La malattia del greening sta colpendo con forza le piantagioni di agrumi nello stato di San Paolo e nella regione del Triângulo/Sud-ovest del Minas Gerais. Secondo l’ultima indagine annuale di Fundecitrus, il Fondo per la Difesa degli Agrumi, l’incidenza della malattia ha raggiunto un nuovo picco, costringendo l’organizzazione a ridurre significativamente le sue previsioni per il raccolto 2025/26.
I dati sono allarmanti: il greening ha infettato il 47,63% degli alberi di arancio, con un aumento del 7,4% rispetto all’anno precedente. L’avanzata della malattia ha un impatto diretto sulle stime di produzione. Fundecitrus ha infatti rivisto al ribasso la sua proiezione, che passa da 314,60 milioni a 306,74 milioni di casse da 40,8 kg, un calo del 2,5%.
Nonostante l’aumento dell’incidenza, c’è un barlume di speranza. L’indagine evidenzia che la progressione della malattia sta rallentando per il secondo anno consecutivo. Gli aumenti annuali, che in passato erano stati a doppia cifra (fino al 55,9% tra il 2022 e il 2023), sono ora più contenuti. Questo rallentamento è il risultato dell’impegno dei coltivatori, gli agrumicoltori stanno prestando maggiore attenzione alla scelta dei terreni per i nuovi impianti, e c’è un ritorno a pratiche virtuose come la rimozione degli alberi malati più giovani e un controllo più efficace del vettore del batterio, la psilla.
La strategia sembra funzionare, soprattutto per i frutteti più giovani, dove l’incidenza è calata drasticamente: -51,4% per gli alberi da 0 a 2 anni e -17,1% per quelli da 3 a 5 anni. Tuttavia, la malattia continua a devastare le piantagioni più vecchie, con i frutteti ultra-decennali che mostrano un’incidenza del 58,43%. Complessivamente, si stima che circa 100 milioni di alberi siano infetti.
La lotta contro il greening è complessa e multifattoriale. Sebbene il numero di psille sia diminuito nel 2024 grazie all’uso di insetticidi e nuove tecniche di irrorazione, la popolazione di questi insetti resta ancora troppo alta.
Questo fenomeno ha un impatto diretto sulla produzione, causando un aumento della cascola prematura dei frutti. La percentuale di arance perse è salita dal 3,1% del raccolto 2021/22 al 9,1% di quello 2024/25. A questo si aggiungono i fattori climatici: le scarse piogge tra maggio e agosto 2025 (-33% rispetto alla media storica) hanno messo a dura prova le piante, soprattutto quelle già indebolite dal greening. La raccolta, che solitamente procede a ritmo serrato, quest’anno è più lenta, a un misero 25% del previsto, rispetto al 50% dello scorso anno.
Secondo Fundecitrus, il ritardo è dovuto alla necessità di permettere ai frutti di raggiungere il giusto grado di maturazione per garantire la qualità del succo. Una scelta che, pur salvaguardando il prodotto finale, sta contribuendo all’aumento della caduta precoce delle arance dagli alberi.