L’industria del succo d’arancia brasiliana festeggia l’esenzione dai dazi USA del 50%

I produttori di succo d’arancia in Brasile tirano un sospiro di sollievo: il loro prodotto è stato esentato dal dazio del 50% imposto dagli Stati Uniti su alcune importazioni. Il settore continuerà a pagare l’attuale tariffa del 10%, scongiurando un aumento che avrebbe potuto compromettere seriamente le esportazioni verso il mercato americano.

Ibiapaba Netto, CEO di CitrusBR, un’organizzazione che raggruppa le principali aziende del settore, ha accolto con favore la decisione, sottolineando l’importanza di questo rapporto commerciale. “L’industria è consapevole del proprio impegno a continuare a servire il mercato americano, come ha fatto per 60 anni”, ha affermato Netto.

Il Brasile è un partner commerciale cruciale per gli Stati Uniti, fornendo circa il 70% di tutto il succo d’arancia importato. Questa dipendenza è cresciuta esponenzialmente a causa della crisi che ha colpito la produzione agrumicola statunitense, in particolare in Florida, lo stato che in passato era il cuore dell’industria nazionale. La diffusione del greening (o Huanglongbing), una devastante malattia batterica trasmessa da un insetto, ha decimato i frutteti. Se quindici anni fa la Florida produceva 150 milioni di casse di arance, nel raccolto attuale ne ha prodotte appena 11 milioni. La malattia deforma i frutti, riduce il contenuto di succo e porta alla morte prematura degli alberi, rendendo la produzione sempre meno redditizia.

In questo contesto, il succo d’arancia brasiliano è diventato essenziale per mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta negli Stati Uniti. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA), circa l’80% del succo consumato negli USA è attualmente importato, e oltre al Brasile, anche il Messico è un fornitore chiave.

Mentre gli Stati Uniti affrontano una crisi produttiva, il Brasile si prepara a un’abbondante stagione agrumicola. Il Fondo per la Difesa degli Agrumi (Fundecitrus) stima un aumento del 36% della produzione di arance nella principale area di coltivazione del Paese, San Paolo e la regione del Triangolo Mineiro. Si prevede che il raccolto raggiungerà i 314 milioni di casse nella stagione 2025/26, consolidando la posizione del Brasile come leader globale nel settore e partner indispensabile per il mercato americano.

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