L’Africa occidentale, cuore della produzione mondiale di cacao con circa il 70% dell’offerta globale, si prepara a una stagione 2025/26 potenzialmente difficile. Le stime più recenti indicano che la produzione di cacao nella regione potrebbe subire un calo significativo, fino al 10%, a causa di una combinazione di fattori climatici avversi e sfide strutturali che stanno compromettendo la salute delle piantagioni.
Le nazioni maggiormente colpite sono la Costa d’Avorio e il Ghana, i due giganti del cacao. Entrambi i paesi stanno affrontando piogge eccessive e irregolari, che non solo interrompono le fasi cruciali del raccolto, ma favoriscono anche la diffusione di malattie fungine come il “marciume bruno” (black pod) e il virus del “swollen shoot”, che devasta gli alberi di cacao. A peggiorare la situazione si aggiunge una minore disponibilità di fertilizzanti e un accesso limitato ai finanziamenti per gli agricoltori, elementi che minano ulteriormente la resilienza delle coltivazioni.
Il previsto calo complessivo del 10% nella produzione dell’Africa occidentale potrebbe avere un impatto notevole sui prezzi globali del cacao, che sono già a livelli record, avendo registrato aumenti di oltre il 150% quest’anno. Il mercato rimane estremamente sensibile alle notizie provenienti dalla regione, e una riduzione dell’offerta da una fonte così cruciale potrebbe causare ulteriori rincari e aggravare i problemi di reperibilità della materia prima per l’industria alimentare.
L’incertezza cresce anche tra gli agricoltori locali che, nonostante i prezzi elevati, faticano ad aumentare la produzione a causa di persistenti vincoli logistici, finanziari e climatici. La Costa d’Avorio ha già limitato le vendite anticipate di cacao per la stagione 2025/26 a 1,3 milioni di tonnellate (rispetto ai 1,7 milioni di tonnellate abituali), per ridurre il rischio di inadempienze in caso di raccolti inferiori.
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