In un clima di incertezza la Fed mantiene i tassi di interesse sul dollaro invariati

La settimana scorsa ha portato importanti novità sul fronte economico e commerciale. La Federal Reserve statunitense ha deciso di mantenere i tassi di interesse sul dollaro invariati, senza fretta di ridurli. Questa scelta riflette le attuali condizioni dell’economia americana e le incertezze legate all’inflazione e alle politiche commerciali.

Perché la Fed non ha fretta di abbassare i tassi? I dati indicano che il mercato del lavoro negli Stati Uniti è ancora stabile, con un basso tasso di disoccupazione che permette ai cittadini di trovare facilmente un impiego. Tuttavia, l’inflazione rimane elevata, alimentata anche dai cambiamenti nelle politiche di Trump, che sta modificando le norme su commercio, immigrazione e regolamentazioni, e dai dazi commerciali che, se mantenuti, potrebbero continuare a spingere i prezzi verso l’alto.

Qual è l’effetto dei dazi? La loro presenza può causare un aumento temporaneo dei prezzi, ma l’impatto potrebbe essere sia breve che duraturo, a seconda delle politiche adottate. La Fed, quindi, aspetta di capire se l’inflazione è un fenomeno transitorio o più persistente, valutando attentamente anche l’andamento dell’occupazione.

E i mercati? Nonostante le tensioni, i mercati delle materie prime hanno mostrato segnali di fiducia. Dopo un aumento del dollaro, i prezzi di molte materie prime sono saliti, con l’eccezione del robusta londinese. Questo perché il raccolto brasiliano di caffè robusta sta diventando più abbondante, portando le scorte a livelli vicini a quelli dell’inizio dell’anno. La produzione di Arabica, invece, ha superato di circa 1.000 tonnellate l’inizio del periodo, mentre il robusta si avvicina a un incremento di 180 tonnellate.

Cosa succede nel mercato del caffè? La domanda e l’offerta continuano a mostrare segnali contrastanti. La produzione di caffè in Honduras dovrebbe aumentare del 5% nel 2025/26, mentre in Brasile le stime di produzione sono state riviste al rialzo, raggiungendo circa 65,5 milioni di sacchi. La Colombia, invece, ha registrato un aumento del 30% nella produzione di Arabica nei primi sette mesi della campagna 2024/25, con oltre 9 milioni di sacchi esportati.

Qual è la prospettiva? È improbabile che il mercato del caffè si rafforzi nel breve termine, a meno che la Fed non decida di tagliare drasticamente i tassi di interesse o che l’indice del dollaro scenda sotto i 98 punti. Al momento, queste ipotesi sembrano poco probabili, e il mercato potrebbe continuare a mostrare volatilità.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *