Categoria: Cacao

  • La crescita della domanda di cacao minaccia le foreste

    La crescita della domanda di cacao minaccia le foreste

    Il consumo di cioccolato è in costante aumento a livello globale, ma questa espansione ha un costo elevato per l’ambiente e le comunità produttrici. In nazioni come la Costa d’Avorio e il Ghana, che producono quasi il 60% del cacao mondiale, la povertà estrema spinge i coltivatori a disboscare nuove aree fertili. Di conseguenza, le foreste ivoriane, un tempo estese, sono ora ridotte a meno del 10% del territorio.

    Questa incessante ricerca di produttività ha un impatto ambientale significativo. La deforestazione contribuisce per circa il 20% alle emissioni di gas serra a livello globale, percentuale che sale a quasi il 25% nell’Africa occidentale. Le piantagioni di cacao in monocoltura sono vulnerabili a malattie e stress climatici, che negli ultimi anni hanno già causato gravi cali di produzione, come il marciume bruno.

    La riduzione dell’offerta ha portato a una vertiginosa impennata dei prezzi del cacao, che tra gennaio 2023 e gennaio 2025 sono aumentati del 365%, raggiungendo un picco storico di 12.000 dollari per tonnellata. Questo incremento si è riversato sui consumatori, con un aumento medio del 14% nel prezzo dei cioccolatini pasquali a marzo 2025.

    Oltre al degrado ambientale, le piantagioni di cacao nascondono una grave crisi umanitaria. Molti coltivatori guadagnano meno di un dollaro al giorno, costringendo le famiglie a ricorrere al lavoro minorile: si stima che oltre 800.000 bambini siano impiegati in queste coltivazioni. Nonostante i recenti aumenti di prezzo abbiano offerto un modesto sollievo, non sono sufficienti a eradicare la povertà e il lavoro minorile.

    Di fronte a queste sfide, è fondamentale ripensare il consumo di cioccolato. È importante sapere che il cioccolato fondente, nonostante la percezione di “purezza”, ha in realtà un’impronta di carbonio maggiore rispetto al cioccolato al latte o bianco a causa del suo più elevato contenuto di cacao. Sebbene le certificazioni possano essere un passo, è necessario valutarne l’affidabilità, dato che il cacao biologico, pur benefico per la biodiversità, può portare a rese inferiori e a potenziale deforestazione.

    Accanto alle scelte individuali, stanno prendendo forma iniziative politiche. Nel 2024, l’Unione Europea ha adottato nuovi regolamenti, come l’EUDR e la CS3D, che mirano a obbligare le grandi aziende a prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali lungo le loro catene di approvvigionamento. Tuttavia, queste misure sono state parzialmente indebolite, sollevando preoccupazioni tra le organizzazioni non governative.

    Per un cioccolato più etico e sostenibile come consumatori bisogna scegliere in modo più consapevole, prestando attenzione all’origine e alle certificazioni. Ma cambiamento deve avvenire anche a livello di politiche pubbliche e grandi aziende, migliorando le condizioni di vita dei produttori e preservando le foreste.

  • Previsioni in contrazione per la produzione di cacao africano

    Previsioni in contrazione per la produzione di cacao africano

    L’Africa occidentale, cuore della produzione mondiale di cacao con circa il 70% dell’offerta globale, si prepara a una stagione 2025/26 potenzialmente difficile. Le stime più recenti indicano che la produzione di cacao nella regione potrebbe subire un calo significativo, fino al 10%, a causa di una combinazione di fattori climatici avversi e sfide strutturali che stanno compromettendo la salute delle piantagioni.

    Le nazioni maggiormente colpite sono la Costa d’Avorio e il Ghana, i due giganti del cacao. Entrambi i paesi stanno affrontando piogge eccessive e irregolari, che non solo interrompono le fasi cruciali del raccolto, ma favoriscono anche la diffusione di malattie fungine come il “marciume bruno” (black pod) e il virus del “swollen shoot”, che devasta gli alberi di cacao. A peggiorare la situazione si aggiunge una minore disponibilità di fertilizzanti e un accesso limitato ai finanziamenti per gli agricoltori, elementi che minano ulteriormente la resilienza delle coltivazioni.

    Il previsto calo complessivo del 10% nella produzione dell’Africa occidentale potrebbe avere un impatto notevole sui prezzi globali del cacao, che sono già a livelli record, avendo registrato aumenti di oltre il 150% quest’anno. Il mercato rimane estremamente sensibile alle notizie provenienti dalla regione, e una riduzione dell’offerta da una fonte così cruciale potrebbe causare ulteriori rincari e aggravare i problemi di reperibilità della materia prima per l’industria alimentare.

    L’incertezza cresce anche tra gli agricoltori locali che, nonostante i prezzi elevati, faticano ad aumentare la produzione a causa di persistenti vincoli logistici, finanziari e climatici. La Costa d’Avorio ha già limitato le vendite anticipate di cacao per la stagione 2025/26 a 1,3 milioni di tonnellate (rispetto ai 1,7 milioni di tonnellate abituali), per ridurre il rischio di inadempienze in caso di raccolti inferiori.

  • Barry Callebaut: calano le vendite ma i ricavi volano grazie al prezzo del cacao

    Barry Callebaut: calano le vendite ma i ricavi volano grazie al prezzo del cacao

    Il mercato del cioccolato affronta sfide: il leader mondiale Barry Callebaut rivede le previsioni al ribasso

    Il principale produttore mondiale di cioccolato di alta qualità, Barry Callebaut, ha registrato un significativo calo del volume delle vendite, toccando 1,6 milioni di tonnellate nei primi nove mesi dell’anno fiscale 2024/25, con una diminuzione del 6,3% rispetto all’anno precedente. Questo dato supera la diminuzione media del 5,1% prevista dagli analisti, portando l’azienda a rivedere al ribasso le sue previsioni per la terza volta dall’inizio dell’anno.

    Nonostante il calo nei volumi, il fatturato di Barry Callebaut ha registrato una forte impennata, raggiungendo i 10,9 miliardi di franchi svizzeri (circa 10 miliardi di euro), con un incremento del 50%. Questo aumento è principalmente attribuibile al significativo incremento dei prezzi del cacao, i cui costi sono stati trasferiti ai clienti grazie al modello di prezzi “cost-plus” adottato dall’azienda per gran parte del suo business.

    Il settore del cioccolato globale ha visto una diminuzione del volume delle vendite del 5,1%, in un mercato complessivo già in declino, che secondo Nielsen ha registrato il suo calo più marcato nell’ultimo decennio nel terzo trimestre (-4,2%).

    Anche il settore gourmet ha subito una contrazione dei volumi (-1,7%), sebbene si sia dimostrato più resiliente grazie a una forte crescita in aree come l’America Latina (+8,3%) e alcune regioni di Asia Pacifica, Medio Oriente e Africa (AMEA), trainate da soluzioni innovative e dalla crescita in India, Medio Oriente e Indonesia. Tuttavia, la performance negativa in Cina e nel Pacifico meridionale ha parzialmente compensato questi risultati.

    Le regioni europee hanno registrato cali significativi: Europa Centrale e Orientale (-5,5%) a causa di un ambiente difficile per i clienti, in particolare in Turchia, ed Europa Occidentale (-6,8%) influenzata dall’adattamento dei clienti ai prezzi elevati e volatili del cacao. Il Nord America ha riportato una diminuzione dei volumi del 5,8%, con un calo del 12,3% nel terzo trimestre, a causa di una domanda difficile, problematiche legate a un impianto in Messico e incertezze tariffarie.

    Il settore Global Cocoa ha registrato un calo ancora più marcato, con una diminuzione del volume delle vendite dell’11,3% (-22,6% nel terzo trimestre). Questo è dovuto principalmente all’impatto della domanda di mercato e agli aumenti dei prezzi dei semi di cacao, soprattutto in AMEA, CEE e America Latina, oltre alla priorità data a segmenti ad alto ritorno in un contesto di vincoli di fornitura.

    I prezzi dei semi di cacao hanno continuato a salire significativamente nei primi nove mesi dell’anno fiscale, spinti da vari fattori. I prezzi sono passati da circa 5.332 GBP a un picco di 9.425 GBP, chiudendo il periodo a 6.453 GBP per tonnellata al 31 maggio 2025. In media, i prezzi dei semi di cacao sono aumentati del 43% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene i primi mesi della raccolta 2024/25 in Africa occidentale e in altre origini non africane abbiano mostrato buoni arrivi, le condizioni meteorologiche avverse nella parte finale del periodo hanno influenzato la raccolta di metà stagione.

  • Il mercato del cacao in ribasso: la debolezza della domanda globale preoccupa gli operatori

    Il mercato del cacao in ribasso: la debolezza della domanda globale preoccupa gli operatori

    I prezzi del cacao hanno registrato un deciso calo martedì, con i contratti futures che hanno perso valore sia a New York che a Londra. Le quotazioni del cacao ICE NY di settembre sono scese del 4,86%, mentre quelle del cacao ICE London n. 7 di settembre hanno segnato un -2,85%.

    La flessione è stata innescata principalmente dalle crescenti preoccupazioni relative alla domanda globale, accentuate dai recenti dati provenienti dalla Malesia. Le autorità locali e le associazioni dei produttori di cacao hanno infatti riportato un significativo calo del 22% nella lavorazione delle fave di cacao nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente. Questo dato ha alimentato le attese per i prossimi rapporti trimestrali sulla macinazione del cacao, che sono visti con apprensione dopo le deboli performance registrate nel primo trimestre.

    Nel primo trimestre, la lavorazione del cacao ha mostrato una contrazione in diverse aree chiave: in Nord America è diminuita del 2,5%, in Europa del 3,7% e in Asia del 3,4% su base annua. Questi dati suggeriscono una tendenza alla riduzione della domanda da parte dei trasformatori, che si riflette direttamente sui prezzi della materia prima.

    A contribuire al calo dei prezzi sono state anche le segnalazioni di condizioni meteorologiche favorevoli nelle principali regioni produttrici, come la Costa d’Avorio e il Ghana, sebbene la situazione appaia meno rosea in Nigeria e Camerun.

    Recenti dati governativi hanno mostrato che la Costa d’Avorio, leader mondiale nella produzione di cacao, ha spedito 1,73 milioni di tonnellate di cacao ai porti tra il 1° ottobre e il 13 luglio. Sebbene si tratti di un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente, il ritmo di crescita ha rallentato significativamente rispetto al +35% registrato a dicembre, indicando un possibile rallentamento delle esportazioni.

  • Madagascar, boom del cacao: esportazioni record e superamento della vaniglia

    Madagascar, boom del cacao: esportazioni record e superamento della vaniglia

    Il Madagascar ha vissuto un 2024 eccezionale per la sua produzione di cacao, con esportazioni che hanno raggiunto le 15.000 tonnellate, in netto aumento rispetto alle 12.000 tonnellate del 2023. Questo successo si inserisce in un contesto di prezzi delle fave di cacao ai massimi storici sul mercato mondiale, proiettando il settore come potenziale principale fonte di esportazione del Paese in termini di valore, superando persino la vaniglia, tradizionalmente il prodotto di punta.

    Nonostante la produzione malgascia rappresenti meno dell’1% del mercato globale, la performance del 2024 è stata notevole sia in termini di quantità che di valore. Questo risultato è il frutto di una profonda ristrutturazione del settore iniziata oltre dieci anni fa, che ha beneficiato non solo gli esportatori e il governo, ma anche i piccoli produttori locali.

    Philippe Fontayne, Vicepresidente del Consiglio Nazionale del Cacao, ha commentato entusiasticamente la situazione: “Con le sue 15.000 tonnellate e gli attuali prezzi all’esportazione, questo è un anno eccezionale. In termini di valore, il settore del cacao supera i 100 milioni di dollari, una somma che va a diretto beneficio degli agricoltori. Ciò equivale a circa 9 dollari al giorno per i nostri 30.000 produttori, il che migliora significativamente il loro tenore di vita”.

    L’impennata dei prezzi di acquisto e dei volumi di esportazione è stata ulteriormente favorita da un contesto globale propizio. Il Madagascar ha consolidato il suo status di produttore di “Cacao Fine”, un marchio esclusivo a livello africano, completamente rinnovato nel 2023. Questo riconoscimento garantisce all’isola un premio sul mercato internazionale, permettendo di vendere le proprie esportazioni a prezzi superiori alla media. “Questo volume e questo prezzo internazionale significano che oggi stiamo effettivamente beneficiando di questa situazione internazionale”, ha aggiunto Fontayne.

    A contribuire al successo del Madagascar è stato anche il crollo della produzione nei due maggiori produttori mondiali, Costa d’Avorio e Ghana, nel 2024. Il cambiamento climatico e le condizioni meteorologiche estreme hanno avuto un impatto devastante sulle piantagioni in Costa d’Avorio, mentre in Ghana piogge eccezionali hanno compromesso la qualità dei raccolti, minacciando la stabilità della produzione nazionale. Queste difficoltà dei giganti del cacao hanno creato un’opportunità unica per l’isola dell’Oceano Indiano.

  • Report sul cacao sotto la lente: si cercano nuovi modelli statistici

    Report sul cacao sotto la lente: si cercano nuovi modelli statistici

    Da mesi, la validità delle statistiche pubblicate sul mercato del cacao è al centro di un acceso dibattito, divenuto particolarmente rilevante dopo due anni di prezzi alle stelle. La questione ha raggiunto un tale livello di criticità da essere stata inserita all’ordine del giorno di una riunione straordinaria del Consiglio Internazionale del Cacao (ICCO) di maggio. L’esito? Un accordo tra paesi produttori e consumatori per nominare un gruppo di esperti incaricato di sviluppare un “modello statistico consensuale”.

    Al centro della discussione vi è il ruolo dell’ICCO nel pubblicare le previsioni per i prossimi mesi, in particolare quelle relative alle esportazioni (che equivalgono alla produzione, dato che la quasi totalità viene esportata) e alla domanda industriale. È stata proprio la previsione di un surplus di produzione, contenuta in un bollettino dell’ICCO pubblicato a febbraio, a scatenare la polemica. La Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale, si è indignata, ritenendo tali stime errate e capaci di alimentare il calo dei prezzi mondiali osservato in quel periodo.

    L’ICCO ha spiegato che i dati sono elaborati da statistici basandosi sulle informazioni fornite dai paesi membri. Per il resto, l’Organizzazione, il cui mandato include la pubblicazione di statistiche, ricorre a stime.

    Nell’attesa di un modello di calcolo universalmente validato, diversi paesi produttori hanno richiesto la sospensione delle statistiche trimestrali sulla produzione. L’ultimo bollettino, datato 30 maggio, ne è una prova: la colonna contenente le stime per la prossima stagione è scomparsa.

    La ragione di tanta cautela è chiara: nessuna previsione è insignificante. Analisti e trader utilizzano queste informazioni per acquistare o vendere la produzione in anticipo, a seconda che le previsioni siano positive o negative.

    La contestazione dei dati di quest’anno potrebbe essere legata al fatto che la loro pubblicazione è avvenuta proprio mentre i paesi iniziavano a vendere in anticipo il prossimo raccolto. Una previsione di maggiore produzione implica necessariamente contratti a prezzi inferiori. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Costa d’Avorio, l’interesse del settore è mantenere i prezzi mondiali alti, per poter continuare a offrire il miglior prezzo ai coltivatori di cacao, che sono anche elettori.

    La stessa preoccupazione si manifesta in Camerun, dove le elezioni sono previste per ottobre. Durante l’ultima riunione del Consiglio Internazionale del Cacao, il rappresentante del Paese ha mostrato “particolare solidarietà agli ivoriani”, secondo un partecipante.

    Una questione cruciale emerge da questa discussione: la scarsa chiarezza che avvolge l’industria del cioccolato. Nonostante un secolo sia trascorso dalla prima quotazione del cacao sui mercati finanziari, la quantità esatta prodotta da ogni nazione non sembra essere verificabile.

  • Cacao in rialzo: Dollaro debole e timori sull’offerta trainano i prezzi

    Cacao in rialzo: Dollaro debole e timori sull’offerta trainano i prezzi

    I mercati del cacao hanno registrato un aumento significativo mercoledì, con il cacao ICE NY di luglio (CCN25) in crescita dell’1,77% a +173 punti, e il cacao ICE London n. 7 di luglio (CAN25) che ha guadagnato l’1,13% a +73 punti. La spinta principale è arrivata dalla debolezza del dollaro statunitense, che ha indotto la chiusura di alcune posizioni corte sui future.

    A Londra, tuttavia, i guadagni sono stati in parte mitigati dal rafforzamento della sterlina britannica (GBPUSD), che ha toccato il massimo settimanale, rendendo il cacao espresso in sterline meno competitivo.

    Un altro fattore chiave a sostegno dei prezzi è il rallentamento delle esportazioni di cacao dalla Costa d’Avorio, un segnale preoccupante per le future forniture. Sebbene gli agricoltori ivoriani abbiano spedito 1,6 milioni di tonnellate di cacao ai porti tra il 1° ottobre e il 1° giugno, con un aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente, questo dato è nettamente inferiore al robusto +35% registrato a dicembre.

    Le preoccupazioni per il maltempo nell’Africa occidentale continuano a influenzare il mercato. Il mese scorso, il cacao di New York ha toccato il massimo degli ultimi quattro mesi proprio a causa di queste previsioni. Nonostante le recenti piogge, l’African Flood and Drought Monitor segnala che la siccità persiste in oltre un terzo del Ghana e della Costa d’Avorio, minacciando i raccolti.

    Inoltre, la qualità del raccolto di medio raccolto della Costa d’Avorio, attualmente in fase di raccolta fino a settembre, è motivo di crescente apprensione. I trasformatori di cacao lamentano la scarsa qualità delle fave, arrivando a rifiutare interi carichi. Si stima che circa il 5-6% del cacao di medio raccolto in ogni camion sia di qualità inferiore, una percentuale nettamente superiore all’1% riscontrato nel raccolto principale. Questa situazione aggiunge ulteriore pressione sull’offerta e contribuisce a sostenere i prezzi del cacao.

  • Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Mercato del cacao in Asia: macinazioni in contrazione

    Le macinazioni di cacao in Asia hanno registrato un calo del 3,44% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 213.898 tonnellate metriche. Nonostante questa diminuzione su base annua, si è osservato un aumento dell’1,80% rispetto al trimestre precedente (Q4 2024). Il dato, sebbene negativo, è risultato migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un calo del 5%-7% per la regione asiatica.

    Il calo delle macinazioni in Asia si inserisce in un contesto globale di diminuzione della domanda di cacao nel Q1 2025, influenzata dai prezzi elevati. Anche l’European Cocoa Association (ECA) e la National Confectioners Association (NCA) hanno riportato cali nelle loro rispettive regioni: l’Europa ha registrato una diminuzione del 3,7% (a 353.522 tonnellate), mentre il Nord America ha visto un calo del 2,5% (a 110.278 tonnellate). Anche in questo caso, i cali sono stati inferiori alle previsioni.

    Nonostante la flessione, la “resilienza della domanda” suggerita dai dati sulle macinazioni, migliori del previsto, ha contribuito a sostenere i prezzi del cacao. Tuttavia, le incertezze persistono riguardo alla raccolta “mid-crop” in paesi produttori chiave dell’Africa occidentale.

    Le preoccupazioni per l’offerta, dovute a condizioni climatiche avverse (come El Niño), malattie delle piante (Cocoa Swollen Shoot Virus – CSSV) e l’età degli alberi, hanno spinto i prezzi del cacao a livelli record negli ultimi 18 mesi. Si prevede che i prezzi del cioccolato continueranno ad aumentare nel Q2 2025, sebbene forse con incrementi inferiori rispetto ai trimestri precedenti.

    A lungo termine, il mercato asiatico del cacao è influenzato da fattori come la crescita economica, l’aumento del reddito pro capite e l’urbanizzazione, in particolare in Cina e India, che stanno registrando un rapido cambiamento nel comportamento d’acquisto dei consumatori. L’espansione della produzione di cioccolato di specialità e artigianale alimenta la domanda di servizi di macinazione premium. Tuttavia, le tensioni commerciali e i dazi sui prodotti a base di cacao, in particolare in Asia e Nord America, stanno spingendo alcune aziende a rivedere le proprie previsioni di vendita.

  • In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    In Costa d’Avorio le precipitazioni insufficienti minacciano il raccolto intermedio di cacao

    La Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale di cacao, si trova ad affrontare una situazione critica per il suo raccolto intermedio (aprile-settembre). Le piogge inferiori alla media registrate la scorsa settimana nelle principali regioni produttrici hanno generato forte preoccupazione tra gli agricoltori, che chiedono precipitazioni abbondanti per sostenere lo sviluppo dei baccelli.

    Il Paese si trova ufficialmente nella stagione delle piogge, che va da aprile a metà novembre e si caratterizza per precipitazioni solitamente intense. Tuttavia, le condizioni attuali non stanno soddisfacendo le esigenze delle coltivazioni. Secondo gli agricoltori, piogge consistenti a maggio e giugno sono cruciali per la crescita dei baccelli previsti per agosto e settembre, molti dei quali sono ancora di piccole e medie dimensioni e necessitano di maggiore umidità.

    Nelle regioni chiave come Soubré (sud-ovest), Agboville e Divo (sud), e Abengourou (est), le precipitazioni sono state significativamente inferiori alla media quinquennale. A Soubré, ad esempio, la scorsa settimana sono caduti solo 0,8 mm di pioggia, con un deficit di 28,5 mm rispetto alla norma. Analogamente, le piogge irregolari nelle regioni centro-occidentali di Daloa e centrali di Bongouanou e Yamoussoukro stanno minacciando i baccelli più piccoli. A Daloa, si sono registrati appena 4,5 mm di pioggia, con un calo di 17,8 mm rispetto alla media.

    Le previsioni meteo per la prossima settimana offrono un barlume di speranza per gli agricoltori ivoriani. Per tutta la prossima settimana, si prevedono temporali sparsi, e leggere piogge .

    Nonostante queste difficoltà, il raccolto sta comunque riprendendo, e si prevede che la disponibilità di fave continuerà ad aumentare fino alla fine di giugno. Gli acquirenti, dal canto loro, si dicono soddisfatti della qualità del cacao finora disponibile.

    Se le piogge della prossima settimana si riveleranno consistenti, potrebbero alleviare la siccità che continua a colpire oltre un terzo del Ghana e della Costa d’Avorio, secondo l’African Flood and Drought Monitor, e risultare cruciali per lo sviluppo dei baccelli più giovani. Tuttavia, la situazione rimane delicata e la quantità e distribuzione delle precipitazioni nei prossimi giorni saranno determinanti per il successo del raccolto intermedio.

  • Standardizzazione dei dati ambientali: una svolta per la sostenibilità del cacao

    Standardizzazione dei dati ambientali: una svolta per la sostenibilità del cacao

    Il settore del cacao sta affrontando una sfida cruciale: garantire un monitoraggio coerente e affidabile dell’impatto ambientale, fondamentale per rispettare le normative sulla sostenibilità. Per farlo, la World Cocoa Foundation (WCF), in collaborazione con l’Alliance of Bioversity International e il CIAT, ha condotto la prima valutazione indipendente sulla qualità delle mappe utilizzate per monitorare deforestazione, riforestazione e emissioni di gas serra nelle aree di produzione di cacao.

    Lo studio ha sviluppato criteri condivisi per valutare l’affidabilità dei dati, analizzando le principali fonti di informazione, tra cui mappe nazionali e globali. I risultati evidenziano che le mappe nazionali sono spesso più precise e rappresentative, sottolineando l’importanza di investire in dati locali di alta qualità. Questo approccio permette alle aziende di individuare con maggiore precisione le aree di deforestazione legate alla produzione di cacao, migliorando la conformità normativa e le strategie di sostenibilità.

    Inoltre, il progetto evidenzia l’importanza di coinvolgere anche i piccoli agricoltori, promuovendo sistemi di tracciabilità più inclusivi e accurati. Un esempio è la compagnia colombiana Cordillera Chocolates, che sta integrando dati agronomici e digitali per mappare la filiera a livello di singolo agricoltore, migliorando la trasparenza e il riconoscimento delle pratiche sostenibili.

    Il miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei dati non solo aiuta le aziende a rispettare le normative, ma può anche favorire incentivi e supporto agli agricoltori, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità condivisa. A livello globale, si promuove anche la creazione di database condivisi per facilitare la collaborazione tra settore pubblico e privato, rafforzando l’efficacia delle strategie di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile nel settore del cacao.