I dazi statunitensi del 30% mettono a rischio l’export di agrumi sudafricani

A partire dal 1° agosto, sono entrati in vigore i dazi del 30% imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti sudafricani. Questa misura, proposta in precedenza e contro la quale il Sudafrica aveva tentato di negoziare, è ora operativa e ha ripercussioni significative.

La Citrus Growers Association (CGA) del Sudafrica aveva espresso profonda preoccupazione per l’imminente applicazione di questa tariffa, avvertendo che avrebbe messo gli agrumi sudafricani in una posizione di notevole svantaggio rispetto ad altri paesi esportatori che godono di dazi inferiori (pari a circa il 10%). L’associazione aveva sottolineato che un aumento tariffario così elevato avrebbe reso gli agrumi sudafricani “non competitivi” sul mercato statunitense, minacciando la sostenibilità del settore e i mezzi di sussistenza degli agricoltori che dipendono fortemente dalle esportazioni verso l’America.

La CGA aveva cercato il dialogo con i governi americano e sudafricano per ottenere un accordo o un’esenzione, sostenendo che le esportazioni sudafricane non danneggiano l’agricoltura americana. L’associazione ha infatti ribadito che i prodotti sudafricani arrivano negli Stati Uniti durante la bassa stagione degli agrumi nazionali, prolungando la disponibilità di frutta fresca per i consumatori e di fatto avvantaggiando i produttori statunitensi, che vedono mantenuta la domanda di mercato tutto l’anno.

Nonostante gli sforzi, inclusi due tentativi di negoziazione da parte del Sudafrica a maggio e giugno (il secondo prevedeva l’importazione di gas naturale e tecnologie per il fracking statunitensi in cambio di esenzioni sui dazi per acciaio e veicoli), le proposte sono state respinte.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *