Categoria: Caffè

  • Consumi di caffè in Brasile in calo nel primo quadrimestre del 2025, ma con segnali di ripresa tra i consumatori

    Consumi di caffè in Brasile in calo nel primo quadrimestre del 2025, ma con segnali di ripresa tra i consumatori

    Nel primo quadrimestre del 2025, il mercato del caffè in Brasile ha mostrato segnali di rallentamento, con un calo complessivo del 5,13% nei consumi al dettaglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati, pubblicati dall’Associazione brasiliana dell’industria del caffè (Abic), evidenziano come il settore, responsabile di circa il 73-78% della domanda interna, abbia subito una contrazione significativa, anche se con alcune variazioni mensili.

    In particolare, ad aprile, il consumo di caffè è diminuito del 15,96% rispetto allo stesso mese del 2024, dopo un inizio d’anno caratterizzato da lievi aumenti a gennaio (+1,26%) e febbraio (+0,89%). Solo a marzo si è registrato il primo segnale di calo, con una diminuzione del 4,87% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

    Il settore ha venduto complessivamente circa 4,75 milioni di sacchi nei primi quattro mesi, rispetto ai 5,01 milioni dello stesso periodo del 2024. Tuttavia, nonostante questa contrazione, si osserva una leggera ripresa tra marzo e aprile, con un aumento dello 0,84% nelle vendite mensili.

    Uno dei fattori principali che influenzano questa dinamica è l’aumento dei prezzi: secondo l’indice IPCA, negli ultimi 12 mesi i prezzi del caffè macinato sono aumentati dell’80,2%. La stagionalità e le restrizioni all’offerta, che avevano raggiunto livelli critici a fine 2024, si sono progressivamente attenuate da febbraio, anche se l’approvvigionamento di chicchi di qualità rimane difficile.

    Il presidente di Abic ha commentato che, nonostante la contrazione più significativa degli ultimi 20 anni, la domanda dei consumatori brasiliani si mantiene resiliente. Mentre le vendite all’industria e ai supermercati sono in calo, le vendite al dettaglio continuano a mostrare segnali di stabilità, con i consumatori che cercano di conservare il caffè nel loro paniere alimentare.

    Per quanto riguarda le categorie di prodotto, si registra un aumento dei prezzi per il caffè istantaneo (+8,55% tra marzo e aprile), che ha raggiunto i 223,75 R$/kg. Al contrario, le capsule, prodotto di fascia più alta, hanno subito un calo dell’8,11%, passando da 437,82 R$ a 402,33 R$/kg. A livello annuale, il caffè solubile ha registrato il maggior incremento, con un aumento dell’85%, seguito dal segmento gourmet (+56%) e da quello tradizionale/extra forte (+50%).

  • Cafés do Brasil: previsione di fatturato record per il 2025, con un incremento del 59% rispetto al 2024

    Cafés do Brasil: previsione di fatturato record per il 2025, con un incremento del 59% rispetto al 2024

    Il settore del caffè in Brasile si prepara a raggiungere un nuovo traguardo nel 2025, con una stima di fatturato lordo complessivo di circa 127,88 miliardi di R$. Questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto ai 80,31 miliardi di R$ registrati nel 2024, con una crescita del 59,2%. Se si confrontano i dati con il 2023, il incremento è ancora più marcato, superando il 140%, passando da 53,24 miliardi di R$ a quasi 128 miliardi in soli due anni.

    La stima si basa sui dati pubblicati mensilmente dalla Segreteria della Politica Agricola (SPA) del Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento (MAPA), che calcola il Valore Lordo della Produzione (VBP) dei caffè brasiliani. Per il 2025, si prevede che il settore della specie Coffea arabica contribuirà con circa 93,05 miliardi di R$, ovvero il 72,7% del totale, mentre la Coffea canephora (robusta e conilon) genererà circa 34,82 miliardi di R$, pari al 27,3%.

    Analizzando più nel dettaglio, il valore stimato per la C. arabica rappresenta un aumento di circa il 60% rispetto ai 58,15 miliardi di R$ del 2024. Minas Gerais si conferma il principale stato produttore, con un fatturato stimato di 65,55 miliardi di R$, ovvero il 70,4% del totale nazionale di questa specie. Seguono San Paolo con 12,31 miliardi R$ (13,2%), Espírito Santo con 7,23 miliardi R$ (7,7%), Bahia con 4,61 miliardi R$ (4,9%) e Paraná con 1,78 miliardi R$ (1,9%). Insieme, questi cinque stati rappresentano la maggior parte della produzione di C. arabica nel Paese.

    Per quanto riguarda la C. canephora, la classifica dei principali stati produttori vede in testa Espírito Santo, con un fatturato stimato di 22,80 miliardi R$ (65,46%), seguito da Rondônia con 5,72 miliardi R$ (16,42%), Bahia con 5,02 miliardi R$ (14,41%), Minas Gerais con circa 760 milioni di R$ (2,18%) e Mato Grosso con circa 330 milioni di R$ (meno dell’1%).

    Questi dati evidenziano come il settore del caffè brasiliano continui a crescere e a consolidarsi come uno dei pilastri dell’economia nazionale, con prospettive di sviluppo e investimenti che si traducono in un fatturato record per il 2025.

  • Ricavi record per le esportazioni di caffè brasiliano nonostante il calo di volume

    Ricavi record per le esportazioni di caffè brasiliano nonostante il calo di volume

    Nel primo quadrimestre del 2025, le esportazioni di caffè dal Brasile hanno raggiunto un totale di 13,81 milioni di sacchi da 60 kg, generando entrate in valuta estera per circa 5,23 miliardi di dollari. Nonostante un calo del 15,5% nel volume rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i ricavi sono invece aumentati del 51%, segnando il valore più alto mai registrato per questo periodo.

    Secondo i dati ufficiali, le esportazioni di caffè della specie Coffea arabica hanno rappresentato l’84,8% del totale con 11,71 milioni di sacchi. La seconda posizione spetta alla Coffea canephora (robusta e conilon), con circa 807 mila sacchi (5,8%), mentre il caffè solubile si ferma a circa 1,28 milioni di confezioni, pari a circa lo 0,2% del totale.

    Dal luglio 2024 ad aprile 2025, le vendite all’estero di caffè brasiliano hanno totalizzato circa 40 milioni di sacchi, segnando una crescita dell’1,52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In termini di ricavi in ​​valuta estera, questa fase ha portato ad un incasso complessivo di oltre 12,44 miliardi di dollari, con un incremento notevole del 56,31%.

    Prendendo come riferimento i dati del Rapporto Cecafé , si può osservare che i cinque principali Paesi di destinazione delle esportazioni di caffè brasiliano, nei primi quattro mesi del 2025, in ordine decrescente, sono stati: in primo luogo, gli Stati Uniti, che hanno acquisito l’equivalente di 2,37 milioni di sacchi da 60 kg, rappresentando quindi il 17,16% del volume totale esportato dal Paese nel periodo. Al secondo posto si colloca la Germania, con 1,78 milioni di sacchi (12,88%), seguita dall’Italia, al terzo posto, con 1,14 milioni di sacchi (8,25%).

    Al quarto posto il Giappone, con 865,93 mila sacchi (6,17%). Infine, al quinto posto, troviamo il Belgio, con un acquisto equivalente a 618,30 mila sacchi da 60 kg, pari al 4,47% delle vendite totali di caffè brasiliano da gennaio ad aprile 2025.

  • Secondo la Banca Mondiale prezzi del caffè ancora in aumento per tutto il 2025, caleranno nel 2026

    Secondo la Banca Mondiale prezzi del caffè ancora in aumento per tutto il 2025, caleranno nel 2026

    Secondo le ultime stime della Banca Mondiale, la produzione mondiale di caffè per la stagione 2024/25 dovrebbe aumentare di circa 3 milioni di sacchi, raggiungendo i 173 milioni. Tuttavia, questa cifra si mantiene ancora sotto i livelli record del 2020/21, segno che il settore continua a confrontarsi con sfide legate alle condizioni climatiche e alle dinamiche di mercato.

    Gli analisti della World Bank prevedono un andamento altalenante dei prezzi: nel corso del 2025, il costo medio dell’arabica potrebbe salire del 50% rispetto al 2024, alimentando aspettative di rialzi significativi per i produttori. Tuttavia, questa crescita dovrebbe avere una diminuzione del 15% prevista nel 2026. Per quanto riguarda il robusta, i prezzi sono attesi in aumento di quasi il 25% nel 2025, prima di un calo del 9% nel 2026, riflettendo le dinamiche di domanda e offerta e le tensioni sui mercati globali.

    Nel frattempo, i mercati a termine del caffè hanno registrato un nuovo calo, dopo un breve consolidamento a metà settimana. Giovedì 22 maggio 2025, entrambe le principali borse hanno virato al ribasso, toccando i minimi da oltre un mese. A New York, il contratto luglio ha perso quasi il 2,6%, chiudendo a 360,75 centesimi di dollaro per libbra, livello più basso dal 14 aprile. A Londra, il contratto di luglio ha registrato una flessione del 2,4%, chiudendo a 4.787 dollari per libbra, minimo dal 9 aprile.

    Le prospettive di un miglioramento delle condizioni di raccolto nei principali paesi produttori, come Brasile, Vietnam e Colombia, continuano a esercitare pressione sui prezzi, anche se lo scenario globale rimane sostanzialmente stabile. La ripresa delle produzioni, unita alle incertezze sulla domanda globale, alimenta la volatilità dei mercati, che restano sensibili alle variazioni climatiche, alle politiche commerciali e alle fluttuazioni valutarie.

    In questo contesto, gli operatori si preparano a oscillazioni che potrebbero influenzare sia i prezzi all’origine che quelli al consumo.

  • In un clima di incertezza la Fed  mantiene i tassi di interesse sul dollaro invariati

    In un clima di incertezza la Fed mantiene i tassi di interesse sul dollaro invariati

    La settimana scorsa ha portato importanti novità sul fronte economico e commerciale. La Federal Reserve statunitense ha deciso di mantenere i tassi di interesse sul dollaro invariati, senza fretta di ridurli. Questa scelta riflette le attuali condizioni dell’economia americana e le incertezze legate all’inflazione e alle politiche commerciali.

    Perché la Fed non ha fretta di abbassare i tassi? I dati indicano che il mercato del lavoro negli Stati Uniti è ancora stabile, con un basso tasso di disoccupazione che permette ai cittadini di trovare facilmente un impiego. Tuttavia, l’inflazione rimane elevata, alimentata anche dai cambiamenti nelle politiche di Trump, che sta modificando le norme su commercio, immigrazione e regolamentazioni, e dai dazi commerciali che, se mantenuti, potrebbero continuare a spingere i prezzi verso l’alto.

    Qual è l’effetto dei dazi? La loro presenza può causare un aumento temporaneo dei prezzi, ma l’impatto potrebbe essere sia breve che duraturo, a seconda delle politiche adottate. La Fed, quindi, aspetta di capire se l’inflazione è un fenomeno transitorio o più persistente, valutando attentamente anche l’andamento dell’occupazione.

    E i mercati? Nonostante le tensioni, i mercati delle materie prime hanno mostrato segnali di fiducia. Dopo un aumento del dollaro, i prezzi di molte materie prime sono saliti, con l’eccezione del robusta londinese. Questo perché il raccolto brasiliano di caffè robusta sta diventando più abbondante, portando le scorte a livelli vicini a quelli dell’inizio dell’anno. La produzione di Arabica, invece, ha superato di circa 1.000 tonnellate l’inizio del periodo, mentre il robusta si avvicina a un incremento di 180 tonnellate.

    Cosa succede nel mercato del caffè? La domanda e l’offerta continuano a mostrare segnali contrastanti. La produzione di caffè in Honduras dovrebbe aumentare del 5% nel 2025/26, mentre in Brasile le stime di produzione sono state riviste al rialzo, raggiungendo circa 65,5 milioni di sacchi. La Colombia, invece, ha registrato un aumento del 30% nella produzione di Arabica nei primi sette mesi della campagna 2024/25, con oltre 9 milioni di sacchi esportati.

    Qual è la prospettiva? È improbabile che il mercato del caffè si rafforzi nel breve termine, a meno che la Fed non decida di tagliare drasticamente i tassi di interesse o che l’indice del dollaro scenda sotto i 98 punti. Al momento, queste ipotesi sembrano poco probabili, e il mercato potrebbe continuare a mostrare volatilità.

  • Export brasiliano di caffè in forte calo ad aprile, mentre persistono le difficoltà portuali

    Export brasiliano di caffè in forte calo ad aprile, mentre persistono le difficoltà portuali

    L’industria del caffè brasiliana ha registrato un drastico calo delle esportazioni nel mese di aprile, secondo i dati ufficiali diffusi lunedì da Cecafé. Le esportazioni totali si sono attestate a circa 3,09 milioni di sacchi, con una diminuzione di quasi 1,2 milioni di sacchi (-27,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

    Il calo più evidente riguarda il caffè verde, che ha visto un decremento del 29,1%, con 2,78 milioni di sacchi esportati. In particolare, gli imbarchi di arabica sono diminuiti del 17,4%, attestandosi a circa 2,68 milioni di sacchi, mentre le esportazioni di robusta sono crollate dell’84,9%, a circa 104 mila sacchi, segnando una delle flessioni più marcate in assoluto. La riduzione delle esportazioni di caffè trasformato, principalmente solubile, è stata del 10,8%, con circa 309 mila sacchi.

    Se si considera il periodo da gennaio ad aprile, le esportazioni complessive di caffè brasiliano sono state di circa 13,8 milioni di sacchi, in calo del 15,5% rispetto allo stesso intervallo temporale del 2024. Tuttavia, si registra una lieve crescita nel settore del caffè trasformato, che ha visto un aumento del 3,1%, con circa 1,3 milioni di sacchi esportati.

    I cinque principali Paesi di destinazione delle esportazioni di caffè brasiliano, nei primi quattro mesi del 2025, sono stati: gli Stati Uniti, che hanno acquisito l’equivalente di 2,37 milioni di sacchi da 60 kg, rappresentando quindi il 17,16% del volume totale esportato dal Paese nel periodo. Al secondo posto si colloca la Germania, con 1,78 milioni di sacchi (12,88%), seguita dall’Italia, al terzo posto, con 1,14 milioni di sacchi (8,25%).

    Al quarto posto il Giappone, con 865,93 mila sacchi (6,17%). Infine, al quinto posto, troviamo il Belgio, con un acquisto equivalente a 618,30 mila sacchi da 60 kg, pari al 4,47% delle vendite totali di caffè brasiliano da gennaio ad aprile 2025.

    Tuttavia, dietro a questi dati si cela una problematica di fondo che rischia di compromettere lo sviluppo futuro del settore: i ritardi infrastrutturali nei porti brasiliani. Il deterioramento delle strutture portuali sta diventando un ostacolo critico per l’agribusiness, con ripercussioni dirette sulla filiera del caffè.

    Non si tratta di singoli incidenti, bensì di un problema sistemico perchè i porti brasiliani stanno operando a piena capacità. Le attrezzature datate, la mancanza di manutenzione e gli investimenti insufficienti hanno creato una situazione insostenibile.

    Nel 2024, il Brasile ha investito in infrastrutture appena il 2,2% del PIL, una cifra molto inferiore a quella necessaria: si stima che servirebbe almeno il doppio per far fronte alla crescita della domanda prevista nei prossimi trent’anni.

  • Calano la produzione e l’export di caffè in India

    Calano la produzione e l’export di caffè in India

    L’industria del caffè in India si trova di fronte a un anno difficile, con una prevista diminuzione sia nella produzione che nell’export, che si protrarrà anche nel 2025/26. Secondo il recente Gain Report dell’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti), le condizioni climatiche avverse e gli eventi meteorologici estremi stanno influenzando negativamente le coltivazioni di caffè nel Paese asiatico, uno dei principali produttori mondiali di robusta e arabica.

    Per il raccolto 2024/25, l’India si attende una produzione di circa 6,2 milioni di sacchi, in calo del 5,5% rispetto ai 6,56 milioni dell’anno precedente (2023/24). La produzione di robusta, che rappresenta circa l’77% del totale, si ridurrà da 4,8 a 4,7 milioni di sacchi, mentre quella di arabica passerà da 1,4 a 1,35 milioni. Questa diminuzione è attribuibile principalmente a condizioni climatiche avverse, come ondate di calore, siccità e piogge irregolari, che hanno compromesso le fasi di fioritura e maturazione delle piante.

    L’India, noto come uno dei principali esportatori di caffè robusta, ha visto anche un calo significativo nelle esportazioni, che sono passate da circa 6,9 milioni di sacchi nel 2023/24 a circa 6,2 milioni nel 2024/25, con una diminuzione del 10,1%. Questo trend riflette non solo le minori quantità prodotte, ma anche le sfide logistiche e le restrizioni legate alla pandemia e alle tensioni internazionali, che hanno complicato le operazioni di esportazione.

    L’Italia si conferma come il principale mercato di destinazione del caffè indiano, continuando a importare grandi volumi di robusta e arabica per soddisfare la domanda di caffè di alta qualità e di miscele tradizionali. La forte domanda italiana, nota per la sua cultura del caffè e per le torrefazioni di eccellenza, rappresenta un elemento di stabilità in un contesto di mercato globale in difficoltà.

    Il calo della produzione indiana si inserisce in un quadro più ampio di sfide climatiche che interessano anche altri grandi produttori come Brasile, Vietnam e Indonesia. La crescente variabilità climatica sta spingendo il settore a investire in tecniche di agricoltura sostenibile, varietà resistenti e sistemi di irrigazione più efficienti.

  • Starbucks nel secondo trimestre: ricavi in crescita, ma utile e vendite in calo

    Starbucks nel secondo trimestre: ricavi in crescita, ma utile e vendite in calo

    Martedì 29 aprile, alla chiusura dei mercati, Starbucks ha pubblicato i risultati finanziari del secondo trimestre, conclusosi il 30 marzo, evidenziando un andamento meno brillante rispetto alle attese degli analisti. La più grande catena di caffetterie al mondo ha registrato ricavi di 8,76 miliardi di dollari, in aumento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma leggermente inferiori alle previsioni di mercato, che si attestavano a 8,83 miliardi.

    L’utile per azione (EPS) ha subito un forte calo, attestandosi a 41 centesimi rispetto ai 68 centesimi dello stesso trimestre dell’anno passato e ai 49 centesimi stimati dagli analisti. Questo calo ha evidenziato una pressione sui margini, con l’utile operativo che si è ridotto dal 12,8% al 6,9%, segnando il quinto trimestre consecutivo di contrazione delle vendite a livello globale. Nel trimestre precedente, la diminuzione era stata del 6%.

    Le vendite a parità di perimetro, ovvero escludendo effetti di aperture o chiusure di negozi, sono diminuite dell’1%, leggermente peggio delle aspettative degli analisti (-0,5%). La contrazione è stata principalmente causata da un calo del 2% nelle transazioni a parità di negozi, anche se questa diminuzione è stata parzialmente compensata da un aumento dell’1% nello scontrino medio.

    L’unica nota positiva riguarda le vendite internazionali, che hanno superato le previsioni con un incremento del 2%, grazie a un +3% nelle transazioni a parità di negozi, anche se lo scontrino medio ha subito un calo dell’1%. In Nord America, le vendite a parità di negozi sono scese dell’1%, con un -4% nelle transazioni e un +3% nello scontrino medio. Negli Stati Uniti, le vendite a parità di negozio sono diminuite del 2%, con un calo del 4% nelle transazioni e un aumento del 3% nello scontrino medio.

    Questi risultati evidenziano le sfide che Starbucks sta affrontando in un mercato sempre più competitivo e in evoluzione, con una crescente pressione sui margini e una diminuzione delle transazioni, anche se l’azienda continua a mostrare una certa resilienza nelle vendite internazionali. La società sta investendo in strategie di innovazione digitale, come ordini tramite app e programmi di fidelizzazione, per cercare di invertire questa tendenza.

    Inoltre, l’azienda sta affrontando le conseguenze di un contesto macroeconomico complesso, con inflazione e aumento dei costi operativi che incidono sui margini di profitto.

  • Luckin Coffee: trimestrale da record con ricavi a 1,22 miliardi (+41%)

    Luckin Coffee: trimestrale da record con ricavi a 1,22 miliardi (+41%)

    Luckin Coffee ottiene un nuovo record trimestrale, con ricavi che raggiungono i 1,22 miliardi di dollari, segnando una crescita del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La catena cinese continua a espandersi in un mercato domestico sempre più appassionato di caffè, con 1.757 nuove aperture nette tra gennaio e marzo 2025, di cui 1.743 in Cina, oltre a cinque a Hong Kong, sei a Singapore e otto in Malesia. Attualmente, il numero totale di punti vendita supera le 24.000 unità, con circa il 65% gestito direttamente e il resto in franchising, registrando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente.

    Nonostante il successo, l’ingresso di Luckin Coffee nel mercato italiano rimane al momento improbabile, anche se non del tutto escluso. La catena cinese ha dimostrato di saper sorprendere il mondo del settore: dalla rapida ascesa come startup unicorno quotata al Nasdaq, fino alle crisi legate a uno scandalo contabile che ha portato alla perdita di circa 5 miliardi di dollari di capitalizzazione e al suo successivo delisting. Tuttavia, grazie a una gestione rinnovata e a un rigoroso piano di risanamento, Luckin Coffee è riuscita a risorgere dalle proprie ceneri e a consolidare la propria presenza nel mercato asiatico.

    Luckin Coffee ha adottato strategie innovative per competere con i giganti come Starbucks in Cina, puntando su tecnologia digitale e consegne rapide tramite app mobile. La sua espansione si inserisce in un contesto di crescente domanda di caffè premium nel paese più popoloso del mondo. Inoltre, la società sta investendo in sostenibilità ambientale e innovazione dei prodotti per attrarre una clientela giovane e tecnologicamente avanzata. La sua ripresa finanziaria testimonia la capacità delle aziende cinesi di adattarsi rapidamente alle sfide del mercato globale dopo periodi turbolenti.

  • Secondo Rabobank, il raccolto di caffè brasiliano 2025/26 sarà in calo del 6,4%

    Secondo Rabobank, il raccolto di caffè brasiliano 2025/26 sarà in calo del 6,4%

    La banca olandese Rabobank ha pubblicato una nuova previsione sul raccolto di caffè per la stagione 2025/26, stimando una produzione di circa 62,8 milioni di sacchi da 60 chili. Si prevede un calo del 6,4% rispetto al ciclo precedente, nonostante le piogge di aprile nelle principali regioni produttrici del Brasile. La produzione di Arabica dovrebbe diminuire del 13,6%, attestandosi a 38,1 milioni di sacchi, mentre quella di Conilon potrebbe raggiungere un record di 24,7 milioni di sacchi, con un aumento del 7,3%.

    Nel mese di aprile, il Brasile ha esportato circa 3,1 milioni di sacchi di caffè, segnando un calo del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni cumulative del 2025 hanno raggiunto i 13,8 milioni di sacchi, con una riduzione del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo rallentamento è in linea con le previsioni precedenti, attribuibile alla bassa stagione e agli inventari storicamente bassi, conseguenza di raccolti precedenti deludenti e delle esportazioni record dell’anno scorso.

    Il mercato brasiliano ha iniziato la raccolta 2025/26 con un’offerta limitata, scorte basse e una domanda ancora resiliente. In alcune aree chiave come Matas de Minas, nel Cerrado Mineiro (MG), nel sud dell’Espírito Santo e nell’Alta Mogiana a San Paolo, le precipitazioni sono state inferiori alla media della stagione 2023/24. Tuttavia, le condizioni di pioggia record hanno favorito lo sviluppo finale dei chicchi, in particolare dell’Arabica. La Rabobank segnala inoltre un’accelerazione della raccolta di Conilon, iniziata ad aprile in Espírito Santo, con un’intensificazione prevista nei prossimi mesi per la raccolta di Arabica.

    Il tasso di cambio rimane favorevole anche a maggio: per acquistare una tonnellata di fertilizzante sono necessari circa 1,05 sacchi di caffè, con un calo dell’8% rispetto al mese precedente e del 47% rispetto all’anno scorso, quando ne bastavano 2. Secondo Rabobank, questo miglioramento è dovuto in parte al calo dei prezzi dell’urea, nonostante l’aumento dei costi del potassio.

    In Brasile, i prezzi del caffè Arabica sono aumentati del 4% a maggio rispetto ad aprile, recuperando le perdite del mese precedente. Al contrario, i prezzi del Conilon sono diminuiti del 2% nello stesso periodo, a causa delle aspettative di un raccolto record di Conilon e di un raccolto di Arabica più debole. La differenza di prezzo tra i due tipi di caffè ha portato a un incremento di circa 900 R$ a sacco per l’Arabica, incentivando l’industria locale e i torrefattori a utilizzare più Conilon nelle miscele destinate al mercato interno.

    Nonostante l’aumento dei prezzi al dettaglio, le vendite di caffè nei supermercati sono cresciute tra il 3% e il 4% nel primo trimestre del 2025, segnalando una domanda ancora forte tra i consumatori.