Il mercato globale del succo d’arancia concentrato ha registrato un netto calo nel corso di questa primavera, con i prezzi spot precipitati da 6.700 dollari/tonnellata (concentrato a 65°Brix) a 5.500 dollari. Un arretramento significativo che solleva interrogativi sulla tenuta di un settore già provato.
Nonostante la flessione, gli addetti ai lavori sottolineano come il prezzo attuale rimanga comunque elevato se confrontato con il periodo tra il 2018 e la fine del 2022, quando il mercato aveva toccato il fondo con quotazioni tra gli 800 e i 2.200 dollari/tonnellata. La variazione di marzo è l’inizio di una spirale discendente che riporterà i prezzi “in zona rossa”? Nel medio termine, la risposta più probabile è “no”.
Il calo dei prezzi trova parziale giustificazione in diversi fattori. Innanzitutto, la domanda di succo d’arancia ha subito un declino dalla fine del 2022. L’impennata dei prezzi ha allontanato i consumatori, spingendo gli imbottigliatori a riformulare i prodotti con miscele a minor contenuto di succo d’arancia.
Inoltre, si prevede un raccolto brasiliano 2025-26 più abbondante. Condizioni climatiche più favorevoli e un “cocktail” di soluzioni mirate a mitigare le conseguenze del “greening” (una malattia devastante per gli agrumi) dovrebbero contribuire a una produzione maggiore nel paese che, di fatto, detta le regole del mercato. A questo si aggiunge l’emergere di nuovi attori, con l’Egitto in prima linea nel bacino del Mediterraneo, pronti a contribuire all’offerta globale.
Tuttavia, gli indicatori sul fronte dell’offerta suggeriscono che il mercato rimarrà in tensione nel medio termine, sebbene forse con un’intensità leggermente inferiore rispetto alle due stagioni precedenti. Il prossimo raccolto brasiliano, pur preannunciandosi meno scarso, sarà comunque al di sotto della media storica, con l’USDA che prevede un incremento di appena il 7%. L’impatto dei nuovi operatori è ancora modesto e la materia prima continuerà a scarseggiare.
Un elemento critico è il livello senza precedenti delle scorte brasiliane, mai così basse. Sarà necessario tempo per osservare un reale cambiamento nella struttura a monte del mercato. Il “greening” continua a diffondersi, interessando ormai il 45% degli alberi nella cruciale regione di San Paolo/Minas Gerais. E, sebbene si parli di piantumazioni in aree indenni (come i 40.000 ettari nel nord del paese), queste iniziative sono ancora perlopiù in fase di pianificazione, con rare eccezioni significative come la piantagione di 5.000 ettari nel Mato Grosso sviluppata da Cutrale.
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