Categoria: Succo d’arancia

  • Allarme HLB in Georgia: la psilla asiatica minaccia gli agrumeti

    Allarme HLB in Georgia: la psilla asiatica minaccia gli agrumeti

    Negli ultimi due mesi, popolazioni della psilla asiatica degli agrumi (ACP) sono state rinvenute negli agrumi residenziali e commerciali delle contee di Lowndes e Wayne, in Georgia.

    I dettagli sui ritrovamenti sono stati forniti da esperti della facoltà di scienze agrarie e ambientali dell’università della Georgia (UGA CAES). La situazione attuale in Georgia è stata paragonata alle fasi iniziali dell’epidemia in Florida, dove l’HLB ha ridotto la produzione di agrumi di quasi il 90% da quando è stata identificata per la prima volta nel 2005. L’epidemia in Florida prese il via dopo il primo rilevamento dell’ACP nel 1998.

    A causa della tendenza dei sintomi della malattia a manifestarsi solo dopo che gli alberi sono stati infettati per mesi o anni, si ritiene probabile che altri alberi si trovino già nelle fasi iniziali dell’infezione nelle aree colpite.

    Oltre alle recenti scoperte nella contea di Wayne e nella contea di Lowndes, popolazioni di ACP erano già state segnalate in due agrumeti commerciali nella contea di Pierce tra la fine del 2023 e il 2024.

    Si nutriva la speranza che le temperature invernali più rigide registrate in Georgia potessero limitare la sopravvivenza e l’insediamento dell’ACP nella regione, nota per la produzione di agrumi resistenti al freddo. Tuttavia, gli ultimi ritrovamenti smentiscono tale previsione.

    Per mantenere la crescita dell’industria agrumicola dello stato, è imperativo un impegno costante per contenere sia l’insetto (ACP) che la diffusione dell’HLB. Gli esperti ritengono che, essendo la diffusione ancora nelle fasi iniziali, è possibile tenere sotto controllo l’infestazione a patto che vengano intraprese azioni immediate e decisive.

    Saranno essenziali sia il monitoraggio continuo (esplorazione) dell’ACP sia il controllo di questo insetto nocivo attraverso l’uso di insetticidi.

    Un metodo per determinare la presenza di ACP, è l’uso di cartoncini adesivi gialli e l’ispezione visiva degli alberi.

    In particolare, i nuovi germogli (getti) degli agrumi rappresentano un sito privilegiato per la riproduzione e l’alimentazione dell’ACP, rendendoli il punto di partenza ideale per la ricerca dell’insetto. Negli agrumeti commerciali, il posizionamento di almeno sei-otto cartoncini adesivi, concentrati soprattutto sui bordi, dove l’attività dell’ACP viene spesso rilevata per la prima volta, può essere risolutivo per monitorare la presenza delle psille.

  • Florida: otto nuove varietà di agrumi per contrastare il greening

    Florida: otto nuove varietà di agrumi per contrastare il greening

    Il settore agrumicolo della Florida, duramente colpito negli ultimi anni dalla devastante malattia HLB (conosciuta anche come citrus greening), guarda al futuro con rinnovata speranza. Lo scorso 17 settembre, la Florida Citrus Commission ha approvato ufficialmente la richiesta del Florida Department of Citrus (FDOC) di ottenere i diritti esclusivi su otto nuove varietà di agrumi sviluppate dal programma di miglioramento genetico dell’University of Florida Citrus Research and Education Center.

    Sebbene queste nuove varietà includano mandarini, tangori e anche un portinnesto innovativo, la vera attenzione è sulle nuove varietà di arance, pensate per resistere meglio alle sfide ambientali e fitosanitarie che stanno ridisegnando l’agrumicoltura mondiale.

    Tra le varietà approvate, spicca la N40-16-7-11, una selezione di arancia dolce appartenente al gruppo Valencia. Questa varietà ha dimostrato una straordinaria tolleranza al greening, con oltre 30 anni di sopravvivenza e produzione stabile in campi della Florida dove altre varietà sono ormai compromesse.

    Dal punto di vista commerciale, la N40-16-7-11 presenta caratteristiche organolettiche simili alle arance Valencia tradizionali – il punto di riferimento per la produzione di succo d’arancia – ma con una marcia in più: resilienza.

    In un contesto in cui il greening ha devastato intere aree produttive, questa varietà rappresenta una concreta possibilità di rilancio per migliaia di agricoltori.

    Il programma è stato portato avanti in sinergia tra più soggetti: la Florida Foundation Seed Producers (FFSP), che detiene la proprietà genetica delle varietà; la Florida Citrus Commission, che governa il FDOC e ha ora i diritti esclusivi per otto anni; e la New Varieties Development and Management Corporation (NVDMC), incaricata della gestione commerciale e delle licenze.

    Obiettivo comune: favorire la diffusione di varietà più resistenti, migliorando al tempo stesso la qualità del prodotto finito, sia per il mercato del fresco che per la trasformazione industriale.

    Sebbene questo programma sia centrato sulla Florida, le implicazioni sono globali. Le arance come la N40-16-7-11 potrebbero costituire una risorsa genetica preziosa anche per altri paesi produttori, come l’Italia, dove i cambiamenti climatici e il rischio crescente di diffusione dell’HLB preoccupano gli agrumicoltori.

    In Italia, la ricerca è altrettanto attiva: il CREA ha recentemente sequenziato il DNA di molte varietà autoctone, puntando su tracciabilità, qualità e resistenza. Tuttavia, la resilienza genetica alla HLB resta un elemento chiave ancora da consolidare, e le varietà statunitensi potrebbero rivelarsi un alleato importante.

  • Le nuove frontiere della ricerca per salvare gli agrumi dall’HLB

    Le nuove frontiere della ricerca per salvare gli agrumi dall’HLB

    La battaglia contro l’Huanglongbing (HLB) si sta combattendo su più fronti. Dalla genetica avanzata alla scoperta di nuove molecole naturali, scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per sviluppare soluzioni efficaci, sostenibili e durature per proteggere gli agrumeti e garantire un futuro al settore.

    Negli Stati Uniti, in prima linea nella ricerca c’è l’Università della Florida, dove il professor Manjul Dutt, del Citrus Research and Education Center (CREC), sta portando avanti progetti avanzati di modifica genetica degli agrumi. Durante la Citrus & Specialty Crop Expo, Dutt ha spiegato che ottenere una varietà di agrume transgenico pronta per il mercato può richiedere fino a 14 anni, a causa del lungo processo di sviluppo, valutazione, approvazione e diffusione.

    Il percorso inizia con l’identificazione di un gene utile, ad esempio uno che aiuti la pianta a tollerare l’HLB. Questo gene viene inserito nel DNA dell’agrume utilizzando metodi di ingegneria genetica. La pianta cresce così con una nuova capacità, come una maggiore resistenza alla malattia. Dopo anni di test in serra e sul campo, solo le linee più promettenti vengono portate avanti per una possibile approvazione commerciale.

    Negli ultimi dieci anni, il team del CREC ha testato centinaia di linee transgeniche. Alcune, contenenti specifiche proteine vegetali come NPR1 e SABP2, hanno dimostrato di migliorare la salute degli alberi e di ridurre la presenza del batterio C Las, responsabile dell’HLB. Recentemente, è stato anche allestito un sito di 20 acri dedicato alla valutazione sul campo degli agrumi geneticamente modificati, con l’obiettivo di identificare le migliori combinazioni tra marze e portinnesti, sia OGM che non OGM.

    Ma la genetica non è l’unica strada. In Brasile, un approccio completamente diverso ha portato alla ribalta la ricercatrice Alessandra Alves de Souza, dell’Istituto Agronomico (IAC), premiata con l’Ingenias Latam 2025 per il suo contributo innovativo.

    Alessandra ha sviluppato e brevettato un composto agricolo a base di N-acetilcisteina (NAC), una molecola già nota in ambito medico, ma mai utilizzata prima nel settore agricolo. Dopo 12 anni di ricerca, è emerso che questa molecola può inibire la formazione dei biofilm batterici nelle piante di agrumi, ostacolando così la proliferazione dell’agente patogeno legato all’HLB. Inoltre, la NAC ha un’azione antiossidante, che aiuta la pianta a resistere meglio allo stress ambientale, come la siccità e l’accumulo di metalli pesanti.

    A rendere la scoperta ancora più rilevante è il fatto che la NAC è un composto naturale ed ecosostenibile, con un potenziale notevole per l’uso agricolo su larga scala. Il brevetto ha permesso di sviluppare la tecnologia in modo sicuro e di iniziare il trasferimento dell’innovazione al settore produttivo.

    Questi due percorsi, diversi ma complementari, dimostrano come la lotta all’HLB stia evolvendo grazie a un mix di biotecnologia avanzata, conoscenza genetica e sperimentazione di nuove soluzioni naturali. Che si tratti di modificare il DNA delle piante o di sfruttare molecole già presenti in natura, la direzione è chiara: salvare gli agrumi richiede scienza, tempo e collaborazione tra ricercatori, agricoltori e industria

  • Più foglie, più dolcezza: nuove scoperte sul grado Brix degli agrumi infetti da HLB

    Più foglie, più dolcezza: nuove scoperte sul grado Brix degli agrumi infetti da HLB

    Nell’era dell’Huanglongbing (HLB), la malattia che da anni affligge gli agrumeti di tutto il mondo, la qualità dei frutti è diventata una delle sfide principali per i coltivatori di arance dolci. L’elevata caduta precoce dei frutti e le difficoltà nella gestione del raccolto costringono spesso i produttori a raccogliere in anticipo, compromettendo così il livello di dolcezza, espresso in gradi Brix, una misura fondamentale per la qualità del succo.

    Per affrontare questa problematica, l’Istituto di Scienze Alimentari e Agricole dell’Università della Florida (UF/IFAS) ha condotto nel febbraio 2025 uno studio approfondito in quattro frutteti di arance Valencia, con l’obiettivo di comprendere i fattori che influenzano il contenuto zuccherino dei frutti provenienti da alberi infetti da HLB.

    I ricercatori hanno analizzato frutti raccolti da rami con diversa densità fogliare, esaminando singolarmente ogni arancia per valutarne la qualità e raccogliendo al contempo le foglie adiacenti per l’analisi nutrizionale. I risultati sono stati chiari: un maggior numero di foglie sul ramo fruttifero è associato a livelli Brix significativamente più alti. In altre parole, più foglie significano un maggiore apporto di zuccheri al frutto, elemento essenziale per contrastare gli effetti negativi dell’HLB sulla dolcezza delle arance.

    L’analisi ha inoltre rivelato una correlazione positiva tra il contenuto di calcio nelle foglie e il grado Brix dei frutti. Trend simili sono stati osservati anche per potassio e magnesio, mentre livelli più bassi di manganese e zinco sono stati riscontrati nelle foglie associate a frutti particolarmente dolci. Utilizzando strumenti di modellazione predittiva basati su intelligenza artificiale, i ricercatori hanno identificato il boro come il nutriente fogliare più determinante per il livello di Brix, seguito da zinco e calcio. È importante notare che questi nutrienti devono essere mantenuti entro intervalli ottimali: sia una carenza che un eccesso possono ridurre significativamente la qualità del frutto.

    Un elemento cruciale emerso dallo studio riguarda la tempistica delle analisi fogliari. I dati raccolti da UF/IFAS si riferiscono a foglie prelevate tra febbraio e marzo, direttamente dai rami fruttiferi. Questa metodologia differisce dalle analisi convenzionali, che i coltivatori eseguono solitamente su foglie non fruttifere tra luglio e agosto. Ciò significa che i risultati dello studio non sono direttamente comparabili con le analisi nutrizionali comunemente adottate nelle pratiche agricole. I profili nutrizionali dei rami fruttiferi e non fruttiferi sono infatti differenti e soggetti a variazioni nel corso del tempo.

    Lo studio fornisce indicazioni preziose per migliorare la gestione nutrizionale degli agrumeti colpiti da HLB. Monitorare attentamente la densità fogliare dei rami fruttiferi e mantenere un equilibrio nutrizionale mirato possono rappresentare strategie efficaci per aumentare la qualità dei frutti, ridurre le perdite economiche e migliorare la competitività del settore agrumicolo. Con la dolcezza che diventa sempre più una sfida, la scienza offre oggi nuovi strumenti per difendere il futuro delle arance

  • Save the Orange: l’alleanza  per salvaguardare il futuro degli agrumi

    Save the Orange: l’alleanza per salvaguardare il futuro degli agrumi

    L’iniziativa Save the Orange si presenta come uno dei progetti internazionali più ambiziosi dedicati alla protezione della produzione agrumicola. Promossa da Invaio Sciences, The Coca‑Cola Company, MIT Solve e Fundecitrus, coinvolge esperti nei settori dell’agritech, biotecnologia, intelligenza artificiale e scienze applicate.

    Elemento centrale del progetto è la tecnologia Trecise, sviluppata da Invaio Sciences. Questo sistema di somministrazione di precisione consente il rilascio dei principi attivi direttamente nel sistema vascolare delle piante. Secondo l’azienda, la tecnologia permette di aumentare la resa fino al 30% e ridurre l’impiego di pesticidi fino al 90%. Dopo il lancio in Florida nel 2023, Trecise è in fase di espansione in aree produttive strategiche come il Brasile e il Messico.

    Invaio ha reso noto che, oltre all’utilizzo di questa tecnologia, l’iniziativa sfrutta anche un motore proprietario di intelligenza artificiale generativa, progettato per accelerare la scoperta di nuovi trattamenti biologici e ottimizzare quelli esistenti.

    L’approccio adottato da Save the Orange si basa su un modello integrato che combina scienza, tecnologia e collaborazione internazionale. Il contributo del Massachusetts Institute of Technology (MIT), attraverso il programma Solve, consiste nel coinvolgimento di esperti nei campi delle scienze della vita, della scienza dei dati e delle politiche pubbliche. L’obiettivo dichiarato è lo sviluppo di soluzioni sistemiche e scalabili per l’intero comparto agrumicolo.

    Invaio ha inoltre evidenziato il ruolo della propria infrastruttura di sviluppo prodotti, delle capacità avanzate di screening e delle competenze tecniche specialistiche come elementi fondamentali per accelerare l’impatto dell’iniziativa.

    The Coca‑Cola Company ha sottolineato l’urgenza dell’intervento, sostenendo che senza progressi concreti nella rilevazione, nella gestione e nel trattamento delle problematiche agrumicole, la fornitura globale di arance potrebbe risultare gravemente compromessa entro i prossimi 25 anni.

    Dal lato scientifico, Fundecitrus, centro di riferimento per la ricerca agrumicola in Brasile, ha ribadito il proprio impegno a favore di soluzioni basate sull’evidenza scientifica, sulla trasparenza e sull’innovazione. L’organizzazione ha affermato che la collaborazione con The Coca‑Cola Company all’interno dell’iniziativa Save the Orange consente di mettere a sistema conoscenze, tecnologie e risorse umane per contribuire alla salvaguardia del settore.

    Con il contributo congiunto di realtà industriali e accademiche, Save the Orange punta a definire un nuovo standard nella protezione delle colture. L’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia e l’approccio integrato permettono di affrontare le attuali sfide del settore con maggiore efficacia.

  • Il mercato delle arance in India si adatta alla stagione locale e riduce le importazioni

    Il mercato delle arance in India si adatta alla stagione locale e riduce le importazioni

    Con l’avvicinarsi della stagione di raccolta in India, il mercato delle arance importate si prepara a subire un’importante transizione. L’aumento della disponibilità di prodotto nazionale, in particolare dalle coltivazioni di Nagpur, è destinato a ridurre la domanda di agrumi d’importazione nelle prossime settimane, creando una nuova dinamica di prezzi e consumo.

    L’India, pur essendo un grande produttore di arance, dipende dalle importazioni per soddisfare la domanda di agrumi di alta qualità e per colmare i vuoti stagionali. In questa stagione, i volumi d’importazione da Egitto e Sudafrica sono rimasti stabili, con un ruolo cruciale nel mantenere l’offerta sul mercato. Le forniture dal Sudafrica, in particolare le varietà Valencia e Midnight, hanno registrato un miglioramento significativo. Al contrario, la qualità delle arance egiziane è rimasta stabile, ma i volumi sono stati inferiori e i prezzi più volatili rispetto all’anno precedente.

    Una delle principali difficoltà per gli importatori indiani è la priorità che gli esportatori esteri tendono a dare ad altri mercati, come quello europeo e del Golfo. Di conseguenza, l’India viene spesso considerata un mercato secondario, con un impatto diretto sui volumi disponibili e sulle dinamiche dei prezzi interni. L’arrivo di quantità eccessive di prodotto importato senza una corrispondenza nella domanda può portare a un crollo dei prezzi, rendendo necessaria una maggiore disciplina nel controllo dei volumi.

    Le recenti e abbondanti piogge nelle aree metropolitane hanno già influenzato la domanda, riducendo il consumo di agrumi. Questo calo stagionale si intensificherà con l’imminente disponibilità di arance indiane. Si prevede che l’arrivo del raccolto di Nagpur, a partire da metà settembre, innescherà una forte concorrenza sui prezzi, soprattutto nel mercato al dettaglio di massa.

    In questo nuovo periodo, le importazioni continueranno a servire la fascia alta del mercato e la clientela urbana, mentre la domanda di massa si orienterà verso i prodotti locali.

  • Sospensione all’export di arance dal Sudafrica verso l’Europa

    Sospensione all’export di arance dal Sudafrica verso l’Europa

    L’industria agrumicola sudafricana ha annunciato la sospensione delle sue esportazioni di arance verso l’Europa per la stagione 2025. La decisione, comunicata dalla Citrus Growers’ Association of South Africa (CGA) e dal Fresh Produce Exporters’ Forum (FPEF), segna la fine di una stagione di successo, ma complessa, e mira a facilitare la transizione verso la produzione dell’emisfero settentrionale.

    L’ultimo giorno utile per le ispezioni e l’esportazione delle arance Valencia dalle regioni sudafricane interessate dalla malattia del Citrus Black Spot è stato fissato per sabato 20 settembre. La misura non riguarda le province del Capo Occidentale e del Capo Settentrionale, né i volumi rimanenti di mandarini.

    Questa chiusura anticipata, che offre ai coltivatori ancora una settimana per completare l’imballaggio, è stata presa per consentire alle spedizioni già approvate di raggiungere i mercati europei prima della fine naturale della stagione sudafricana, prevista per metà ottobre.

    L’annuncio segna anche un passaggio di consegne: l’industria sudafricana intende favorire i produttori dell’emisfero settentrionale, in particolare la Spagna, permettendo loro di sfruttare le attuali condizioni di mercato. La mossa è descritta come un gesto di “continua e crescente cooperazione” con i partner europei.

    Nonostante la chiusura anticipata, il bilancio della stagione è positivo per il Sudafrica. La domanda di agrumi sudafricani in Europa è stata eccezionale e i coltivatori locali hanno spedito volumi di prodotto “notevolmente superiori a quelli mai registrati prima”.

    La CGA e la FPEF hanno voluto ringraziare l’intera filiera per la produttività e l’impegno costante, sottolineando l’importanza del settore che, solo a livello agricolo, supporta il sostentamento di circa 140.000 persone.

  • L’industria agrumicola USA alle prese con i dazi e le scorte in eccesso

    L’industria agrumicola USA alle prese con i dazi e le scorte in eccesso

    Le arance importate dall’emisfero australe stanno per concludere la loro stagione negli Stati Uniti, con le tariffe e le condizioni economiche che hanno messo a dura prova il mercato. Con la stagione agrumicola nazionale statunitense alle porte, le importazioni estive si concluderanno entro fine ottobre, dopo una stagione dominata dalle tariffe doganali.

    L’introduzione di dazi ha avuto un impatto differenziato a seconda dei Paesi di provenienza. Le importazioni da Perù e Cile sono state soggette a una tariffa del 10%, con effetti meno drastici. Viceversa, il Sudafrica ha affrontato una tariffa del 30%, entrata in vigore l’8 agosto, proprio nel pieno della stagione. Questa mossa ha spinto i produttori e gli spedizionieri sudafricani a una vera e propria corsa contro il tempo: il 75% del raccolto è stato spedito prima dell’entrata in vigore del dazio.

    Questo afflusso massiccio di merci ha portato a un accumulo di scorte, con volumi considerevoli di frutta immagazzinati per un breve periodo di tempo. Questa strategia ha creato un divario negli arrivi, con una pausa nelle spedizioni dal Sudafrica che durerà fino al 22 settembre, quando è previsto l’arrivo dei primi carichi soggetti alla nuova tariffa. Si spera che questa pausa possa contribuire a smaltire le scorte e creare condizioni di mercato più favorevoli per le settimane conclusive della stagione.

    In generale, il mercato ha mostrato un andamento eterogeneo per quanto riguarda le arance. I frutti di grandi dimensioni (calibri 40, 48 e 56) sono abbondanti ma si vendono lentamente. Al contrario, le arance di calibro più piccolo (64-113) si stanno muovendo più velocemente, a causa della loro idoneità per i formati di confezione. La speranza è che il ritorno a scuola dei bambini favorisca la vendita delle arance di fine stagione come le Navel Lates e le Midknights.

    La stagione di importazione sta lasciando il passo a quella nazionale. Intorno a metà ottobre, la California inizierà la raccolta delle sue arance. Sebbene i frutti iniziali rimangano sulla costa occidentale, le spedizioni al dettaglio a livello nazionale dovrebbero iniziare a novembre, segnando l’inizio di una stagione che si preannuncia promettente, date le ottime condizioni di crescita nello stato. A metà ottobre, la maggioranza degli importatori ridurrà le importazioni dall’estero per fare spazio alla produzione californiana.

  • In Florida il settore agrumicolo cerca una “nuova normalità”

    In Florida il settore agrumicolo cerca una “nuova normalità”

    Il futuro del settore agrumicolo della Florida, duramente provato dalla malattia del citrus greening (o huanglongbing), è visto con un cauto ottimismo. L’industria si sta adattando e ha le potenzialità per una ripresa, sebbene molti agricoltori abbiano già abbandonato l’attività.

    Il citrus greening, rilevato per la prima volta in Florida nel 2005, ha avuto un impatto devastante sulla produzione statale negli ultimi vent’anni. Il fenomeno, che colpisce gli agrumi a livello globale, rappresenta una preoccupazione crescente anche per le aree emergenti di coltivazione, come quelle con agrumi resistenti al freddo nel nord della Florida, nel sud della Georgia e nel sud dell’Alabama, dove la malattia è stata individuata in un agrumeto commerciale nel 2023.

    Si ritiene che l’industria, pur non tornando mai alla sua forma precedente, possa diventare più grande di quanto non sia ora, con il fattore limitante individuato non più nella malattia, ma nella disponibilità di terreni. Questo scenario potrebbe essere una “nuova normalità” per il settore.

    La speranza per la ripresa è legata allo sviluppo di un albero del futuro, in grado di resistere al greening. Un tale progresso permetterebbe al settore di raggiungere dimensioni tali da tornare a essere un’industria di punta non solo per la Florida, ma anche per altre aree produttrici emergenti.

  • La produzione di arance in Florida cala del 32% e i prezzi salgono

    La produzione di arance in Florida cala del 32% e i prezzi salgono

    La stagione agrumicola della Florida si chiude con un forte calo della produzione di arance, ma con un risvolto positivo per i coltivatori: i prezzi hanno registrato un’impennata. I dati, pubblicati dal Servizio nazionale di statistica agricola del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA NASS), mostrano che la produzione di arance dello stato è diminuita del 32% nella stagione 2024-25, scendendo a 12,2 milioni di casse.

    Il calo ha interessato in modo uniforme tutte le varietà. La produzione di arance Valencia, utilizzate principalmente per il succo, è scesa del 33% a 7,6 milioni di casse. Analogamente, le arance non Valencia, tra cui quelle destinate al consumo fresco, hanno visto una diminuzione del 32%, fermandosi a 4,6 milioni di casse.

    Nonostante il forte calo a livello statale, la contea di Polk si conferma il cuore della produzione di agrumi della Florida, contribuendo con 3,79 milioni di casse. Seguono le contee di Highlands, Desoto, Hardee e St. Lucie, che insieme rappresentano un massiccio 76% della produzione totale.

    Il rovescio della medaglia della scarsità è stato un aumento dei prezzi per i produttori. Il prezzo medio per tutte le arance è salito a $13,30 per cassa, un notevole incremento rispetto ai $10,01 della stagione precedente. Le arance destinate al mercato del fresco hanno visto il loro valore aumentare a $17,85 per cassa, mentre quelle per la trasformazione hanno raggiunto i $12,86. In particolare, le arance Valencia sono state vendute a un prezzo medio di $14,00 per cassa, mentre le non-Valencia hanno toccato i $12,13.