La nuova tariffa del 50% imposta dagli Stati Uniti sui prodotti brasiliani sta mettendo in ginocchio il commercio di caffè tra i due Paesi. Gli importatori americani, che nei primi sette mesi del 2025 hanno rappresentato il principale acquirente di caffè dal Brasile con 3,71 milioni di sacchi, hanno interrotto le trattative e stanno chiedendo di prolungare gli ordini già in corso.
Secondo il Consiglio Brasiliano degli Esportatori di Caffè (Cecafé), questa situazione potrebbe avere effetti devastanti per il settore. Le vendite sono andate avanti regolarmente fino a luglio, ma dall’entrata in vigore della nuova tassa, il 6 agosto, tutto si è fermato.
Gli importatori americani hanno scorte per circa 30-60 giorni e stanno aspettando l’esito dei negoziati in corso prima di riprendere gli acquisti. Tuttavia, le richieste di proroga stanno già creando problemi seri agli esportatori brasiliani.
Quando si chiude un affare, l’esportatore finalizza anche un finanziamento chiamato Advance on Exchange Contract (ACC). Con le proroghe, l’ACC non viene rispettato e si rischia di pagare interessi e commissioni più alte, oltre a costi aggiuntivi.
Un’altra preoccupazione riguarda i prezzi del caffè sui mercati dei futures. Più si allontana la scadenza dei contratti, più i prezzi tendono a scendere, aggravando ulteriormente le perdite per gli esportatori brasiliani.
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