Categoria: Cacao

  • Il governo del Ghana annuncia l’acquisizione di 200.000 ettari di terreno per il cacao

    Il governo del Ghana annuncia l’acquisizione di 200.000 ettari di terreno per il cacao

    Il governo del Ghana ha annunciato un piano di espansione delle piantagioni di cacao, con l’obiettivo di acquisire circa 200.000 ettari di terreno entro la fine dell’anno. Questa iniziativa mira a rafforzare la produzione nazionale di cacao, settore strategico per l’economia del Paese e principale fonte di reddito per milioni di agricoltori.

    Il ministro delle finanze ha sottolineato che questa iniziativa fa parte di una più ampia strategia di sviluppo agricolo, volta a ridurre la dipendenza dalle importazioni e a migliorare la competitività del Ghana sul mercato globale del cioccolato. La decisione arriva in un momento in cui il settore cacao affronta sfide significative, tra cui la diminuzione della produzione, le malattie delle piante e le fluttuazioni dei prezzi internazionali.

    L’acquisizione di terreni sarà accompagnata da investimenti in infrastrutture, tecnologie agricole e formazione degli agricoltori, con l’obiettivo di aumentare la resa delle piantagioni e garantire pratiche sostenibili. Inoltre, il governo ha annunciato incentivi fiscali e supporto finanziario per gli agricoltori che intendono espandere o migliorare le proprie coltivazioni di cacao. Questa strategia mira anche a creare nuove opportunità di lavoro nelle aree rurali e a promuovere lo sviluppo economico regionale, contribuendo a ridurre la povertà e a migliorare le condizioni di vita delle comunità agricole.

  • Rallentano le esportazioni di cacao della Costa d’Avorio e i prezzi di New York salgono

    Rallentano le esportazioni di cacao della Costa d’Avorio e i prezzi di New York salgono

    Lunedì, i mercati internazionali del cacao hanno mostrato segnali contrastanti, riflettendo le complesse dinamiche che influenzano questo commodity. A New York, il contratto luglio del cacao ICE (CCN25) ha chiuso con un incremento di 76 punti, pari a circa lo 0,70%, consolidando così una tendenza rialzista. In contrapposizione, il contratto di Londra (CAN25) ha invece registrato una flessione di 74 punti, circa lo 0,96%, sotto pressione soprattutto dalla forza della sterlina britannica.

    Le recenti settimane hanno visto un mercato in fermento, alimentato da preoccupazioni legate all’offerta e alle condizioni climatiche in Africa occidentale, principale regione produttrice di cacao. Secondo i dati ufficiali ivoriani, tra ottobre e metà maggio, gli agricoltori della Costa d’Avorio hanno spedito circa 1,58 milioni di tonnellate di cacao ai porti, segnando un aumento del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, questa cifra rappresenta un rallentamento rispetto al +35% registrato a dicembre, segno di un possibile calo nelle esportazioni.

    Il mercato ha anche dovuto fare i conti con la forza della sterlina, che lunedì ha raggiunto i massimi delle ultime due settimane e mezzo, deprimendo i prezzi del cacao in valuta britannica. Questa dinamica ha contribuito a una certa volatilità, evidenziando come le oscillazioni valutare possano influenzare significativamente il prezzo del cacao sui mercati internazionali.

    Nel frattempo, i futures di New York hanno toccato i massimi degli ultimi tre mesi e un quarto, mentre Londra ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi tre mesi, alimentando le aspettative di un mercato ancora molto sensibile alle condizioni meteorologiche e alle scorte.

    Le preoccupazioni climatiche continuano a pesare sui prezzi. Nonostante le recenti piogge in Africa occidentale, la siccità persiste in vaste aree di Ghana e Costa d’Avorio, dove oltre un terzo del territorio è ancora colpito da condizioni di aridità. Questa situazione ha alimentato le tensioni sulla qualità del raccolto di medio periodo, attualmente in corso e previsto fino a settembre.

    Gli operatori del settore segnalano un aumento delle problematiche qualitative: i trasformatori di cacao hanno rifiutato alcuni camion di fave provenienti dalla Costa d’Avorio, lamentando che circa il 5-6% del cacao di medio raccolto è di qualità inferiore rispetto all’1% del raccolto principale. Le piogge tardive hanno ostacolato la crescita delle piante, riducendo la produzione di questa seconda raccolta annuale, stimata in circa 400.000 tonnellate, in calo del 9% rispetto alle 440.000 dello scorso anno.

    Un altro elemento che influisce sui prezzi è l’aumento delle scorte di cacao nei porti statunitensi. Dopo aver toccato il minimo storico di 1.263.493 sacchi a gennaio, le scorte monitorate dall’ICE sono risalite e lunedì hanno raggiunto circa 2.15 milioni di sacchi, il livello più alto degli ultimi sette mesi e tre quarti. Questa crescita delle scorte alimenta le preoccupazioni sulla domanda globale

  • Il Ghana valuta un anticipo della stagione di raccolta del cacao

    Il Ghana valuta un anticipo della stagione di raccolta del cacao

    Il Ghana, secondo produttore mondiale di cacao, sta considerando una revisione delle tempistiche della sua campagna di commercializzazione per l’anno in corso. Tradizionalmente, la stagione principale inizia il 1° ottobre, in concomitanza con la Costa d’Avorio, con cui il paese stabilisce un prezzo di riferimento per i produttori, spesso uguale su entrambi i lati del confine per prevenire frodi e garantire stabilità.

    Tuttavia, fonti non ufficiali indicano che quest’anno il Ghana potrebbe avviare la sua campagna tra il 1° e il 15 agosto, con un anticipo di circa due mesi rispetto al passato. La motivazione principale sarebbe legata a fattori climatici: alcune zone del paese avrebbero registrato una maturazione anticipata delle piante di cacao, con alcuni raccolti principali già pronti già a luglio. Questa modifica temporale permetterebbe anche di avviare prima la vendita dei contratti e di rivedere i prezzi pagati ai coltivatori.

    Attualmente, il prezzo del cacao in Ghana si aggira sotto i 1.900 franchi CFA al chilo, mentre in Costa d’Avorio, dal 1° aprile, il prezzo ufficiale è di 2.200 franchi CFA. Questa differenza crescente aumenta il rischio di fuga di cacao verso il vicino, anche se il raccolto di mezza stagione del Ghana, che si concentra nel periodo primaverile, è tradizionalmente più scarso e destinato principalmente al mercato interno.

    L’anticipo della campagna estiva potrebbe consentire alle autorità ghanesi di riallinearsi con i prezzi ivoriani, anche se quest’ultimi potrebbero aumentare nuovamente nelle settimane successive, in vista delle elezioni presidenziali. La possibilità di coordinare nuovamente i prezzi tra i due paesi rimane un tema centrale, considerando le tensioni e le strategie di mercato che si sono sviluppate negli ultimi anni.

    Il settore cacao in Ghana sta affrontando numerose sfide: nel 2024, la produzione ha subito un calo superiore al 25%, lasciando il paese con difficoltà nel soddisfare gli ordini e costringendolo a ricorrere alle scorte residue per rispettare i contratti. La nuova dirigenza del Cocobod, l’ente regolatore del settore insediatosi a marzo, si trova di fronte a problemi complessi, tra cui la lotta contro malattie come il “swelling shoot”, l’erosione delle terre coltivabili a causa dell’estrazione mineraria e la riforma del meccanismo di acquisto del cacao, che ha mostrato limiti evidenti.

  • In Nigeria si espande il mercato del cacao e arrivano i “Cocoa Boys”

    In Nigeria si espande il mercato del cacao e arrivano i “Cocoa Boys”

    Nel 2023, i ricavi del settore del cacao in Nigeria hanno raggiunto un nuovo record, con un incremento del 41,2% rispetto all’anno precedente, arrivando a circa 1,22 miliardi di dollari (8,87 miliardi di renminbi). Questo aumento è stato accompagnato da una forte crescita delle nuove piantagioni.

    L’aumento dei prezzi del cacao, dovuto in parte alla diminuzione della produzione in Costa d’Avorio e Ghana, i principali esportatori mondiali, ha fatto salire i costi da circa 2.200-2.500 dollari per tonnellata nel 2022 a quasi 11.000 dollari nel dicembre 2024, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao. Questa impennata dei prezzi si è verificata in un contesto di crisi economica senza precedenti in Nigeria, che ha portato molte persone a precipitare nella povertà. La svalutazione della naira ha tuttavia favorito le esportazioni di cacao, rendendo il settore più competitivo.

    Oltre ai produttori diretti, anche intermediari e operatori di mercato stanno beneficiando di questa crescita, con alcuni che hanno visto aumentare significativamente i propri guadagni. La presenza di nuovi coltivatori, spesso chiamati “cocoa boys”, sta contribuendo a rivoluzionare l’economia locale e a far salire i prezzi delle abitazioni nelle zone di produzione.

    L’Associazione dei coltivatori di cacao della Nigeria, che rappresenta i piccoli agricoltori, ha visto aumentare il numero dei suoi membri di oltre 10.000 unità nel periodo 2023-2024.

    A Ikom, situata nello Stato di Cross River al confine con il Camerun, la maggior parte dei terreni agricoli è di proprietà della comunità. Secondo un’usanza ancestrale, una persona con radici familiari nella comunità può presentare una bottiglia di vino, un’offerta di cibo e una modesta somma di circa 5.000 naira (3 dollari) per ricevere un appezzamento di terreno.

    Questi nuovi coltivatori lasciano i precedenti lavori perchè con la vendita di un solo sacco di cacao guadagnano quanto il loro vecchio stipendio annuale.

    La Nigeria, che è il quarto produttore mondiale di cacao con circa 315.000 tonnellate annue, ha ancora ampi margini di crescita rispetto a Costa d’Avorio e Ghana, che producono rispettivamente oltre 2 milioni e 650.000 tonnellate. Nonostante gli sforzi del governo, come la distribuzione di piantine gratuite e l’introduzione di varietà di cacao più rapide da maturare, la produzione ufficiale non ha ancora raddoppiato i volumi attuali. Tuttavia, si stima che circa 200.000 tonnellate di fave di cacao vengano esportate clandestinamente ogni anno.

    L’interesse crescente per il settore ha portato a un aumento delle richieste di nuove piantine, con oltre mezzo milione di richieste quest’anno, sufficienti a coprire 400.000 ettari di terreno. 

  • Il governo ghanese si impegna a migliorare le condizioni dei coltivatori di cacao

    Il governo ghanese si impegna a migliorare le condizioni dei coltivatori di cacao

    Il direttore generale del Ghana Cocoa Board (COCOBOD), il dott. Ransford Abbey, ha ribadito l’impegno del governo ghanese nel migliorare le condizioni di vita dei coltivatori di cacao, nonostante le numerose sfide che affliggono il settore. Intervenendo durante un raduno di agricoltori ad Attronso, nel distretto di Sefwi Bekwai, Abbey ha annunciato che sono in corso piani per offrire ai coltivatori un prezzo più equo nella stagione 2025/2026, come parte degli sforzi per sostenere il settore e attrarre le nuove generazioni di agricoltori.

    Il direttore di COCOBOD ha espresso preoccupazione per l’invecchiamento della popolazione di coltivatori, considerandolo una minaccia per la sostenibilità a lungo termine dell’industria del cacao. Per questo motivo, ha sottolineato l’importanza di modernizzare il settore attraverso l’introduzione di strumenti e tecnologie all’avanguardia, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, con l’obiettivo di renderlo più redditizio e più attraente per i giovani.

    In tema di cambiamenti climatici, Abbey ha annunciato che il governo darà priorità all’installazione di sistemi di irrigazione nelle piantagioni di cacao, per mitigare l’imprevedibilità delle precipitazioni. Ha inoltre invitato gli agricoltori a unirsi in cooperative, ritenendo questa la strada più efficace per l’implementazione di progetti di irrigazione, considerando le difficoltà legate all’accesso alle fonti d’acqua e alle attività minerarie illegali, come il galamsey.

    Abbey ha anche evidenziato l’importanza di riformare le leggi a tutela degli alberi di cacao, sottolineando che un quadro normativo più solido è fondamentale per proteggere l’industria dalle minacce ambientali. Ha assicurato che tutte le parti interessate sono coinvolte in questo processo di revisione legislativa, volto a garantire la sostenibilità del settore.

    Infine, il dirigente ha promesso la fornitura tempestiva di fertilizzanti e prodotti agrochimici agli agricoltori, invitando tutti gli attori della filiera del cacao a collaborare per rivitalizzare e sostenere il settore, considerato una fonte di ricchezza generazionale per il Ghana.

  • I colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione

    I colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione

    Con l’aggravarsi della crisi nel settore del cacao, i principali colossi mondiali del cioccolato sono costretti a ridurre la produzione. Dopo anni di lotte contro gli effetti del cambiamento climatico, il fenomeno meteorologico El Niño e le malattie delle colture, ora l’impatto economico si fa sentire in modo pesante.

    Nei risultati semestrali, Barry Callebaut ha annunciato di aver rivisto al ribasso le proprie previsioni di produzione, prevedendo un calo a una sola cifra percentuale dei volumi di vendita nel 2025. Nell’ultimo semestre, l’azienda ha venduto poco più di 1 milione di tonnellate, con una diminuzione del 4,7% rispetto all’anno precedente, a causa dell’aumento dei prezzi del cacao che ha frenato la domanda.

    I dati globali mostrano un calo del 5,6% nei volumi di vendita di cacao, attribuito alla scarsità dell’offerta e alla domanda indebolita dall’aumento dei prezzi, con impatti più evidenti in Asia, Medio Oriente e Africa e in Europa centrale e orientale.

    Anche il settore del cioccolato sta vivendo un momento difficile: i volumi di vendita sono diminuiti del 4,5%, e secondo Nielsen, il mercato è ufficialmente in declino. L’instabilità dei prezzi ha ridotto gli ordini, aumentato i costi e modificato i comportamenti dei consumatori, creando un quadro complesso per il settore.

    Tuttavia, non tutti i mercati sono in contrazione. L’America Latina ha registrato una crescita del 7,5%, mentre l’area AMEA ha visto un aumento dell’1,8%, trainata da India, Indonesia e Medio Oriente.

    Al contrario, l’Europa occidentale ha subito un calo del 7,6%, a causa dei prezzi elevati e di cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, come il ritorno alla produzione interna e la riduzione delle gamme di prodotti. Anche l’Europa centrale e orientale ha sofferto, con un calo del 6,6%, in particolare in Turchia, mentre il Nord America ha registrato un calo più contenuto del 2,3%, dovuto alla domanda più debole da parte dei grandi produttori alimentari.

    Anche altri giganti del settore, come Mondelez e Hershey, stanno affrontando le conseguenze di questa crisi. Mondelez aveva già previsto all’inizio dell’anno un impatto significativo sui profitti a causa dei prezzi record del cacao, stimando un calo del 10% dell’utile per azione. La Hershey, invece, ha registrato un primo trimestre difficile, con un calo del 26,6% nel segmento dolciario, a causa di minori volumi di vendita e costi di produzione più alti, aggravati dai recenti aumenti dei dazi doganali statunitensi che hanno interrotto le forniture di cacao e aumentato ulteriormente i costi.

  • I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    I produttori di cioccolato scommettono sul calo dei prezzi

    Il prezzo del cacao ha vissuto mesi di forte crescita, influenzando significativamente i costi al dettaglio. Recentemente, a Londra, le posizioni lunghe sul cacao sono scese ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni, mentre anche a New York si è registrata una contrazione, segno che gli operatori del settore ritengono che i prezzi non possano salire ulteriormente.

    A febbraio 2025, le quotazioni del cacao sono aumentate del 77,4% rispetto allo stesso mese del 2024, e il confronto con il 2020 è ancora più impressionante: +262,9%, secondo i dati di Federconsumatori.

    Per proteggersi dai rialzi, nel 2024 molti produttori di cioccolato avevano adottato strategie di copertura tramite contratti futures di lunga durata, strumenti finanziari che permettono di fissare il prezzo di acquisto o vendita di una materia prima per una data futura. Questi contratti aiutano le aziende a gestire le fluttuazioni di mercato, spesso influenzate da fattori climatici nei paesi di produzione delle fave di cacao.

    Tuttavia, questi strumenti finanziari sono costosi, e nel 2025 molte imprese stanno preferendo soluzioni alternative, come assicurazioni over-the-counter più vantaggiose in un contesto di prezzi elevati. Alcune aziende, come Venchi, hanno deciso di abbandonare le coperture a lungo termine, optando per approvvigionamenti mensili e confidando in un possibile calo delle quotazioni.Fino a quest’anno, molte aziende erano comunque protette grazie alle coperture stipulate l’anno precedente. Anche grandi marchi del caffè, come Lavazza e Starbucks, stanno adottando strategie più prudenti, riducendo le coperture a periodi più brevi per gestire meglio i rischi legati alle oscillazioni di mercato.

  • In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao

    In America Latina e Asia cresce la produzione di cacao


    Mentre l’industria mondiale del cacao affronta un altro anno di sfide, i marchi dolciari stanno cercando di diversificare le fonti di approvvigionamento, puntando oltre l’Africa occidentale per garantire un futuro sostenibile. La vera domanda è come regioni come l’America Latina e l’Asia stiano contribuendo a stabilizzare le catene di fornitura e a sostenere la produzione a lungo termine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO) di marzo 2025, i prezzi del cacao si sono leggermente raffreddati rispetto ai massimi storici di gennaio, ma rimangono molto volatili. L’ICCO segnala che i raccolti in Costa d’Avorio hanno bisogno di più pioggia, mentre la domanda si sta indebolendo e i nuovi dazi statunitensi complicano il quadro globale. nnIn questo contesto di pressioni continue, tra cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi, malattie delle piante, normative stringenti, tensioni economiche e contrabbando, le aziende stanno rivedendo le proprie strategie di approvvigionamento per assicurarsi una fornitura stabile in futuro. Gli esperti di GEP avvertono che il settore del cacao rischia una crisi, con una previsione di calo di circa un milione di tonnellate di produzione nel 2025, nonostante la domanda di cioccolato cresca del 3%. Per colmare il gap, i marchi devono esplorare nuove aree di produzione e ridurre la dipendenza dall’Africa occidentale, che attualmente fornisce circa il 60% del cacao mondiale. nnL’America Latina sta emergendo come regione chiave per la crescita della produzione di cacao. I dati di Statista mostrano che nel 2023 le Americhe hanno rappresentato oltre il 20% della produzione globale, diventando la seconda regione dopo l’Africa occidentale. Tra il 2013 e il 2023, la produzione in America Latina e nei Caraibi è aumentata del 56%, trainata da paesi come Ecuador, Brasile e Perù, grazie a piantagioni più grandi, sistemi di irrigazione più avanzati e l’uso di semi ibridi resistenti alle malattie. nnAnche l’Asia sta facendo passi avanti come regione di approvvigionamento sostenibile. La Cocoa Association of Asia (CAA) sottolinea che l’offerta locale è ancora insufficiente rispetto alla domanda, ma sono in corso iniziative per migliorare la situazione. Attraverso il Asian Cocoa Paper, la CAA promuove collaborazione tra operatori e ONG per aumentare la produttività, adottare pratiche agricole sostenibili e coinvolgere più agricoltori. L’Indonesia, leader regionale, ha visto una crescita del 60% della produzione negli ultimi dieci anni, passando da 290.000 a 465.000 tonnellate, grazie anche a una tassa sull’esportazione introdotta nel 2010. La Malesia, secondo produttore della regione, ha aumentato del 28% la macinazione di cacao negli ultimi dieci anni, raggiungendo le 375.000 tonnellate. nnPer rafforzare la resilienza della filiera, oltre a diversificare le aree di approvvigionamento, è fondamentale migliorare le partnership logistiche e adottare pratiche agricole resilienti al clima e sostenibili, per garantire un futuro stabile e sostenibile per la produzione di cacao.

  • L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    L’UE semplifica la legge EUDR contro la deforestazione

    La Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure di semplificazione volto a ridurre del 30% i costi e gli oneri amministrativi legati al regolamento Ue contro la deforestazione (Eudr). Questa iniziativa, anticipata nelle ultime settimane, mira a facilitare l’adesione delle imprese alle nuove norme, che entreranno in vigore dal 31 dicembre 2025, dopo un rinvio di un anno. Il regolamento ha l’obiettivo di prevenire l’ingresso nel mercato unico di prodotti provenienti da pratiche di sfruttamento eccessivo delle foreste, rafforzando i controlli sulle filiere aziendali e garantendo una maggiore trasparenza.

    Tra le principali preoccupazioni legate alla deforestazione vi sono anche i settori del caffè e del cacao, due delle colture più consumate al mondo e spesso associate a pratiche agricole che contribuiscono alla perdita di biodiversità e alla distruzione delle foreste tropicali. La produzione di caffè e cacao, infatti, è spesso concentrata in aree di foresta pluviale, dove le pratiche di coltivazione intensive e l’espansione delle piantagioni hanno accelerato la deforestazione, minacciando ecosistemi unici e le comunità locali. La Commissione europea ha riconosciuto l’importanza di includere anche questi settori nelle misure di tutela, promuovendo filiere più sostenibili e trasparenti per garantire che i prodotti siano certificati e non contribuiscano alla distruzione delle foreste.

    Le nuove misure di semplificazione, introdotte a seguito delle lamentele di industrie e partner commerciali, tra cui Brasile, Indonesia e la precedente amministrazione Biden negli Stati Uniti, consentiranno alle aziende di riutilizzare le dichiarazioni di impatto ambientale già presentate in passato, riducendo la burocrazia e permettendo l’invio di aggiornamenti su base annuale invece che per ogni spedizione. Inoltre, le imprese potranno avvalersi dei codici di riferimento univoci delle dichiarazioni di due diligence dei propri fornitori, semplificando così le procedure di verifica e conformità.

    La Commissione ha anche aggiornato le linee guida rivolte a aziende, Stati membri e Paesi partner, con l’obiettivo di favorire un’applicazione più efficace delle norme. Entro il 30 giugno 2025, sarà inoltre introdotto un sistema di classificazione dei Paesi in base al livello di rischio di deforestazione, che aiuterà a indirizzare meglio le politiche di controllo e a rafforzare la tutela delle foreste a livello globale. Questa serie di interventi rappresenta un passo importante verso un mercato più sostenibile e trasparente, in linea con gli impegni europei per la lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità, con particolare attenzione anche alle filiere del caffè e del cacao, che sono tra le più vulnerabili e critiche in termini di impatto ambientale

  • Per il raccolto intermedio del cacao il Ghana non varia il prezzo pagato ai coltivatori

    Per il raccolto intermedio del cacao il Ghana non varia il prezzo pagato ai coltivatori

    Mentre la Costa d’Avorio ha visto un aumento significativo dei prezzi del cacao alla produzione del 22%, il Ghana ha scelto di mantenere le tariffe invariate. Questa decisione potrebbe avere diverse implicazioni. Da un lato, mantenere i prezzi stabili potrebbe rendere il cacao ghanese più competitivo sul mercato internazionale, attirando così più acquirenti. Dall’altro lato, i coltivatori ghanesi potrebbero sentirsi svantaggiati rispetto ai loro omologhi ivoriani, che potrebbero beneficiare di prezzi più elevati per i loro prodotti.

    Inoltre, i dazi introdotti, con un 10% per il Ghana e un 21% per la Costa d’Avorio, stanno creando una pressione aggiuntiva sui costi di produzione e sulle esportazioni. Questi dazi possono ridurre la redditività degli scambi commerciali, rendendo più difficile per i coltivatori e le aziende esportatrici operare in un mercato già competitivo.

    È importante notare che le decisioni politiche e le strategie economiche di entrambi i paesi potrebbero influenzare non solo i coltivatori locali, ma anche l’intero settore del cacao a livello globale visto che insieme rappresentano il 70% della produzione mondiale di cacao. Le fluttuazioni nei prezzi e nei dazi potrebbero portare a cambiamenti nelle dinamiche di mercato, influenzando le scelte dei consumatori e le tendenze di acquisto.