Categoria: Succoarancia

  • In Spagna un impianto fotovoltaico mette a rischio 126.000 alberi di agrumi

    In Spagna un impianto fotovoltaico mette a rischio 126.000 alberi di agrumi

    Un imponente progetto di impianto fotovoltaico nella Plana Baixa, situata in una delle province della comunità valenciana, proposto da Arada Solar, rischia di devastare circa 126.000 alberi, in gran parte agrumi in piena produzione, e di compromettere un’area agricola di cruciale importanza. La denuncia arriva dall’Unió Llauradora, che ha lanciato oggi una campagna di protesta simbolica a Vall d’Uixó.

    Il progetto, che include anche una vasta infrastruttura di evacuazione, interesserebbe circa 280 ettari di coltivazioni, molti dei quali terreni irrigui di notevole valore agroecologico. La protesta ha visto la partecipazione di membri de LA UNIÓ e della Piattaforma Energia e Territorio della Plana Baixa, uniti nel denunciare un’operazione che minaccia l’economia e l’ambiente locale.

    L’impianto solare è previsto nei comuni di Vall d’Uixó, Xilxes e Moncofa. Ma il suo impatto non si limiterà a queste aree: una nuova sottostazione elettrica e una linea a media tensione di quasi 18 chilometri attraverseranno i comuni di Vall d’Uixó, Nules, Borriana, Les Alqueries, Vila-real e Betxí, aumentando l’estensione del danno potenziale.

    Secondo LA UNIÓ, questa colossale costruzione metterebbe a rischio la produzione di quasi 5 milioni di chili di agrumi, in un momento in cui i raccolti sono già in calo a causa dei cambiamenti climatici. “Non possiamo permetterci di perdere ulteriore terreno agricolo utilizzabile in questa zona”, ha dichiarato Carles Peris, segretario generale de La Unió Llauradora. “L’agrumicoltura è la coltura predominante e abbiamo bisogno di un volume stabile per consolidare gli investimenti e creare posti di lavoro, sia permanenti che stagionali.”

    Arada Solar, sussidiaria della multinazionale norvegese Statkraft, sta cercando di acquisire o affittare i terreni, ma con offerte considerate “molto basse” dall’Unió. Peris ha evidenziato come molti giovani agricoltori abbiano investito nelle loro aziende negli ultimi anni, con l’intenzione di rimanere nel settore e non vogliono essere costretti a separarsi dalla loro terra.

    LA UNIÓ ribadisce la sua ferma opposizione alla perdita di terreni agricoli e al danno arrecato agli agricoltori che, insieme alle autorità, hanno investito ingenti somme nella modernizzazione dell’irrigazione.

  • Arrivano sul mercato due nuove qualità di arance precoci

    Arrivano sul mercato due nuove qualità di arance precoci

    In risposta alla crescente domanda di diversificazione varietale e di prodotti di qualità superiore, sono state presentate due nuove qualità di arancia dolce, denominate Kawatta e Majorca, in occasione della 50ª edizione di Expocitros, la più grande fiera degli agrumi dell’America Latina. Queste innovazioni promettono di rivoluzionare il mercato grazie alla loro precocità e all’eccellente qualità del succo, con un’enfasi particolare su sapore e colore.

    Le nuove varietà sono il frutto di un’ampia collaborazione tra istituzioni di ricerca di spicco come Embrapa e il Centro Agrumi Sylvio Moreira (CCSM) dell’Istituto Agronomico (IAC), supportate dalla Fondazione Coopercitrus Credicitrus (FCC). Questo progetto rappresenta un significativo passo avanti per l’Unità Mista di Ricerca e Trasferimento Tecnologico (UMIPTT) della Cintura Agrumicola (SP), con il contributo fondamentale del Fondo per la Difesa degli Agrumi (Fundecitrus), di università e produttori.

    Le arance Kawatta e Majorca, originarie rispettivamente del Suriname e della Florida, sono state introdotte e valutate nello stato di San Paolo fin dai primi anni ’90. Secondo Embrapa, queste varietà si sono distinte nelle prove competitive come valide alternative alle cultivar precoci già esistenti. La loro raccolta avviene tra maggio e agosto, un periodo cruciale per il mercato. Le analisi hanno rivelato un succo di alta qualità, un colore più intenso e un ottimo rapporto solidi solubili/acidità, un fattore determinante per il sapore.

    Le attuali varietà precoci più diffuse in Brasile, come la Hamlin e la Valencia Americana, sebbene molto produttive, presentano frutti e succhi di qualità inferiore in termini di colore e sapore, con la Hamlin che è la più coltivata tra le precoci.

    Eduardo Girardi, ricercatore presso Embrapa Cassava and Fruit Growing (BA), sottolinea i benefici agronomici delle nuove varietà precoci. “Queste garantiscono una raccolta più rapida e riducono il rischio di esposizione alla siccità, grazie al loro ciclo produttivo più breve”, spiega Girardi. Aggiunge che facilitano anche la potatura e, in prospettiva, la raccolta meccanica. “Inoltre, entrambe le varietà mostrano una buona produttività senza irrigazione, superando le 30 tonnellate per ettaro, e si sono dimostrate compatibili con i tre principali portinnesti utilizzati nello stato di San Paolo”, conclude il ricercatore.

    Nonostante le promettenti novità, l’industria della trasformazione si trova di fronte a delle sfide. Camilla Pacheco, ricercatrice presso Citrosuco, evidenzia come lo scenario attuale delle arance dolci precoci sia caratterizzato da una scarsa diversificazione, una bassa qualità sensoriale e la produzione di succhi con un contenuto di solidi solubili inferiore e una minore intensità aromatica.

    “Questa prospettiva è piuttosto impegnativa per l’industria, in particolare per la produzione di succo pastorizzato non da concentrato (NFC – Not From Concentrate)”, afferma Pacheco. Il succo NFC, infatti, ha un valore aggiunto maggiore nella filiera rispetto al succo concentrato congelato (FCOJ), ma richiede materie prime di qualità superiore. “Il succo NFC necessita di un contenuto di solidi solubili più elevato, un’acidità equilibrata e un profilo sensoriale più ricco. Caratteristiche che le qualità precoci attualmente disponibili su larga scala non soddisfano appieno”, conclude la ricercatrice, evidenziando l’importanza delle nuove varietà come Kawatta e Majorca per il futuro del settore.

  • Gli Stati Uniti investono 23 milioni di dollari nella ricerca contro il citrus greening

    Gli Stati Uniti investono 23 milioni di dollari nella ricerca contro il citrus greening

    Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA/NIFA) ha annunciato un massiccio investimento di quasi 23 milioni di dollari, destinati a 14 progetti di ricerca volti a combattere la devastante malattia degli agrumi conosciuta come Huanglongbing (HLB) o “citrus greening”. I fondi, erogati nell’ambito del Programma di Ricerca e Sviluppo di Emergenza sulle Malattie degli Agrumi, mirano a trovare soluzioni urgenti per prevenire la diffusione della malattia e proteggere l’industria agrumicola.

    L’Università della Florida si conferma un attore chiave nella lotta contro l’HLB, avendo ricevuto ben otto degli otto dei quattordici finanziamenti. Questa concentrazione di risorse sottolinea il ruolo centrale dell’ateneo nello sviluppo di strategie innovative.

    I progetti finanziati spaziano da approcci genetici e biotecnologici a nuove terapie e metodi di controllo degli insetti vettori:

    • Innovazione Genetica e Resistenza: Diverse iniziative si concentrano sullo sviluppo di varietà di agrumi resistenti o tolleranti all’HLB. Tra queste, spiccano gli sforzi per l’allevamento mediato da CRISPR di varietà resistenti (Soil Culture Solutions, LLC, 1,1 milioni di dollari) e l’accelerazione del rilascio di varietà non OGM da parte dell’Università della Florida (6,2 milioni di dollari), oltre allo sviluppo di linee transgeniche (Università della Florida, 1,5 milioni di dollari). L’ateneo floridiano si impegna anche nella comprensione e identificazione della tolleranza e nella selezione rapida di geni di resistenza (entrambi da 1,1 milioni di dollari).
    • Terapie e Somministrazione: La ricerca si estende a nuove metodologie per trattare gli alberi già infetti. Texas A&M AgriLife Research (1,1 milioni di dollari) sta valutando sistemi innovativi per migliorare la somministrazione di terapie nella vascolatura degli alberi, mentre l’Università della Florida (1,5 milioni di dollari) si concentra sulla somministrazione terapeutica guidata per migliorare la salute degli alberi colpiti.
    • Controllo degli Insetti Vettori e Biopesticidi: Dato che la psilla asiatica degli agrumi è il principale vettore della malattia, una parte significativa dei fondi è destinata al suo controllo. L’Università della Florida (1,4 milioni di dollari) sta sviluppando nuovi insetticidi antifeeding, mentre il Wisconsin University System (1,5 milioni di dollari) è al lavoro sull’introduzione di RejuAgro, un innovativo biopesticida per iniezione nel tronco. Un altro progetto dell’Università della Florida (1,2 milioni di dollari) esplora la combinazione di copertura protettiva individuale e ossitetraciclina.
    • Modellazione e Valutazione del Rischio: L’Università della California, Davis (1 milione di dollari), sta sviluppando approcci sistemici per integrare biologia e tecnologia dell’informazione in modelli dinamici migliorati, mentre la University of Georgia Research Foundation, Inc. (1,1 milioni di dollari) valuta il rischio di HLB nei sistemi di produzione di agrumi resistenti al freddo.

    Infine, il Servizio di Ricerca Agricola dell’USDA (1,5 milioni di dollari) sta studiando il controllo dell’HLB attraverso l’isolamento del Nectarine marafivirus M e il suo sistema di espressione.

    Questo ingente investimento federale sottolinea l’urgenza di trovare soluzioni definitive contro l’HLB, una malattia che continua a rappresentare una seria minaccia per la produzione di agrumi a livello nazionale. La ricerca intensiva e collaborativa è vista come la strada maestra per proteggere il futuro di un settore agricolo cruciale.

  • La California estende le aree di quarantena contro il greening

    La California estende le aree di quarantena contro il greening

    Le autorità agricole federali e statali della California hanno annunciato un’ulteriore espansione delle aree di quarantena per l’Huanglongbing (HLB), meglio nota come “citrus greening”, una malattia devastante per gli agrumi. Questa mossa strategica mira a contenere la diffusione dell’epidemia che minaccia l’industria agrumicola dello stato.

    Le nuove restrizioni riguardano principalmente tre contee. Nella Contea di Orange, l’area di quarantena nelle zone di Foothill Ranch e Mission Viejo è stata ampliata di 26,69 miglia quadrate. Un’estensione di 11,3 miglia quadrate è stata imposta nella Contea di Riverside, mentre la Contea di San Diego ha visto l’area di Valley Center allargarsi di ben 85,19 miglia quadrate. Complessivamente, queste espansioni impattano su 2.761,85 acri di agrumeti commerciali.

    Le modifiche alle aree di quarantena, decise dal Servizio di Ispezione Sanitaria Animale e Vegetale (APHIS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dal Dipartimento dell’Alimentazione e dell’Agricoltura della California, sono una risposta diretta alla rilevazione di HLB in campioni di tessuti vegetali prelevati da proprietà residenziali nelle contee interessate.

    L’APHIS ha prontamente applicato misure di sicurezza stringenti per il movimento interstatale di articoli regolamentati provenienti dalle aree in quarantena. L’obiettivo è chiaro: prevenire la diffusione dell’HLB in altre regioni degli Stati Uniti non ancora colpite dalla malattia.

    Il “citrus greening”, come riportato dal sito web dell’APHIS, rende i frutti amari, scoloriti e spesso asimmetrici, rendendoli idonei solo per la spremitura e non per il consumo fresco. La malattia è già diffusa in diversi stati americani, tra cui Georgia, Florida, Porto Rico e Isole Vergini Americane, oltre a colpire aree in Alabama, Louisiana, Carolina del Sud e Texas, e ora si sta consolidando in California.

    La psilla asiatica degli agrumi è il vettore principale della malattia. Sebbene il controllo chimico intensivo sia attualmente lo strumento più utilizzato per ridurre le popolazioni di psilla, questa strategia è costosa e la sua efficacia sta diminuendo. La comunità scientifica è attivamente impegnata nella ricerca di soluzioni più sostenibili e definitive per arginare questa minaccia che incombe sul futuro della produzione agrumicola.

  • Mercato arance brasiliane: contratti in stallo in attesa del nuovo raccolto

    Mercato arance brasiliane: contratti in stallo in attesa del nuovo raccolto

    Il futuro dei contratti per le arance brasiliane tra industria e produttori per la stagione 2025/26 è in bilico. Dopo la recente stima di Fundecitrus, che ha fissato la produzione a 314,6 milioni di casse da 40,8 kg, le trattative per la definizione dei prezzi sono state rinviate e difficilmente si concluderanno prima di metà giugno.

    La pubblicazione della stima ha rimescolato le carte sul tavolo, influenzando le aspettative di entrambe le parti. Al momento, l’industria riceve volumi limitati di frutta, frutto di contratti precedenti o acquisti sul mercato spot. Questo scenario ha portato a lievi oscillazioni nei prezzi delle arance destinate alla trasformazione nel mese di maggio.

    Un fattore chiave è la concentrazione della produzione nella seconda fase di fioritura. Questo suggerisce un’intensificazione della raccolta solo a partire da luglio, ritardando l’arrivo della nuova frutta ai centri di trasformazione.

    Gli operatori del settore segnalano, inoltre, un miglioramento della qualità delle arance consegnate all’industria, un segnale che potrebbe ridurre il fabbisogno complessivo di volumi per la produzione di succo. Questa tendenza è ampiamente attribuita alle condizioni meteorologiche favorevoli che hanno interessato le coltivazioni.

  • Le arance europee: prezzi in rialzo e produzione sostenuta

    Le arance europee: prezzi in rialzo e produzione sostenuta

    Secondo i dati trasmessi dalla Commissione europea il mercato delle arance nell’Unione Europea sta vivendo un periodo caratterizzato da un aumento generalizzato dei prezzi e da una produzione che, nonostante alcune variazioni regionali, si mantiene su buoni livelli.

    Il prezzo medio delle arance nell’UE ha raggiunto i 99 EUR/100 kg ad aprile 2025, segnando un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. In particolare, si registra un aumento dell’8% rispetto a marzo 2024, un notevole +17% rispetto ad aprile 2024 e un +18% se confrontato con la media degli ultimi cinque anni. Questo trend al rialzo indica una domanda sostenuta e/o una contrazione dell’offerta in alcuni segmenti.

    Analizzando i dati per paese, emergono differenze significative:

    • Italia si posiziona come leader in termini di prezzo, con 137 EUR/100 kg ad aprile 2025. Il mercato italiano ha mostrato una crescita del 6% rispetto a marzo 2024 e un +20% rispetto ad aprile 2024, superando del 17% la media quinquennale.
    • Spagna, il principale produttore di agrumi dell’UE, registra prezzi a 90 EUR/100 kg. Anche qui si osserva un aumento, con un +15% rispetto a marzo 2024, un +7% su aprile 2024 e un +19% sulla media quinquennale.
    • La Grecia presenta i prezzi più bassi tra i paesi analizzati, a 72 EUR/100 kg. Tuttavia, il paese ha visto un forte aumento del 36% rispetto a marzo 2024, del 25% rispetto ad aprile 2024 e del 23% sulla media quinquennale, indicando una rapida ripresa o un aggiustamento dei prezzi.
    • Il Portogallo è l’unico paese a registrare un calo dei prezzi, con 65 EUR/100 kg. I prezzi sono diminuiti del 14% rispetto a marzo 2024 e del 9% rispetto ad aprile 2024, sebbene si mantengano ancora superiori dell’8% rispetto alla media quinquennale.
  • Calo dei prezzi del succo d’arancia: allarme o semplice assestamento?

    Calo dei prezzi del succo d’arancia: allarme o semplice assestamento?

    Il mercato globale del succo d’arancia concentrato ha registrato un netto calo nel corso di questa primavera, con i prezzi spot precipitati da 6.700 dollari/tonnellata (concentrato a 65°Brix) a 5.500 dollari. Un arretramento significativo che solleva interrogativi sulla tenuta di un settore già provato.

    Nonostante la flessione, gli addetti ai lavori sottolineano come il prezzo attuale rimanga comunque elevato se confrontato con il periodo tra il 2018 e la fine del 2022, quando il mercato aveva toccato il fondo con quotazioni tra gli 800 e i 2.200 dollari/tonnellata. La variazione di marzo è l’inizio di una spirale discendente che riporterà i prezzi “in zona rossa”? Nel medio termine, la risposta più probabile è “no”.

    Il calo dei prezzi trova parziale giustificazione in diversi fattori. Innanzitutto, la domanda di succo d’arancia ha subito un declino dalla fine del 2022. L’impennata dei prezzi ha allontanato i consumatori, spingendo gli imbottigliatori a riformulare i prodotti con miscele a minor contenuto di succo d’arancia.

    Inoltre, si prevede un raccolto brasiliano 2025-26 più abbondante. Condizioni climatiche più favorevoli e un “cocktail” di soluzioni mirate a mitigare le conseguenze del “greening” (una malattia devastante per gli agrumi) dovrebbero contribuire a una produzione maggiore nel paese che, di fatto, detta le regole del mercato. A questo si aggiunge l’emergere di nuovi attori, con l’Egitto in prima linea nel bacino del Mediterraneo, pronti a contribuire all’offerta globale.

    Tuttavia, gli indicatori sul fronte dell’offerta suggeriscono che il mercato rimarrà in tensione nel medio termine, sebbene forse con un’intensità leggermente inferiore rispetto alle due stagioni precedenti. Il prossimo raccolto brasiliano, pur preannunciandosi meno scarso, sarà comunque al di sotto della media storica, con l’USDA che prevede un incremento di appena il 7%. L’impatto dei nuovi operatori è ancora modesto e la materia prima continuerà a scarseggiare.

    Un elemento critico è il livello senza precedenti delle scorte brasiliane, mai così basse. Sarà necessario tempo per osservare un reale cambiamento nella struttura a monte del mercato. Il “greening” continua a diffondersi, interessando ormai il 45% degli alberi nella cruciale regione di San Paolo/Minas Gerais. E, sebbene si parli di piantumazioni in aree indenni (come i 40.000 ettari nel nord del paese), queste iniziative sono ancora perlopiù in fase di pianificazione, con rare eccezioni significative come la piantagione di 5.000 ettari nel Mato Grosso sviluppata da Cutrale.

  • Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Dalla salute allo sport: la Florida punta su nuove alleanze per promuovere il succo d’arancia

    Il team di marketing del Dipartimento Agrumi della Florida ha esposto alla Florida Citrus Commission la sua strategia di marketing globale per l’anno fiscale 2025-26.

    L’intenzione è di ampliare la campagna “True Original” per enfatizzare i benefici del succo d’arancia della Florida sia per i consumatori odierni che per i professionisti del settore sanitario. Per questi ultimi, il piano prevede la collaborazione con esperti di salute e benessere per diffondere informazioni scientificamente validate sulle proprietà nutritive del succo d’arancia puro, come dimostrato dalla partnership con l’American Heart Association per ricette salutari. Un sondaggio aiuterà a misurare l’impatto di queste azioni.

    Per coinvolgere i consumatori moderni, si propone una collaborazione con i Tampa Bay Lightning e l’Amalie Arena, mirando a stimolare la domanda tra i milioni di tifosi e visitatori degli eventi.

    Tra le altre iniziative consigliate figurano collaborazioni con programmi televisivi come “Ellie’s Real Good Food” su PBS, eventi culinari con chef e l’organizzazione di grandi appuntamenti mediatici. Queste azioni si integrano con le iniziative di e-commerce già avviate. L’intero programma mira a incentivare le vendite e aumentare il valore percepito del succo d’arancia della Florida.

    La strategia include anche una costante attività digitale tramite pubblicità online, gestione dei media, promozioni sui social media e con influencer, marketing sui motori di ricerca e gestione delle crisi. L’obiettivo ultimo è intercettare i consumatori moderni in ogni fase del processo d’acquisto, dalla sensibilizzazione all’acquisto ripetuto, per sostenere le vendite.

  • Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan si avventura nel mondo degli agrumi

    Il Kirghizistan sta intraprendendo un percorso innovativo per diversificare il proprio panorama agricolo. Il Ministero delle Risorse Idriche, dell’Agricoltura e dell’Industria di Trasformazione ha recentemente annunciato l’avvio delle prime sperimentazioni agronomiche su agrumi e ulivi, un passo audace per un paese con un clima prevalentemente continentale.

    Le giovani piante, tra cui mandarini, arance, olive e kumquat, sono state importate direttamente dalla Turchia, un paese con una consolidata esperienza nella coltivazione di queste colture mediterranee. Le prove sono concentrate nella regione di Batken, nel sud del Kirghizistan, un’area scelta per le sue condizioni climatiche relativamente più miti rispetto ad altre parti del paese.

    L’obiettivo primario di queste sperimentazioni è valutare la capacità di queste piante amanti del caldo di adattarsi alle condizioni ambientali locali. Particolare attenzione viene rivolta alla loro resistenza al clima invernale, alle caratteristiche del suolo e alla loro vulnerabilità ai parassiti autoctoni. La coltivazione di agrumi in regioni tradizionalmente non adatte richiede un’attenta valutazione delle temperature minime invernali, che possono essere critiche per la sopravvivenza degli alberi. In Kirghizistan, le temperature invernali possono scendere significativamente sotto lo zero, rendendo necessarie varietà particolarmente resistenti al freddo o l’implementazione di tecniche di protezione come coperture o serre.

    Bakyt Mambetov, direttore del Dipartimento per le competenze colturali e l’orticoltura, ha espresso un cauto ottimismo riguardo al potenziale di questa iniziativa. “Se avranno successo,” ha dichiarato Mambetov, “queste colture potrebbero essere consigliate per la coltivazione nelle regioni meridionali, contribuendo a diversificare il mercato interno e ad aumentare il potenziale di esportazione del Paese.”

    La diversificazione agricola è una strategia chiave per molti paesi in via di sviluppo, inclusi quelli dell’Asia Centrale, per rafforzare la sicurezza alimentare, creare nuove opportunità economiche e ridurre la dipendenza da poche colture tradizionali. L’introduzione di agrumi e ulivi potrebbe aprire nuove nicchie di mercato, sia per il consumo interno che per l’esportazione verso i paesi vicini.

  • Georgia: previsioni di raccolto scarso e agrumi troppo grossi

    Georgia: previsioni di raccolto scarso e agrumi troppo grossi

    I produttori di agrumi specializzati in varietà resistenti alle basse temperature si trovano ad affrontare un periodo di apprensione. Le proiezioni per la prossima stagione indicano una contrazione della disponibilità di frutta, una diretta conseguenza del ciclo di alternanza produttiva degli alberi. A complicare ulteriormente il quadro, si prevede che i pochi frutti disponibili saranno di dimensioni eccessive, rappresentando un ulteriore ostacolo alla loro commercializzazione.

    La professoressa associata Mary Sutton, specialista in agrumicoltura presso l’Università della Georgia (UGA), ha offerto la sua prospettiva su questo fenomeno: “Gli alberi che presentano un basso carico di produzione tendono a sviluppare frutti di dimensioni considerevoli, in alcuni contesti, queste dimensioni possono eccedere i limiti accettabili per la vendita sul mercato.”

    Questa duplice sfida rappresenta un boccone amaro per i coltivatori, che si sforzano di massimizzare i profitti da un raccolto già preventivato come ridotto. La radice del problema risiede negli eventi climatici passati, in particolare la gelata del dicembre 2022, che ha spinto gli alberi in una fase di alternanza produttiva di estrema entità. Dopo un carico di raccolto modesto nel 2023, le piante hanno accumulato risorse extra, riversandole in una produzione straordinariamente abbondante nel 2024. Tuttavia, in vista della prossima annata, gli alberi si apprestano a un ciclo di riposo, con una produzione attesa notevolmente ridotta, indispensabile per recuperare lo sforzo della stagione precedente.

    “Quando la quantità di frutta è molto limitata, ci si deve aspettare un aumento significativo delle dimensioni individuali,” ha ribadito la Dottoressa Sutton. “L’anno scorso, ho osservato personalmente alberi che portavano più di 180 chili di frutta, e sono rimasta sorpresa dal calibro eccezionale di quei singoli frutti. Normalmente, un raccolto così massiccio si traduce in frutti molto piccoli. Ciò evidenzia chiaramente la sovrabbondanza e sovrapproduzione verificatasi l’anno scorso. Sarebbe di gran lunga preferibile una produzione annuale stabile, ad esempio di 300 libbre di frutta per albero, piuttosto che picchi di 600 libbre seguiti da un’annata quasi a zero.”