Era noto che le scorte globali di cacao erano scese a meno di tre mesi di consumo. Oggi apprendiamo che alcuni di questi titoli, quelli conservati nei magazzini annessi alle Borse di New York e Londra, sono particolarmente bassi. Segno di una tensione ancora molto alta nel settore.
Nei magazzini europei annessi alla Borsa di Londra, le scorte ammontano a circa 21.000 tonnellate di fave, rispetto alle 100.000 tonnellate di un anno fa. Anche nei magazzini portuali affiliati alla Borsa di New York il calo è impressionante. Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO), i livelli sono ai minimi da almeno dieci anni.
Questi titoli rappresentano solo circa un decimo di quelli sparsi sul pianeta, ma svolgono un ruolo cuscinetto cruciale nel mercato.
Scorte di sicurezza
Queste riserve di fave sono fornite da esportatori o commercianti che vendono cacao sui mercati futures, vale a dire volumi che in teoria dovrebbero essere consegnati in tre, sei o nove mesi, il cui prezzo è stato fissato in anticipo e che alla fine non trovano clienti. Le fave invendute vengono poi consegnate a questi magazzini certificati, che fungono da deposito di sicurezza: gli acquirenti, siano essi commercianti, industriali o cioccolatieri, possono lì acquistare le fave in caso di necessità impreviste.
Il vantaggio è che questo cacao si trova già nei paesi in cui viene lavorato e consumato, quindi è immediatamente disponibile e a un prezzo interessante, in ogni caso più conveniente di quello attualmente offerto nei paesi produttori, dove la concorrenza tra i grandi trasformatori di semi per approvvigionarsi è diventata permanente.
Un mercato sempre più ristretto
Non a caso il colosso americano Hershey’s ha provato alcune settimane fa ad acquistare 90.000 tonnellate di cacao alla Borsa di New York, senza cercare di reperirlo, ad esempio, in Costa d’Avorio o in Ghana. Una richiesta respinta a causa dei volumi richiesti, ma che ha avuto il merito di mettere in luce le esigenze dei produttori.
Il calo delle azioni nelle borse di Londra e New York conferma la tensione che esiste sul mercato dove ” viene utilizzato tutto il cacao “, riassume il rappresentante di una multinazionale. E soprattutto, questo calo comporta una maggiore insicurezza per tutti gli acquirenti: non hanno più questa alternativa per rifornirsi e sopperire a eventuali carenze nelle consegne. Questa insicurezza si riflette nei prezzi del cacao che sono ancora molto elevati.
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