I produttori di agrumi specializzati in varietà resistenti alle basse temperature si trovano ad affrontare un periodo di apprensione. Le proiezioni per la prossima stagione indicano una contrazione della disponibilità di frutta, una diretta conseguenza del ciclo di alternanza produttiva degli alberi. A complicare ulteriormente il quadro, si prevede che i pochi frutti disponibili saranno di dimensioni eccessive, rappresentando un ulteriore ostacolo alla loro commercializzazione.
La professoressa associata Mary Sutton, specialista in agrumicoltura presso l’Università della Georgia (UGA), ha offerto la sua prospettiva su questo fenomeno: “Gli alberi che presentano un basso carico di produzione tendono a sviluppare frutti di dimensioni considerevoli, in alcuni contesti, queste dimensioni possono eccedere i limiti accettabili per la vendita sul mercato.”
Questa duplice sfida rappresenta un boccone amaro per i coltivatori, che si sforzano di massimizzare i profitti da un raccolto già preventivato come ridotto. La radice del problema risiede negli eventi climatici passati, in particolare la gelata del dicembre 2022, che ha spinto gli alberi in una fase di alternanza produttiva di estrema entità. Dopo un carico di raccolto modesto nel 2023, le piante hanno accumulato risorse extra, riversandole in una produzione straordinariamente abbondante nel 2024. Tuttavia, in vista della prossima annata, gli alberi si apprestano a un ciclo di riposo, con una produzione attesa notevolmente ridotta, indispensabile per recuperare lo sforzo della stagione precedente.
“Quando la quantità di frutta è molto limitata, ci si deve aspettare un aumento significativo delle dimensioni individuali,” ha ribadito la Dottoressa Sutton. “L’anno scorso, ho osservato personalmente alberi che portavano più di 180 chili di frutta, e sono rimasta sorpresa dal calibro eccezionale di quei singoli frutti. Normalmente, un raccolto così massiccio si traduce in frutti molto piccoli. Ciò evidenzia chiaramente la sovrabbondanza e sovrapproduzione verificatasi l’anno scorso. Sarebbe di gran lunga preferibile una produzione annuale stabile, ad esempio di 300 libbre di frutta per albero, piuttosto che picchi di 600 libbre seguiti da un’annata quasi a zero.”
Lascia un commento