Le associazioni di settore del caffè stanno intraprendendo una campagna per persuadere il governo degli Stati Uniti a non imporre dazi su alcuni prodotti brasiliani, sostenendo che tali misure danneggerebbero i consumatori americani. Questa strategia, secondo il deputato federale Pedro Lupion, presidente del Fronte Parlamentare dell’Agricoltura (FPA), ricalca un precedente successo dell’industria del succo d’arancia.
Il settore del caffè ha assunto società di lobbying specializzate, insieme a consulenti commerciali e agricoli, per dimostrare che l’aumento delle tasse sui prodotti brasiliani comporterebbe un costo maggiore per i consumatori statunitensi. Lupion ha citato l’esperienza dell’industria degli agrumi, che ha evitato l’imposizione di dazi dimostrando che una potenziale tassa avrebbe reso più costosa la colazione americana.
“Siamo sulla stessa strada per quanto riguarda il caffè,” ha affermato il deputato durante il Forum sull’Agribusiness, tenutosi presso la Società Rurale del Paraná (SRP) a Londrina, Paraná.
Nonostante l’ottimismo, Lupion ha sottolineato che la questione è legata anche a dinamiche politiche e non ha fornito una tempistica precisa per l’esito della campagna. Ha comunque espresso fiducia nel fatto che i produttori di caffè brasiliani riceveranno presto buone notizie.
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