Lo scenario geopolitico mondiale è caratterizzato da una crescente instabilità, con guerre tariffarie, tensioni commerciali e indebolimento del multilateralismo. Questi fattori hanno avuto un impatto diretto sulle relazioni economiche internazionali, creando un clima di incertezza per aziende e governi.
In questo contesto, l’Unione Europea (UE), che negli ultimi anni ha approvato elevati standard normativi in materia di governance socio-ambientale, si è trovata sotto pressione nel ricercare misure volte a preservare la competitività delle sue imprese sul mercato globale.
È con questo spirito che, nel febbraio 2025, la Commissione Europea ha pubblicato il pacchetto legislativo Omnibus, un’iniziativa che mira a semplificare e rendere più flessibili alcune norme recentemente approvate, come la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale (CS3D) e la direttiva sul reporting in materia di sostenibilità aziendale (CSRD). Tali proposte dovranno ancora essere valutate e approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Con il termine Omnibus si intende un pacchetto legislativo che raggruppa diverse modifiche e adeguamenti alle norme esistenti, con l’obiettivo di semplificare i processi e ridurre i costi burocratici. La proposta è stata formulata in risposta alle pressioni esercitate dai settori imprenditoriali e dai governi europei, i quali sostenevano che le nuove norme sulla due diligence e sulla rendicontazione della sostenibilità comportano oneri eccessivi per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI).
L’Omnibus è il tentativo dell’Unione Europea di ripristinare un equilibrio tra responsabilità aziendale e competitività economica, ma non ha avuto alcun impatto su tutte le nuove norme in materia di due diligence socio-ambientale, concentrandosi invece su CS3D e CSRD.
Per il segmento dell’esportazione del caffè, è importante essere a conoscenza delle modifiche proposte a CS3D, ovvero:
- Gli obblighi di due diligence si applicherebbero ora solo ai partner diretti delle aziende europee. Una valutazione approfondita dei partner commerciali indiretti sarebbe necessaria solo se ci fossero informazioni plausibili che suggeriscano impatti negativi, ad esempio da ONG affidabili o resoconti dei media;
- Le scadenze per le valutazioni obbligatorie dell’adeguatezza e dell’efficacia delle misure di due diligence verrebbero estese da annuali a quinquennali, con valutazioni ad hoc ove necessario;
- La risoluzione dei contratti con i fornitori inadempienti non sarebbe più obbligatoria, venendo sostituita dalla sospensione del rapporto commerciale come ultima istanza;
- Eliminate le sanzioni per responsabilità civile: il risarcimento degli impatti negativi dipenderebbe dalle disposizioni giuridiche di ciascuno Stato membro;
- Riformulazione del concetto di stakeholder, limitandone la definizione alle organizzazioni della società civile, ai rappresentanti dei diritti umani e
alle comunità direttamente interessate; E - Proroga di un anno (fino al 26 luglio 2028) l’applicazione degli obblighi di due diligence per le aziende di maggiori dimensioni, anticipando di un anno (fino a luglio 2026) l’adozione delle linee guida.
Mentre CS3D e CSRD hanno ricevuto proposte di modifiche significative, lo stesso non è accaduto con il regolamento europeo sui prodotti a deforestazione zero (EUDR), poiché l’Omnibus non ha apportato semplificazioni o una nuova estensione alla conformità con gli obblighi EUDR, il che significa che gli importatori di caffè dell’UE saranno monitorati dal 31/12/2025 per quanto riguarda la conformità alle norme di due diligence anti-deforestazione lungo tutte le loro catene di fornitura.
La mancanza di flessibilità nell’EUDR aumenta la necessità di un’azione coordinata tra i settori brasiliani che esportano prodotti inclusi nell’ambito del regolamento e i governi statali e federali per difendere l’istituzione di un rischio paese regionalizzato e di un protocollo nazionale armonizzato per la verifica della deforestazione e il rispetto della legislazione nazionale pertinente.
È il caso del protocollo multisettoriale, costruito nell’ambito della task force coordinata dal Ministero degli Affari Esteri (MRE), dai segmenti esportatori di caffè, soia, carne, cacao e legno, e che è alla base del protocollo EUDR inserito nella “Piattaforma di Monitoraggio Socio-Ambientale Cafés do Brasil”, frutto della partnership tra Cecafé e Serasa Experian.
Questo protocollo si basa sui database pubblici del governo brasiliano per verificare i criteri di legalità e sui sistemi Prodes e MapBiomas per monitorare la deforestazione. Da essa si ricavano prove in linea con i requisiti dell’art. 9 dell’EUDR, in quanto includono informazioni adeguatamente conclusive e verificabili (da banche dati pubbliche) che il caffè è esente da deforestazione dopo il 31 dicembre 2020 e che è stato prodotto in conformità con la legislazione brasiliana pertinente.
Il riconoscimento del protocollo brasiliano da parte degli importatori europei e delle autorità competenti è essenziale per evitare ulteriori oneri burocratici e costi eccessivi per gli esportatori brasiliani. Inoltre, l’impegno delle autorità brasiliane con quelle europee nella definizione del rischio paese regionalizzato, che riflette la diversità dei sistemi di produzione nazionali e il loro impegno nella salvaguardia dell’ambiente, diventa essenziale per evitare ostacoli al flusso del commercio del caffè.
Allo stesso modo in cui l’Unione Europea ha pubblicato l’Omnibus come misura per preservare la competitività delle aziende che operano sul suo territorio, dati gli elevati standard normativi creati negli ultimi anni, è essenziale che il governo brasiliano avvii negoziati con le autorità europee per garantire la competitività delle esportazioni brasiliane di prodotti agricoli interessati dall’EUDR.
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