In Costa d’Avorio le incertezze per la raccolta intermedia di cacao generano cautela negli acquirenti

Lo scorso anno, la Costa d’Avorio e il Ghana hanno visto i loro raccolti diminuire di oltre un quarto. Per il principale fornitore mondiale di caffè si è trattato di un duro colpo. Dietro questo declino ci sono ragioni strutturali come l’invecchiamento delle piantagioni e altre legate al clima. Nessuno crede che la produzione di questa stagione raggiungerà i 2 o i 2,2 milioni di tonnellate, come negli anni buoni, ma non c’è consenso sulle cifre previste. 

L’Organizzazione Internazionale del Cacao, che riunisce i paesi consumatori e produttori, prevede un raccolto migliore rispetto allo scorso anno e ha annunciato nel suo ultimo bollettino mensile che il volume di fave trasportate nei porti ivoriani è aumentato, al 9 marzo, di quasi il 15%, pari a 1,4 milioni di tonnellate. Ma queste cifre sono direttamente collegate alla produzione.

L’organismo di regolamentazione ivoriano, il Consiglio del caffè e del cacao, è più pessimista e teme di non riuscire a fare meglio, o addirittura di fare meno: vale a dire meno di 1,7 milioni di tonnellate. E meno di 400.000 tonnellate, per la piccola campagna che sta iniziando.

Circa la metà del piccolo raccolto è stata venduta in anticipo, ma ce n’è ancora altrettanta che non ha trovato acquirenti, segno che le multinazionali non hanno fretta e che sono disposte a non far funzionare le loro fabbriche al 100% della capacità. I produttori stanno allentando la presa, forse nella speranza che i prezzi scendano, ma anche perché alla fine della filiera i cioccolatieri non tengono più scorte per cinque o sei mesi come prima, ma ordinano goccia a goccia. 

Di fronte alle incertezze produttive e alla grande cautela degli acquirenti, il Consiglio del Caffè e del Cacao ha deciso di limitare le vendite anticipate per la campagna 2025-2026. Normalmente, quando la produzione è buona, circa l’80% del raccolto ivoriano viene venduto con diversi mesi di anticipo, a un prezzo fisso. Ciò consente ai produttori di garantire le proprie forniture e ai paesi produttori di avere visibilità. 

Al momento, si sta commercializzando il grande raccolto che inizierà il prossimo ottobre, ma molto lentamente, perchè sarà opportuno attendere la fine della primavera per valutare se conviene vendere il 50, il 60 o il 70% del prossimo raccolto.

Il timore dell’industria è che si ripeta lo scenario dell’anno scorso: secondo i dati ufficiali, sono state vendute 80.000 tonnellate di cacao in più rispetto al raccolto. Ciò significa che molti contratti non hanno potuto essere onorati nei tempi previsti e hanno dovuto essere posticipati all’anno successivo, mettendo a repentaglio i futuri volumi disponibili per la vendita.

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