Illy per la qualità sostenibile del caffè espresso ha incoronato nuovamente il caffè di Minas Gerais come il migliore del Brasile, durante la 34ª edizione tenutasi l’8 maggio a San Paolo. Un riconoscimento che conferma la posizione di leadership della regione nel panorama della produzione di caffè di alta qualità e sostenibile nel Paese.

    Tra i 40 finalisti nazionali, sono stati premiati tre eccezionali coltivatori, scelti per l’eccellenza delle loro produzioni e il rispetto delle pratiche sostenibili. I vincitori sono: Dimas Mendes Bastos, della regione di Matas de Minas; la Fattoria Sequoia Minas, situata a Chapada de Minas; e Leda Terezinha Castellani Pereira Lima, del sud di Minas Gerais. A ciascuno è stato consegnato un diploma e un assegno del valore di 10.000 R$, simbolo di riconoscimento e incentivo per l’eccellenza.

    Secondo l’organizzazione, il Premio Ernesto Illy, istituito nel dicembre 1991, si è affermato come un punto di riferimento imprescindibile nel settore del caffè, contribuendo a rivoluzionare lo scenario della coltivazione nel Brasile. Finora, l’iniziativa ha premiato oltre 1.500 coltivatori e distribuito premi per un valore complessivo superiore agli 8 milioni di R$, valorizzando le pratiche di produzione sostenibile e di alta qualità.

    Il prestigio del premio non si ferma ai confini nazionali: i vincitori hanno l’opportunità di accedere alla scena internazionale, partecipando al 10° Ernesto Illy International Coffee Award, che si terrà a Roma nella seconda metà dell’anno. In questa competizione, 27 coltivatori selezionati provenienti da 9 Paesi produttori di caffè per illycaffè si sfideranno per il titolo di miglior caffè del mondo, celebrando l’eccellenza globale nel settore.

    L’evento, organizzato dall’azienda italiana, non solo rappresenta un momento di grande prestigio per i vincitori, ma funge anche da termometro per il mercato mondiale del caffè. Negli ultimi anni, le edizioni internazionali del premio hanno visto i caffè di Minas Gerais occupare le prime posizioni, contribuendo ad attrarre nuovi acquirenti e a rafforzare la reputazione della regione come epicentro di qualità e sostenibilità

  • In Brasile i prezzi del caffè sono aumentati dell’ 80,2% rispetto all’anno scorso

    In Brasile i prezzi del caffè sono aumentati dell’ 80,2% rispetto all’anno scorso

    Il caffè, una delle bevande più amate sulle tavole brasiliane, ha registrato un incremento dei prezzi senza precedenti negli ultimi 12 mesi, con un aumento dell’80,2% fino ad aprile, secondo l’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo (IPCA) dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE). Si tratta della variazione più ampia mai registrata in un anno dall’introduzione del Real Plan nel 1994.

    Nel dettaglio, mentre l’IPCA generale è salito del 5,53% nello stesso periodo, i prezzi di alimenti e bevande sono aumentati del 7,81%. Tuttavia, il dato più sorprendente riguarda il 2025, con un aumento cumulato del 35,85% del prezzo del caffè, ben oltre il 2,48% dell’indice generale e il 3,70% relativo ad alimenti e bevande.

    Solo ad aprile, i prezzi del caffè sono cresciuti del 4,48%, un rallentamento rispetto all’8,14% di marzo, ma comunque un incremento significativo.

    Fernando Gonçalves, direttore dell’IPCA, ha spiegato che, nonostante la raccolta dei chicchi sia iniziata, il prezzo del caffè continua a essere influenzato dalla tendenza al rialzo a livello internazionale. “Anche il dollaro si sta facendo più caro”, ha commentato.

    Il Brasile, principale produttore ed esportatore mondiale di caffè Arabica, si trova ad affrontare sfide legate alle condizioni climatiche che hanno inciso sulla produzione, non solo nel Paese ma anche in altri grandi produttori come il Vietnam. La domanda globale di caffè, in crescita, esercita ulteriore pressione sui prezzi.

    Secondo l’Indagine sistematica sulla produzione agricola (LSPA) di marzo, condotta sempre dall’IBGE, si prevede che il raccolto di caffè Arabica nel 2025 raggiungerà circa 2,1 milioni di tonnellate, ovvero 35,8 milioni di sacchi da 60 kg. Tuttavia, questa cifra rappresenta un calo del 10,6% rispetto al 2024.

    Il 2025 si configura come un anno di “biennio negativo” per le coltivazioni di caffè, caratterizzato da un naturale esaurimento delle piante e da sfide stagionali che incidono sulla produzione complessiva.

  • Previsione di raccolto record per la Robusta brasiliana

    Previsione di raccolto record per la Robusta brasiliana

    Nonostante un ciclo biennale generalmente negativo, le previsioni indicano che la produzione mondiale di caffè nel 2025 crescerà del 2,7% rispetto alla scorsa stagione, raggiungendo circa 56 milioni di sacchi, il volume più alto mai registrato in un anno con basse rese biennali. Se questa stima sarà confermata, si supererà dell’1,1% il raccolto del 2023, segnando un risultato storico. I dati sono contenuti nel 2° sondaggio sul raccolto di caffè del 2025, pubblicato martedì 6 maggio dalla National Supply Company (Conab).

    Il miglioramento è attribuibile principalmente al recupero della produttività delle colture di conilon, specie che si prevede raggiungerà un record di 18,7 milioni di sacchi grazie a condizioni climatiche favorevoli e a un aumento della superficie coltivata in formazione, che cresce del 12,3%. La regione di Espírito Santo, principale produttrice di conilon, si conferma leader con una stima di 13,1 milioni di sacchi, grazie alle buone precipitazioni che hanno favorito la crescita. Anche Bahia, seconda regione per produzione di conilon, registra una ripresa del 28,2%, con circa 2,5 milioni di sacchi, superando Rondônia.

    Per quanto riguarda l’Arabica, la specie più colpita dal ciclo biennale, si prevede una diminuzione del 6,6%, con circa 37 milioni di sacchi raccolti. La riduzione è influenzata dall’effetto combinato del ciclo naturale e di condizioni meteorologiche avverse, come siccità prolungata e instabilità climatica, che hanno ridotto il vigore vegetativo delle piante. Tuttavia, l’aumento della superficie coltivata (+5,3%) in stati come San Paolo e Minas Gerais ha contribuito a mantenere stabile la produzione, che si stima crescerà dell’1,3%, raggiungendo circa 5,5 milioni di sacchi.

    Sul fronte del mercato, dopo il record di esportazioni nel 2024 con 50,5 milioni di sacchi, le spedizioni brasiliane nel primo trimestre del 2025 hanno subito un lieve calo dell’1%, con 11,7 milioni di sacchi esportati. Tuttavia, il valore delle esportazioni è aumentato del 68,9%, raggiungendo 4,1 miliardi di dollari, grazie ai prezzi elevati del caffè all’inizio dell’anno.

  • Espirito Santo : il 14 maggio si inagura il raccolto 2025 di caffè conilon

    Espirito Santo : il 14 maggio si inagura il raccolto 2025 di caffè conilon

    Il Brasile, principale produttore mondiale di caffè conilón, si prepara ad inaugurare ufficialmente il raccolto 2025 nello stato di Espírito Santo, un vero e proprio polo di eccellenza per questa varietà di caffè. L’evento di apertura, denominato “Giornata Speciale di Apertura della Raccolta del Caffè Conilón”, si terrà il 14 maggio nel comune di Jaguaré, e rappresenta un momento di grande importanza sia per il settore agricolo che per l’economia locale. La manifestazione riunirà produttori, autorità governative, tecnici, ricercatori e aziende del settore, creando un’occasione unica di confronto e aggiornamento sulle innovazioni e le sfide della coltivazione del conilon.

    Il programma dell’evento sarà ricco e articolato: si prevedono conferenze sull’evoluzione delle tecniche di raccolta meccanizzata, dimostrazioni pratiche di macchinari all’avanguardia, visite guidate ai campi di coltivazione e una simbolica vendemmia, che sottolinea l’importanza culturale e economica di questa coltura. La giornata rappresenta anche un momento di celebrazione per un raccolto che, nel corso degli anni, ha consolidato il ruolo di Espírito Santo come uno dei principali motori dell’economia regionale e nazionale.

    Per quanto riguarda le previsioni di produzione, le stime più recenti, pubblicate dalla Companhia Nacional de Abastecimento (Conab), indicano che il raccolto del 2025 potrebbe raggiungere circa 11,8 milioni di sacchi, segnando un incremento del 20% rispetto ai 9,8 milioni di sacchi prodotti nel 2024. Questo aumento è attribuibile a miglioramenti nelle tecniche agricole, a condizioni climatiche favorevoli e a investimenti nelle infrastrutture di raccolta e lavorazione.

    Lo stato di Espírito Santo vanta 49 proprietà agricole dedicate alla coltivazione del conilon, e rappresenta il 76% di tutte le esportazioni di questa varietà di caffè dal Brasile, che è il più grande esportatore mondiale. Nel 2024, la produzione ha raggiunto un record storico di 9,8 milioni di sacchi, con oltre 8 milioni di sacchi destinati all’export, generando un fatturato di quasi 1,8 miliardi di dollari. Questi dati testimoniano l’importanza strategica del settore per l’economia locale e il ruolo di Espírito Santo come leader nel mercato globale del conilon.

  • I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    Il prezzo del cacao ha vissuto mesi di forte crescita, influenzando significativamente i costi al dettaglio. Recentemente, a Londra, le posizioni lunghe sul cacao sono scese ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni, mentre anche a New York si è registrata una contrazione, segno che gli operatori del settore ritengono che i prezzi non possano salire ulteriormente.

    A febbraio 2025, le quotazioni del cacao sono aumentate del 77,4% rispetto allo stesso mese del 2024, e il confronto con il 2020 è ancora più impressionante: +262,9%, secondo i dati di Federconsumatori.

    Per proteggersi dai rialzi, nel 2024 molti produttori di cioccolato avevano adottato strategie di copertura tramite contratti futures di lunga durata, strumenti finanziari che permettono di fissare il prezzo di acquisto o vendita di una materia prima per una data futura. Questi contratti aiutano le aziende a gestire le fluttuazioni di mercato, spesso influenzate da fattori climatici nei paesi di produzione delle fave di cacao.

    Tuttavia, questi strumenti finanziari sono costosi, e nel 2025 molte imprese stanno preferendo soluzioni alternative, come assicurazioni over-the-counter più vantaggiose in un contesto di prezzi elevati. Alcune aziende, come Venchi, hanno deciso di abbandonare le coperture a lungo termine, optando per approvvigionamenti mensili e confidando in un possibile calo delle quotazioni.Fino a quest’anno, molte aziende erano comunque protette grazie alle coperture stipulate l’anno precedente. Anche grandi marchi del caffè, come Lavazza e Starbucks, stanno adottando strategie più prudenti, riducendo le coperture a periodi più brevi per gestire meglio i rischi legati alle oscillazioni di mercato.

  • In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao

    In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao


    Mentre l’industria mondiale del cacao affronta un altro anno di sfide, i marchi dolciari stanno cercando di diversificare le fonti di approvvigionamento, puntando oltre l’Africa occidentale per garantire un futuro sostenibile. La vera domanda è come regioni come l’America Latina e l’Asia stiano contribuendo a stabilizzare le catene di fornitura e a sostenere la produzione a lungo termine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO) di marzo 2025, i prezzi del cacao si sono leggermente raffreddati rispetto ai massimi storici di gennaio, ma rimangono molto volatili. L’ICCO segnala che i raccolti in Costa d’Avorio hanno bisogno di più pioggia, mentre la domanda si sta indebolendo e i nuovi dazi statunitensi complicano il quadro globale. nnIn questo contesto di pressioni continue, tra cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi, malattie delle piante, normative stringenti, tensioni economiche e contrabbando, le aziende stanno rivedendo le proprie strategie di approvvigionamento per assicurarsi una fornitura stabile in futuro. Gli esperti di GEP avvertono che il settore del cacao rischia una crisi, con una previsione di calo di circa un milione di tonnellate di produzione nel 2025, nonostante la domanda di cioccolato cresca del 3%. Per colmare il gap, i marchi devono esplorare nuove aree di produzione e ridurre la dipendenza dall’Africa occidentale, che attualmente fornisce circa il 60% del cacao mondiale. nnL’America Latina sta emergendo come regione chiave per la crescita della produzione di cacao. I dati di Statista mostrano che nel 2023 le Americhe hanno rappresentato oltre il 20% della produzione globale, diventando la seconda regione dopo l’Africa occidentale. Tra il 2013 e il 2023, la produzione in America Latina e nei Caraibi è aumentata del 56%, trainata da paesi come Ecuador, Brasile e Perù, grazie a piantagioni più grandi, sistemi di irrigazione più avanzati e l’uso di semi ibridi resistenti alle malattie. nnAnche l’Asia sta facendo passi avanti come regione di approvvigionamento sostenibile. La Cocoa Association of Asia (CAA) sottolinea che l’offerta locale è ancora insufficiente rispetto alla domanda, ma sono in corso iniziative per migliorare la situazione. Attraverso il Asian Cocoa Paper, la CAA promuove collaborazione tra operatori e ONG per aumentare la produttività, adottare pratiche agricole sostenibili e coinvolgere più agricoltori. L’Indonesia, leader regionale, ha visto una crescita del 60% della produzione negli ultimi dieci anni, passando da 290.000 a 465.000 tonnellate, grazie anche a una tassa sull’esportazione introdotta nel 2010. La Malesia, secondo produttore della regione, ha aumentato del 28% la macinazione di cacao negli ultimi dieci anni, raggiungendo le 375.000 tonnellate. nnPer rafforzare la resilienza della filiera, oltre a diversificare le aree di approvvigionamento, è fondamentale migliorare le partnership logistiche e adottare pratiche agricole resilienti al clima e sostenibili, per garantire un futuro stabile e sostenibile per la produzione di cacao.

  • L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    La Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure di semplificazione volto a ridurre del 30% i costi e gli oneri amministrativi legati al regolamento Ue contro la deforestazione (Eudr). Questa iniziativa, anticipata nelle ultime settimane, mira a facilitare l’adesione delle imprese alle nuove norme, che entreranno in vigore dal 31 dicembre 2025, dopo un rinvio di un anno. Il regolamento ha l’obiettivo di prevenire l’ingresso nel mercato unico di prodotti provenienti da pratiche di sfruttamento eccessivo delle foreste, rafforzando i controlli sulle filiere aziendali e garantendo una maggiore trasparenza.

    Tra le principali preoccupazioni legate alla deforestazione vi sono anche i settori del caffè e del cacao, due delle colture più consumate al mondo e spesso associate a pratiche agricole che contribuiscono alla perdita di biodiversità e alla distruzione delle foreste tropicali. La produzione di caffè e cacao, infatti, è spesso concentrata in aree di foresta pluviale, dove le pratiche di coltivazione intensive e l’espansione delle piantagioni hanno accelerato la deforestazione, minacciando ecosistemi unici e le comunità locali. La Commissione europea ha riconosciuto l’importanza di includere anche questi settori nelle misure di tutela, promuovendo filiere più sostenibili e trasparenti per garantire che i prodotti siano certificati e non contribuiscano alla distruzione delle foreste.

    Le nuove misure di semplificazione, introdotte a seguito delle lamentele di industrie e partner commerciali, tra cui Brasile, Indonesia e la precedente amministrazione Biden negli Stati Uniti, consentiranno alle aziende di riutilizzare le dichiarazioni di impatto ambientale già presentate in passato, riducendo la burocrazia e permettendo l’invio di aggiornamenti su base annuale invece che per ogni spedizione. Inoltre, le imprese potranno avvalersi dei codici di riferimento univoci delle dichiarazioni di due diligence dei propri fornitori, semplificando così le procedure di verifica e conformità.

    La Commissione ha anche aggiornato le linee guida rivolte a aziende, Stati membri e Paesi partner, con l’obiettivo di favorire un’applicazione più efficace delle norme. Entro il 30 giugno 2025, sarà inoltre introdotto un sistema di classificazione dei Paesi in base al livello di rischio di deforestazione, che aiuterà a indirizzare meglio le politiche di controllo e a rafforzare la tutela delle foreste a livello globale. Questa serie di interventi rappresenta un passo importante verso un mercato più sostenibile e trasparente, in linea con gli impegni europei per la lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità, con particolare attenzione anche alle filiere del caffè e del cacao, che sono tra le più vulnerabili e critiche in termini di impatto ambientale