La FAO supporta i coltivatori di caffè promuovendo pratiche agricole sostenibili che migliorano la resilienza, la produttività e la diversità delle colture, contribuendo così alla sicurezza alimentare e alla salute dell’ambiente. Ecco alcune delle pratiche che l’organizzazione sta diffondendo:
1. Utilizzo di semi indigeni: La FAO ha formato gli agricoltori sull’importanza dei semi indigeni, che sono più resistenti alle malattie e ai parassiti rispetto alle varietà commerciali. Questi semi possono essere ripiantati più volte e prosperano senza l’uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti.
2. Pratiche agroforestali: I coltivatori, come John Kagwa Tujjunge, hanno imparato a combinare le colture di caffè con piante di banana, migliorando la salute del suolo e la resa dei raccolti. Questo approccio aiuta a mantenere il terreno umido e a favorire la biodiversità del suolo.
3. Gestione dei parassiti: Attraverso la formazione della FAO, gli agricoltori hanno adottato metodi naturali per combattere i parassiti, riducendo la necessità di pesticidi chimici e proteggendo la biodiversità locale.
4. Ripristino degli impollinatori: La FAO ha avviato progetti per reintrodurre gli impollinatori, come le api, che sono fondamentali per la produzione di caffè. Questo ha portato a un aumento della produzione agricola e ha fornito agli agricoltori una nuova fonte di reddito attraverso la vendita di miele.
5. Formazione e condivisione delle conoscenze: La FAO ha organizzato corsi di formazione e “Learning Journey” per facilitare lo scambio di buone pratiche tra agricoltori, contribuendo a una maggiore consapevolezza dell’importanza della biodiversità nel settore agroalimentare.
In sintesi, la FAO supporta i coltivatori di caffè promuovendo pratiche agricole sostenibili che migliorano la resilienza, la produttività e la diversità delle colture, contribuendo così alla sicurezza alimentare e alla salute dell’ambiente.
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