La catena di succhi d’arancia è preoccupata anche per l’aumento dei dazi doganali deciso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’ordine esecutivo per un’ulteriore tariffa del 10% sui succhi potrebbe comportare 100 milioni di R$ in più di tasse pagate dagli esportatori brasiliani. Nel complesso, se si considerano tutte le imposte sull’ingresso della bevanda, la cifra ammonta a 200 milioni di dollari o 1,1 miliardi di R$ all’anno.
Gli Stati Uniti rappresentano il 37% delle esportazioni brasiliane del prodotto. Secondo i dati della Segreteria per il Commercio Estero, tra luglio 2024 e febbraio 2025 sono state spedite 207,2 mila tonnellate di succo d’arancia concentrato e congelato (FCOJ 66 Brix), per un fatturato di 879,8 milioni di dollari.
Sulla base dell’attuale andamento del raccolto 2024/25 e prevedendo un’esportazione annualizzata di 235,5 mila tonnellate verso il mercato americano, l’impatto della nuova tariffa potrebbe raggiungere circa 100 milioni di dollari all’anno, ovvero 585 milioni di R$, considerando il tasso di cambio di 5,85 R$ per dollaro.
Tale importo si aggiunge alle imposte già riscosse, come la tariffa di 415 dollari USA per tonnellata di FCOJ, equivalente a 66 Brix. Secondo CitrusBr, solo nel 2024 questa tassa ha rappresentato pagamenti per 85,9 milioni di dollari. Sommando le tariffe attuali e la nuova misura, le imposte totali potrebbero raggiungere circa 200 milioni di dollari annui, ovvero approssimativamente 1,1 miliardi di R$.
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