La crescente industria di trasformazione in Egitto ha assorbito una quantità impressionante di arance, con stime che indicano un ritiro dal mercato dell’esportazione di 600.000-1 milione di tonnellate in questa stagione. Questo ha creato un vuoto che ha rinvigorito le esportazioni da altre fonti, come il Sudafrica, che ha beneficiato di una minore concorrenza per le sue varietà precoci.
Tuttavia, in Marocco, l’opportunità di colmare questo divario si scontra con sfide strutturali ben più profonde. Nonostante i prezzi delle arance abbiano mostrato un miglioramento grazie alla ridotta offerta internazionale, il Paese non sembra in grado di sfruttare appieno questa congiuntura favorevole.
Esperti del settore agricolo sottolineano che il miglioramento dei prezzi non si tradurrà automaticamente in un aumento dei volumi di esportazione marocchini. Al contrario, l’estirpazione delle coltivazioni e la riduzione delle superfici dedicate agli agrumi stanno proseguendo in diverse regioni, a causa della cronica mancanza di risorse idriche.
Un esempio emblematico è la regione di Berkane, uno dei maggiori distretti agrumicoli del Marocco. Qui, a causa della siccità persistente, la superficie coltivata ad arance si è dimezzata negli ultimi anni. Le falde acquifere sono prosciugate, costringendo i coltivatori a perforare a profondità di 250-300 metri per trovare acqua, a fronte dei 60 metri di pochi anni fa. Questo scenario, comune anche ad altre aree del Paese, impedisce qualsiasi espansione a breve termine.
Si stima che ci vorranno almeno quattro anni e abbondanti precipitazioni prima che si possa pensare a un’inversione di tendenza e a un aumento delle superfici coltivate per soddisfare la domanda del mercato internazionale.
Attualmente, la maggior parte della produzione marocchina è costituita dalla varietà Maroc Late, destinata principalmente al consumo interno e ai mercati dell’Africa occidentale. Solo una piccola parte della produzione continua a rifornire il mercato internazionale, operando a capacità ridotta.
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