Fino a poco tempo fa, i coltivatori brasiliani, soprattutto negli stati chiave di Bahia e Minas Gerais, facevano affidamento principalmente sulle precipitazioni. Tuttavia, il cambiamento climatico e la storica siccità del 2023-2024 hanno imposto un cambiamento di approccio. Oggi, molti stanno investendo in moderni sistemi di irrigazione per aumentare significativamente le rese.
Rodrigo Brondani, proprietario di una fattoria a Bahia, prevede di raccogliere fino a 80 sacchi di caffè (60 kg) per ettaro, il doppio della media nazionale, grazie all’irrigazione. Tuttavia, la disponibilità rimane un problema; l’elevato costo di installazione e, in alcune regioni, la difficoltà di reperire acqua fanno sì che tali investimenti possano essere affrontati principalmente dai grandi operatori.
Nel frattempo, nel sud del Minas Gerais, dove l’acqua è più profonda, molti piccoli coltivatori devono ancora fare i conti con una produttività limitata.
Sebbene il Brasile stia aumentando gli investimenti in tecnologie agricole e sistemi di irrigazione, gli esperti avvertono che la sicurezza a lungo termine dell’approvvigionamento dipende dall’adattamento dell’intero settore al cambiamento climatico. Uno sviluppo è la cosiddetta agricoltura rigenerativa, pratiche che migliorano la qualità del suolo e aumentano la resilienza delle piantagioni.
La situazione in altri paesi esportatori di caffè continua a influenzare l’offerta globale. Il Vietnam, il secondo produttore al mondo, sta affrontando gravi carenze idriche. Gli agricoltori hanno aumentato il numero di cicli di irrigazione a sette o addirittura otto e molti pozzi hanno iniziato a prosciugarsi, aumentando il rischio di rese ridotte nei prossimi mesi. La Colombia, d’altro canto, ha registrato una forte crescita della produzione, con il raccolto di gennaio 2025 in aumento del 41% anno su anno a 1,35 milioni di sacchi e le esportazioni in aumento del 23%. Questa è l’unica eccezione positiva rispetto ad altri paesi, dove il mercato continua a lottare con l’incertezza.
Per il momento, tuttavia, la maggior parte degli investimenti viene effettuata dalle aziende agricole più grandi. I piccoli coltivatori non hanno ancora accesso ai finanziamenti, il che potrebbe esacerbare le disuguaglianze nel settore a lungo termine.
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