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  • Report sul cacao sotto la lente: si cercano nuovi modelli statistici

    Report sul cacao sotto la lente: si cercano nuovi modelli statistici

    Da mesi, la validità delle statistiche pubblicate sul mercato del cacao è al centro di un acceso dibattito, divenuto particolarmente rilevante dopo due anni di prezzi alle stelle. La questione ha raggiunto un tale livello di criticità da essere stata inserita all’ordine del giorno di una riunione straordinaria del Consiglio Internazionale del Cacao (ICCO) di maggio. L’esito? Un accordo tra paesi produttori e consumatori per nominare un gruppo di esperti incaricato di sviluppare un “modello statistico consensuale”.

    Al centro della discussione vi è il ruolo dell’ICCO nel pubblicare le previsioni per i prossimi mesi, in particolare quelle relative alle esportazioni (che equivalgono alla produzione, dato che la quasi totalità viene esportata) e alla domanda industriale. È stata proprio la previsione di un surplus di produzione, contenuta in un bollettino dell’ICCO pubblicato a febbraio, a scatenare la polemica. La Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale, si è indignata, ritenendo tali stime errate e capaci di alimentare il calo dei prezzi mondiali osservato in quel periodo.

    L’ICCO ha spiegato che i dati sono elaborati da statistici basandosi sulle informazioni fornite dai paesi membri. Per il resto, l’Organizzazione, il cui mandato include la pubblicazione di statistiche, ricorre a stime.

    Nell’attesa di un modello di calcolo universalmente validato, diversi paesi produttori hanno richiesto la sospensione delle statistiche trimestrali sulla produzione. L’ultimo bollettino, datato 30 maggio, ne è una prova: la colonna contenente le stime per la prossima stagione è scomparsa.

    La ragione di tanta cautela è chiara: nessuna previsione è insignificante. Analisti e trader utilizzano queste informazioni per acquistare o vendere la produzione in anticipo, a seconda che le previsioni siano positive o negative.

    La contestazione dei dati di quest’anno potrebbe essere legata al fatto che la loro pubblicazione è avvenuta proprio mentre i paesi iniziavano a vendere in anticipo il prossimo raccolto. Una previsione di maggiore produzione implica necessariamente contratti a prezzi inferiori. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Costa d’Avorio, l’interesse del settore è mantenere i prezzi mondiali alti, per poter continuare a offrire il miglior prezzo ai coltivatori di cacao, che sono anche elettori.

    La stessa preoccupazione si manifesta in Camerun, dove le elezioni sono previste per ottobre. Durante l’ultima riunione del Consiglio Internazionale del Cacao, il rappresentante del Paese ha mostrato “particolare solidarietà agli ivoriani”, secondo un partecipante.

    Una questione cruciale emerge da questa discussione: la scarsa chiarezza che avvolge l’industria del cioccolato. Nonostante un secolo sia trascorso dalla prima quotazione del cacao sui mercati finanziari, la quantità esatta prodotta da ogni nazione non sembra essere verificabile.

  • Calo dei prezzi del succo d’arancia: allarme o semplice assestamento?

    Calo dei prezzi del succo d’arancia: allarme o semplice assestamento?

    Il mercato globale del succo d’arancia concentrato ha registrato un netto calo nel corso di questa primavera, con i prezzi spot precipitati da 6.700 dollari/tonnellata (concentrato a 65°Brix) a 5.500 dollari. Un arretramento significativo che solleva interrogativi sulla tenuta di un settore già provato.

    Nonostante la flessione, gli addetti ai lavori sottolineano come il prezzo attuale rimanga comunque elevato se confrontato con il periodo tra il 2018 e la fine del 2022, quando il mercato aveva toccato il fondo con quotazioni tra gli 800 e i 2.200 dollari/tonnellata. La variazione di marzo è l’inizio di una spirale discendente che riporterà i prezzi “in zona rossa”? Nel medio termine, la risposta più probabile è “no”.

    Il calo dei prezzi trova parziale giustificazione in diversi fattori. Innanzitutto, la domanda di succo d’arancia ha subito un declino dalla fine del 2022. L’impennata dei prezzi ha allontanato i consumatori, spingendo gli imbottigliatori a riformulare i prodotti con miscele a minor contenuto di succo d’arancia.

    Inoltre, si prevede un raccolto brasiliano 2025-26 più abbondante. Condizioni climatiche più favorevoli e un “cocktail” di soluzioni mirate a mitigare le conseguenze del “greening” (una malattia devastante per gli agrumi) dovrebbero contribuire a una produzione maggiore nel paese che, di fatto, detta le regole del mercato. A questo si aggiunge l’emergere di nuovi attori, con l’Egitto in prima linea nel bacino del Mediterraneo, pronti a contribuire all’offerta globale.

    Tuttavia, gli indicatori sul fronte dell’offerta suggeriscono che il mercato rimarrà in tensione nel medio termine, sebbene forse con un’intensità leggermente inferiore rispetto alle due stagioni precedenti. Il prossimo raccolto brasiliano, pur preannunciandosi meno scarso, sarà comunque al di sotto della media storica, con l’USDA che prevede un incremento di appena il 7%. L’impatto dei nuovi operatori è ancora modesto e la materia prima continuerà a scarseggiare.

    Un elemento critico è il livello senza precedenti delle scorte brasiliane, mai così basse. Sarà necessario tempo per osservare un reale cambiamento nella struttura a monte del mercato. Il “greening” continua a diffondersi, interessando ormai il 45% degli alberi nella cruciale regione di San Paolo/Minas Gerais. E, sebbene si parli di piantumazioni in aree indenni (come i 40.000 ettari nel nord del paese), queste iniziative sono ancora perlopiù in fase di pianificazione, con rare eccezioni significative come la piantagione di 5.000 ettari nel Mato Grosso sviluppata da Cutrale.

  • L’oro nero d’Etiopia: esportazioni di caffè da record superano i 1,8 miliardi di dollari

    L’oro nero d’Etiopia: esportazioni di caffè da record superano i 1,8 miliardi di dollari

    Un’ondata di successi sta travolgendo il settore del caffè in Etiopia, la culla ancestrale della Coffea arabica. Negli ultimi dieci mesi, le esportazioni hanno raggiunto l’impressionante cifra di 1,87 miliardi di dollari, segnando un aumento dell’87% rispetto allo stesso periodo precedente. Questo risultato storico, diffuso dall’Autorità Etiope per il Caffè e il Tè (ECTA), non solo evidenzia la forza crescente del Paese nel mercato globale, ma supera anche del 142% gli obiettivi prefissati dal governo, proiettando l’Etiopia verso un traguardo di oltre 2 miliardi di dollari entro la fine dell’anno fiscale (7 luglio), se il trend positivo si manterrà.

    I volumi esportati hanno toccato le 354.302 tonnellate (equivalenti a 5.905.033 sacchi), registrando una crescita del 70%. Dietro questi numeri da record si cela una serie di riforme mirate e condizioni di mercato favorevoli, come sottolineato da Adugna Debela, direttore generale dell’ECTA. Debela ha evidenziato in particolare i progressi significativi compiuti dall’Etiopia nella tracciabilità e nel controllo qualità, due fattori cruciali che aumentano la fiducia dei mercati internazionali. Inoltre, il migliorato accesso ai buyer internazionali, facilitato da piattaforme di aste digitali e accordi commerciali bilaterali, ha giocato un ruolo fondamentale nell’espansione del mercato.

    Tradizionalmente, Germania, Arabia Saudita e Stati Uniti si confermano i principali acquirenti del caffè etiope, un’indicazione della consolidata presenza del Paese in mercati chiave e della sua capacità di soddisfare diverse esigenze di consumo.

    L’Etiopia conta su circa 5 milioni di piccoli agricoltori che si dedicano alla coltivazione del caffè, e per molti di loro, questa coltura rappresenta la principale fonte di reddito. Il successo di questi agricoltori è intrinsecamente legato al supporto governativo. Il governo etiope ha rafforzato il sostegno ai piccoli produttori attraverso la fornitura di input essenziali, la diffusione di sistemi avanzati di irrigazione e il miglioramento delle infrastrutture rurali. Questi interventi hanno non solo aumentato la produttività, ma anche migliorato le condizioni di vita di milioni di persone coinvolte nella filiera del caffè.

  • Cacao in rialzo: Dollaro debole e timori sull’offerta trainano i prezzi

    Cacao in rialzo: Dollaro debole e timori sull’offerta trainano i prezzi

    I mercati del cacao hanno registrato un aumento significativo mercoledì, con il cacao ICE NY di luglio (CCN25) in crescita dell’1,77% a +173 punti, e il cacao ICE London n. 7 di luglio (CAN25) che ha guadagnato l’1,13% a +73 punti. La spinta principale è arrivata dalla debolezza del dollaro statunitense, che ha indotto la chiusura di alcune posizioni corte sui future.

    A Londra, tuttavia, i guadagni sono stati in parte mitigati dal rafforzamento della sterlina britannica (GBPUSD), che ha toccato il massimo settimanale, rendendo il cacao espresso in sterline meno competitivo.

    Un altro fattore chiave a sostegno dei prezzi è il rallentamento delle esportazioni di cacao dalla Costa d’Avorio, un segnale preoccupante per le future forniture. Sebbene gli agricoltori ivoriani abbiano spedito 1,6 milioni di tonnellate di cacao ai porti tra il 1° ottobre e il 1° giugno, con un aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente, questo dato è nettamente inferiore al robusto +35% registrato a dicembre.

    Le preoccupazioni per il maltempo nell’Africa occidentale continuano a influenzare il mercato. Il mese scorso, il cacao di New York ha toccato il massimo degli ultimi quattro mesi proprio a causa di queste previsioni. Nonostante le recenti piogge, l’African Flood and Drought Monitor segnala che la siccità persiste in oltre un terzo del Ghana e della Costa d’Avorio, minacciando i raccolti.

    Inoltre, la qualità del raccolto di medio raccolto della Costa d’Avorio, attualmente in fase di raccolta fino a settembre, è motivo di crescente apprensione. I trasformatori di cacao lamentano la scarsa qualità delle fave, arrivando a rifiutare interi carichi. Si stima che circa il 5-6% del cacao di medio raccolto in ogni camion sia di qualità inferiore, una percentuale nettamente superiore all’1% riscontrato nel raccolto principale. Questa situazione aggiunge ulteriore pressione sull’offerta e contribuisce a sostenere i prezzi del cacao.

  • La febbre del caffè coreana si raffredda: chiudono centinaia di bar

    La febbre del caffè coreana si raffredda: chiudono centinaia di bar

    Dopo anni di espansione inarrestabile, il mercato delle caffetterie in Corea del Sud sta mostrando i primi segni di rallentamento. Quello che per molti è stato un vero e proprio “miracolo del caffè”, con locali che spuntavano a ogni angolo, sembra aver raggiunto il suo punto di saturazione. Le ultime statistiche fiscali dipingono un quadro chiaro: nel primo trimestre del 2025, il numero di caffè e rivendite di bevande ha registrato un saldo negativo di 743 esercizi rispetto allo stesso periodo del 2024, attestandosi a un totale di 95.337 unità registrate.

    Sebbene il calo non sia particolarmente marcato, la sua importanza risiede nel fatto che rappresenta la prima battuta d’arresto dopo sette anni di crescita ininterrotta. Un’espansione che ha visto il numero di locali più che raddoppiare, passando da 45.203 unità nel 2018 a 96.080 nel 2024. Persino durante la pandemia di COVID-19, quando molti settori hanno sofferto, le caffetterie coreane hanno continuato a prosperare. Ora, però, il trend si inverte.

    Questa flessione non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di declino che sta interessando molte altre categorie del settore fuori casa, tra cui pizzerie, ristoranti e, in particolare, i bar tradizionali, che hanno segnato il calo più drastico con 1.802 unità in meno. Diversi fattori contribuiscono a questo raffreddamento.

    Un elemento chiave è il calo generale del consumo di caffè. Sebbene la Corea del Sud rimanga uno dei maggiori consumatori di caffè pro capite al mondo, con una media di circa 377 tazze all’anno per persona secondo dati recenti, si osserva una saturazione del mercato e un cambiamento nelle abitudini dei consumatori. La cultura del “home brewing” è in crescita, con sempre più persone che preferiscono preparare il caffè a casa, spesso investendo in attrezzature di qualità. Questo riduce la frequenza delle visite alle caffetterie.

    Inoltre, l’eccessiva offerta di locali ha reso il mercato altamente competitivo, rendendo difficile per i nuovi esercizi e anche per quelli consolidati sostenere i costi operativi in un contesto di margini ridotti. L’aumento dei costi di affitto e del personale, unito a una domanda che non cresce più con la stessa intensità, sta mettendo a dura prova la redditività.

    La Corea del Sud, famosa per le sue caffetterie dal design innovativo e l’ampia offerta di bevande speciali, potrebbe ora essere costretta a un ripensamento strategico.

  • Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Le macinazioni di cacao in Asia hanno registrato un calo del 3,44% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 213.898 tonnellate metriche. Nonostante questa diminuzione su base annua, si è osservato un aumento dell’1,80% rispetto al trimestre precedente (Q4 2024). Il dato, sebbene negativo, è risultato migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un calo del 5%-7% per la regione asiatica.

    Il calo delle macinazioni in Asia si inserisce in un contesto globale di diminuzione della domanda di cacao nel Q1 2025, influenzata dai prezzi elevati. Anche l’European Cocoa Association (ECA) e la National Confectioners Association (NCA) hanno riportato cali nelle loro rispettive regioni: l’Europa ha registrato una diminuzione del 3,7% (a 353.522 tonnellate), mentre il Nord America ha visto un calo del 2,5% (a 110.278 tonnellate). Anche in questo caso, i cali sono stati inferiori alle previsioni.

    Nonostante la flessione, la “resilienza della domanda” suggerita dai dati sulle macinazioni, migliori del previsto, ha contribuito a sostenere i prezzi del cacao. Tuttavia, le incertezze persistono riguardo alla raccolta “mid-crop” in paesi produttori chiave dell’Africa occidentale.

    Le preoccupazioni per l’offerta, dovute a condizioni climatiche avverse (come El Niño), malattie delle piante (Cocoa Swollen Shoot Virus – CSSV) e l’età degli alberi, hanno spinto i prezzi del cacao a livelli record negli ultimi 18 mesi. Si prevede che i prezzi del cioccolato continueranno ad aumentare nel Q2 2025, sebbene forse con incrementi inferiori rispetto ai trimestri precedenti.

    A lungo termine, il mercato asiatico del cacao è influenzato da fattori come la crescita economica, l’aumento del reddito pro capite e l’urbanizzazione, in particolare in Cina e India, che stanno registrando un rapido cambiamento nel comportamento d’acquisto dei consumatori. L’espansione della produzione di cioccolato di specialità e artigianale alimenta la domanda di servizi di macinazione premium. Tuttavia, le tensioni commerciali e i dazi sui prodotti a base di cacao, in particolare in Asia e Nord America, stanno spingendo alcune aziende a rivedere le proprie previsioni di vendita.

  • In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    La Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale di cacao, si trova ad affrontare una situazione critica per il suo raccolto intermedio (aprile-settembre). Le piogge inferiori alla media registrate la scorsa settimana nelle principali regioni produttrici hanno generato forte preoccupazione tra gli agricoltori, che chiedono precipitazioni abbondanti per sostenere lo sviluppo dei baccelli.

    Il Paese si trova ufficialmente nella stagione delle piogge, che va da aprile a metà novembre e si caratterizza per precipitazioni solitamente intense. Tuttavia, le condizioni attuali non stanno soddisfacendo le esigenze delle coltivazioni. Secondo gli agricoltori, piogge consistenti a maggio e giugno sono cruciali per la crescita dei baccelli previsti per agosto e settembre, molti dei quali sono ancora di piccole e medie dimensioni e necessitano di maggiore umidità.

    Nelle regioni chiave come Soubré (sud-ovest), Agboville e Divo (sud), e Abengourou (est), le precipitazioni sono state significativamente inferiori alla media quinquennale. A Soubré, ad esempio, la scorsa settimana sono caduti solo 0,8 mm di pioggia, con un deficit di 28,5 mm rispetto alla norma. Analogamente, le piogge irregolari nelle regioni centro-occidentali di Daloa e centrali di Bongouanou e Yamoussoukro stanno minacciando i baccelli più piccoli. A Daloa, si sono registrati appena 4,5 mm di pioggia, con un calo di 17,8 mm rispetto alla media.

    Le previsioni meteo per la prossima settimana offrono un barlume di speranza per gli agricoltori ivoriani. Per tutta la prossima settimana, si prevedono temporali sparsi, e leggere piogge .

    Nonostante queste difficoltà, il raccolto sta comunque riprendendo, e si prevede che la disponibilità di fave continuerà ad aumentare fino alla fine di giugno. Gli acquirenti, dal canto loro, si dicono soddisfatti della qualità del cacao finora disponibile.

    Se le piogge della prossima settimana si riveleranno consistenti, potrebbero alleviare la siccità che continua a colpire oltre un terzo del Ghana e della Costa d’Avorio, secondo l’African Flood and Drought Monitor, e risultare cruciali per lo sviluppo dei baccelli più giovani. Tuttavia, la situazione rimane delicata e la quantità e distribuzione delle precipitazioni nei prossimi giorni saranno determinanti per il successo del raccolto intermedio.

  • Caffè: fortune opposte per Brasile e Colombia nella raccolta

    Caffè: fortune opposte per Brasile e Colombia nella raccolta

    Il mercato globale del caffè è testimone di un netto contrasto nelle operazioni di raccolta tra i due giganti sudamericani, Brasile e Colombia. Mentre il Brasile beneficia di un clima secco che favorisce una raccolta rapida e abbondante, la Colombia è alle prese con piogge torrenziali che minacciano il suo prezioso raccolto.

    In Brasile, la raccolta del nuovo raccolto, in particolare del Robusta (conilon), procede a pieno ritmo. Lo stato di Espírito Santo, tra i maggiori produttori di questa varietà, sta registrando progressi significativi grazie alle condizioni climatiche favorevoli. Si prevede che il maggior volume di caffè brasiliano raggiungerà il mercato a giugno, contribuendo a una pressione al ribasso sui prezzi internazionali, data la posizione del Brasile come maggiore produttore ed esportatore mondiale.

    Parallelamente, la Colombia, terzo produttore mondiale e leader nell’Arabica lavato, sta affrontando serie difficoltà. Le piogge incessanti nelle regioni di coltivazione del caffè stanno ostacolando la raccolta del Mitaca 2025/26, la seconda e principale stagione del Paese. Oltre a rendere arduo il lavoro nei campi, il clima umido mette a rischio lo sviluppo delle piantagioni.

    Queste condizioni avverse hanno spinto le società di consulenza a rivedere al ribasso le loro previsioni sulla produzione colombiana. Hedgepoint Global Markets ha tagliato la stima per la produzione di Arabica da 12,9 milioni a 12,4 milioni di sacchi, segnando una riduzione dello 0,7% rispetto al ciclo precedente (2024/25). Tale calo dovrebbe riflettersi anche sulle esportazioni colombiane, con volumi attesi a 13,1 milioni di sacchi, il 4,6% in meno rispetto al 2024/25. Per far fronte agli impegni internazionali, il Paese potrebbe dover ricorrere all’importazione di caffè da altre fonti, incluso il Brasile.

    Anche il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha pubblicato le sue prime previsioni per la prossima stagione, stimando una produzione colombiana di 12,5 milioni di sacchi nel 2025/26, con un calo del 5,6% rispetto al ciclo precedente, e un calo del 4,1% delle esportazioni, attese a 11,8 milioni di sacchi.

    La Federazione Colombiana del Caffè ha confermato che le piogge in corso stanno già ritardando di sei settimane il raccolto 2025/26. Sebbene le previsioni per la fine dell’attuale ciclo dell’Arabica (2024/25) indichino una crescita del 17,5% (fino a 15 milioni di sacchi da 60 chili), il ritardo in corso preoccupa per la prossima stagione.

    La revisione al ribasso del raccolto colombiano ha portato Hedgepoint a rivedere anche l’equilibrio tra domanda e offerta globale, prevedendo ora un deficit di 800.000 sacchi nel 2025/26. Nonostante questa prospettiva di deficit, i prezzi dei futures hanno mostrato un calo negli ultimi giorni. Gli analisti attribuiscono questa tendenza alle aspettative di un miglioramento complessivo dell’offerta globale, alimentate dall’avanzamento dei raccolti in Brasile e Indonesia.

  • Caffè, calo dei prezzi: Arabica e Robusta toccano minimi di mesi

    Caffè, calo dei prezzi: Arabica e Robusta toccano minimi di mesi

    Notizie al ribasso per il mercato del caffè. Martedì 3 giugno, i prezzi sia dell’Arabica che del Robusta hanno raggiunto nuovi minimi, segnalando un momento di forte ribasso per questa materia prima fondamentale.

    A New York, il contratto per l’Arabica con scadenza a luglio ha registrato un calo significativo, azzerando i guadagni del giorno precedente e chiudendo a 340,05 centesimi per libbra. Se convertiamo questo valore nel nuovo formato che entrerà in vigore nel 2028 (dollari per tonnellata), si parla di circa 7.496 dollari per tonnellata. Questo dato rappresenta il livello più basso per la scadenza principale dell’Arabica (il “Contratto C” dell’ICE) da quasi due mesi a questa parte.

    La situazione non è migliore a Londra, dove il Robusta ha continuato la sua discesa. Il contratto con scadenza a settembre ha perso altri 68 dollari, chiudendo a 4.337 dollari per tonnellata. Questo è il minimo degli ultimi sette mesi per il caffè Robusta, una varietà spesso utilizzata nelle miscele per espresso e nel caffè istantaneo.

    Il mese di maggio è stato particolarmente difficile per entrambi i tipi di caffè. I prezzi hanno subito un ripiegamento generale, più marcato per il Robusta. A New York, il contratto Arabica con scadenza a luglio è arretrato del 14,5% nell’arco del mese, passando da 400,75 centesimi per libbra (30 aprile) a 342,45 centesimi (30 maggio).

    Questo calo dei prezzi potrebbe tradursi in un sospiro di sollievo per i consumatori e per le aziende di torrefazione, che hanno visto i costi salire vertiginosamente negli ultimi anni. Tuttavia, per i coltivatori, soprattutto quelli di piccole dimensioni, un prezzo così basso rischia di compromettere la sostenibilità delle loro attività e gli investimenti futuri. Il mercato del caffè, noto per la sua volatilità, continua a tenere in allerta l’intera filiera, dai campi alla tazzina.

  • Rivoluzione in Borsa: il caffè Arabica cambia volto sui mercati globali

    Rivoluzione in Borsa: il caffè Arabica cambia volto sui mercati globali

    Una svolta epocale si profila per il mercato globale del caffè Arabica. L’Intercontinental Exchange (ICE) ha annunciato una trasformazione significativa che cambierà il modo in cui il prezioso chicco viene scambiato in borsa. La principale novità è l’abbandono del tradizionale sistema di quotazione in centesimi alla libbra per il Contratto “C”, a favore del dollaro per tonnellata. Questo allinea l’Arabica al Robusta, già quotato in tonnellate metriche sulla borsa di Londra, semplificando le operazioni per gli operatori internazionali.

    La transizione al nuovo sistema avverrà gradualmente nell’arco dei prossimi tre anni, per consentire a tutti gli attori della filiera di adattarsi. I nuovi contratti per i futures e le opzioni del caffè Arabica, denominati in tonnellate metriche, saranno introdotti a partire da quest’anno, con le specifiche complete e le date di quotazione che saranno definite entro la fine del 2025.

    Parallelamente a questa innovazione, l’ICE Futures U.S. ha già sospeso l’attivazione di nuove scadenze per i futures e le opzioni mensili del Contratto “C”. Ciò significa che la scadenza di marzo 2028 (simbolo del contratto KC) sarà l’ultima per il contratto futures e per il contratto di opzione mensile. Per i contratti a opzioni seriali (simbolo del contratto KC), febbraio 2028 sarà l’ultimo mese di scadenza, con marzo 2028 come contratto futures sottostante.

    Un’altra novità importante, benché non ancora dettagliata nel comunicato, è l’introduzione dei “big bag” come unità di misura. Tradizionalmente, il caffè viene spedito in sacchi da 60. L’adozione di “big bag”, ovvero contenitori di dimensioni maggiori, potrebbe ottimizzare la logistica e ridurre i costi di spedizione, un vantaggio significativo per un mercato globale che movimenta milioni di tonnellate di caffè ogni anno.

    Questo cambiamento radicale riflette la volontà dell’ICE di modernizzare il mercato dei futures del caffè, rendendolo più efficiente e adatto alle esigenze di un’industria in continua evoluzione. L’obiettivo è facilitare gli scambi, migliorare la trasparenza e fornire strumenti più adeguati per la gestione del rischio in un settore caratterizzato da volatilità dei prezzi e complessità logistiche.