Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

Il Kirghizistan sta intraprendendo un percorso innovativo per diversificare il proprio panorama agricolo. Il Ministero delle Risorse Idriche, dell’Agricoltura e dell’Industria di Trasformazione ha recentemente annunciato l’avvio delle prime sperimentazioni agronomiche su agrumi e ulivi, un passo audace per un paese con un clima prevalentemente continentale.

Le giovani piante, tra cui mandarini, arance, olive e kumquat, sono state importate direttamente dalla Turchia, un paese con una consolidata esperienza nella coltivazione di queste colture mediterranee. Le prove sono concentrate nella regione di Batken, nel sud del Kirghizistan, un’area scelta per le sue condizioni climatiche relativamente più miti rispetto ad altre parti del paese.

L’obiettivo primario di queste sperimentazioni è valutare la capacità di queste piante amanti del caldo di adattarsi alle condizioni ambientali locali. Particolare attenzione viene rivolta alla loro resistenza al clima invernale, alle caratteristiche del suolo e alla loro vulnerabilità ai parassiti autoctoni. La coltivazione di agrumi in regioni tradizionalmente non adatte richiede un’attenta valutazione delle temperature minime invernali, che possono essere critiche per la sopravvivenza degli alberi. In Kirghizistan, le temperature invernali possono scendere significativamente sotto lo zero, rendendo necessarie varietà particolarmente resistenti al freddo o l’implementazione di tecniche di protezione come coperture o serre.

Bakyt Mambetov, direttore del Dipartimento per le competenze colturali e l’orticoltura, ha espresso un cauto ottimismo riguardo al potenziale di questa iniziativa. “Se avranno successo,” ha dichiarato Mambetov, “queste colture potrebbero essere consigliate per la coltivazione nelle regioni meridionali, contribuendo a diversificare il mercato interno e ad aumentare il potenziale di esportazione del Paese.”

La diversificazione agricola è una strategia chiave per molti paesi in via di sviluppo, inclusi quelli dell’Asia Centrale, per rafforzare la sicurezza alimentare, creare nuove opportunità economiche e ridurre la dipendenza da poche colture tradizionali. L’introduzione di agrumi e ulivi potrebbe aprire nuove nicchie di mercato, sia per il consumo interno che per l’esportazione verso i paesi vicini.

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