Categoria: Cacao

  • Lindt & Sprüngli rafforza la sua posizione nel mercato del cioccolato

    Lindt & Sprüngli rafforza la sua posizione nel mercato del cioccolato

    Lindt & Sprüngli, il colosso svizzero del cioccolato, ha registrato una robusta crescita nel primo semestre, con vendite organiche che hanno raggiunto i 2,35 miliardi di franchi svizzeri, segnando un aumento dell’11,2%. L’utile operativo si è attestato a 259,2 milioni di franchi, con un margine EBIT dell’11,0%.

    Questi risultati hanno spinto l’azienda a rivedere al rialzo le previsioni di crescita per l’intero anno fiscale 2025, che ora si stimano tra il 9% e l’11%, superando la precedente stima del 7-9%.

    I buoni risultati riflettono la forte domanda per i prodotti del marchio. Le innovazioni e l’attenzione ai consumatori sono tra le ragioni del successo, che confermano la capacità dell’azienda di mantenere la propria leadership nel settore, anche in un contesto economico complesso.

  • Il Ghana aumenta il prezzo del cacao per la stagione 2025/26

    Il Ghana aumenta il prezzo del cacao per la stagione 2025/26

    Il governo ha annunciato un aumento del prezzo alla produzione del cacao, portandolo da 3.100 a 5.040 dollari per tonnellata, un incremento del 62,58% che è entrato in vigore giovedì 7 agosto 2025.

    La decisione, presa dal Comitato per la revisione dei prezzi alla produzione (PPRC), mira a garantire ai produttori il 70% del valore lordo franco a bordo (FOB), fissato a 7.200 dollari a tonnellata per la stagione 2025/2026. Questa percentuale, secondo il governo, mantiene la promessa del presidente Mahama di sostenere attivamente i coltivatori.

    Il governo ha sottolineato come l’aumento attuale contrasti con la politica della precedente amministrazione, che aveva fissato il prezzo di produzione a 3.100 dollari a tonnellata, corrispondente solo al 63,9% del valore FOB, nonostante condizioni di mercato più favorevoli.

    In valuta locale, l’aumento si traduce in un prezzo per tonnellata che passa da 49.600 a 51.660 GHS, basato su un tasso di cambio di 10,25 GHS per dollaro. Questo equivale a 3.228,75 GHS per ogni sacco da 64 kg.

    Il governo ha rivelato di aver già supportato i coltivatori mantenendo il prezzo alla produzione a 49.600 GHS per tonnellata per diversi mesi, nonostante il rafforzamento del Cedi ghanese. Questo intervento ha portato a un sussidio di 1.114 GHS per ogni sacco venduto, innalzando la quota degli agricoltori sul valore FOB fino al 99%.

    Inoltre, sono stati approvati nuovi margini e tariffe per tutti gli attori della filiera, compresi i costi di magazzino, trasporto e disinfestazione, per garantire una distribuzione equa.

    La nuova amministrazione ha reintrodotto il programma gratuito di fertilizzanti per il cacao, che fornirà gratuitamente fertilizzanti, insetticidi, macchine per la spruzzatura, fungicidi e induttori di fioritura a partire dalla stagione 2025/2026.

    Sul fronte della formazione, è stato annunciato un programma di borse di studio per l’istruzione terziaria destinato ai figli dei coltivatori di cacao, che sarà attuato a partire dall’anno accademico 2026/2027.

    Infine, per rispettare il Regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione (EUDR), il COCOBOD implementerà un sistema di tracciabilità che seguirà il cacao ghanese “dal campo al porto”. Questo garantirà che il cacao esportato sia privo di deforestazione, lavoro minorile e conforme alle normative UE, mettendo il Ghana in una posizione di leadership nel mercato.

    In un’ottica di rilancio e riforma, il COCOBOD si concentrerà nuovamente sul suo mandato principale, abbandonando attività parafiscali. La legge che lo governa sarà modificata per rendere illegale la deviazione dal suo ruolo di protezione dell’industria del cacao. I progetti stradali legati al cacao verranno trasferiti al Ministero delle strade e delle autostrade, permettendo al COCOBOD di concentrarsi sul benessere dei coltivatori e sull’aumento della produzione.

  • I futures sul cacao calano: timori per dazi USA e dati sull’occupazione

    I futures sul cacao calano: timori per dazi USA e dati sull’occupazione

    I prezzi dei futures sul cacao hanno registrato una flessione a causa di un mix di fattori, tra cui le incertezze legate ai nuovi dazi statunitensi e i dati sull’occupazione. I dazi, in particolare, hanno generato preoccupazioni su un possibile calo della domanda da parte degli Stati Uniti, il maggior consumatore di cioccolato al mondo.

    L’amministrazione Trump, nell’ambito della sua politica di sostegno alla produzione nazionale, ha imposto dazi tra il 10% e il 25% sui prodotti di cacao importati, una materia prima fondamentale per l’industria del cioccolato statunitense. Per i produttori statunitensi, come Hershey e Taza Chocolate, che non possono reperire cacao a livello nazionale, ciò si traduce in un aumento significativo dei costi di produzione.

    Questa situazione compromette la loro competitività, poiché i concorrenti di Canada e Messico, coperti dall’accordo USMCA, possono esportare cioccolato negli Stati Uniti in esenzione da dazi doganali, indipendentemente dall’origine del cacao. Il Canada non impone dazi sui prodotti intermedi del cacao e il Messico possiede piantagioni proprie, il che li pone in una posizione di netto vantaggio.

    Ad esempio, Taza Chocolate ha dovuto pagare oltre 24.000 dollari di dazi per una singola spedizione di cacao da Haiti, con potenziali costi superiori a 30.000 dollari per ulteriori container. L’azienda ha già aumentato i prezzi al dettaglio, e anche Hershey ha annunciato futuri aumenti in risposta alle pressioni sui prezzi delle materie prime, sebbene non direttamente correlati ai dazi.

    Oltre ai dazi, anche i dati macroeconomici statunitensi, in particolare quelli sull’occupazione, hanno avuto un impatto sui prezzi. Le statistiche sui posti di lavoro sono un importante indicatore della salute economica di un paese e possono influenzare le aspettative sulla domanda futura. Un rallentamento dell’occupazione o altri segnali di debolezza economica possono far prevedere una riduzione della spesa dei consumatori per beni non essenziali, come il cioccolato, portando a una diminuzione dei prezzi delle materie prime correlate.

    Il calo dei prezzi dovuto a dazi e dati economici si inserisce in un contesto già complesso per il mercato del cacao. I prezzi avevano raggiunto livelli record a causa delle preoccupazioni sull’offerta, in particolare per una previsione di riduzione del raccolto intermedio in Costa d’Avorio, il principale produttore mondiale. Tuttavia, la pressione ribassista dovuta alla potenziale diminuzione della domanda ha superato le preoccupazioni sull’offerta, almeno nel breve termine.

  • Costa d’Avorio: piogge scarse e freddo minacciano il raccolto di cacao

    Costa d’Avorio: piogge scarse e freddo minacciano il raccolto di cacao

    Il settore del cacao in Costa d’Avorio, primo produttore mondiale, è in allarme. I coltivatori hanno espresso crescente preoccupazione per le anomalie climatiche che stanno mettendo a rischio il loro prezioso raccolto. La combinazione di scarse piogge e ondate di freddo sta creando una situazione critica.

    A fine luglio, i produttori di cacao hanno lanciato un avvertimento sui pericoli del cambiamento climatico. Le principali regioni produttrici del paese hanno registrato precipitazioni al di sotto della media stagionale la settimana precedente, una situazione anomala per la stagione delle piogge che va da aprile a metà novembre. Questo è il periodo cruciale per la crescita delle piante di cacao.

    In aggiunta alla siccità, un’ondata di freddo sta preoccupando gli agricoltori. Sebbene molti coltivatori abbiano notato che i loro raccolti si stavano sviluppando bene, con la presenza di numerosi fiori e piccoli baccelli, hanno avvertito che il cielo costantemente coperto e le basse temperature potrebbero avere effetti devastanti. Il freddo e la scarsa esposizione al sole rischiano di seccare i fiori e i baccelli, compromettendo la futura produzione.

    Questi cambiamenti climatici potrebbero avere un impatto diretto sul raccolto principale, previsto tra ottobre e marzo. La scarsa esposizione al sole, oltre a ostacolare lo sviluppo dei baccelli, aumenta il rischio di malattie nelle piantagioni, aggravando ulteriormente la situazione.

    Per i coltivatori delle regioni meridionali di Agboville e Divo e della regione orientale di Abengourou, le prossime settimane saranno decisive. Sarà essenziale avere più umidità e sole per sostenere lo sviluppo delle colture e sperare in un raccolto abbondante.

  • Il Ghana prevede un calo nella produzione di cacao a causa del maltempo e delle malattie

    Il Ghana prevede un calo nella produzione di cacao a causa del maltempo e delle malattie

    COCOBOD, il principale organismo di regolamentazione del cacao in Ghana, ha annunciato che il paese potrebbe subire una moderata diminuzione della produzione a causa dell’aumento delle malattie delle piante, causato da piogge persistenti e carenza di luce solare. L’allarme arriva dopo le richieste di intervento statale da parte degli agricoltori per mitigare l’impatto delle condizioni meteorologiche avverse.

    Il Ghana, che si posiziona come il secondo produttore mondiale di cacao, ha già registrato un declino della produzione nelle stagioni precedenti. Questo calo è stato attribuito a una combinazione di fattori, tra cui le malattie, condizioni climatiche sfavorevoli e la diffusa attività di estrazione illegale dell’oro, che devasta le piantagioni e riduce i raccolti.

    La scorsa settimana, un’associazione di agricoltori ghanesi aveva già lanciato un avvertimento, segnalando che le temperature più basse, le precipitazioni eccessive e l’insufficiente esposizione solare avevano compromesso i rendimenti e incrementato il rischio di malattie fungine, come la temuta “black pod”. L’associazione ha sottolineato come questa situazione possa avere un impatto negativo sui redditi degli agricoltori e causare danni a lungo termine alle coltivazioni.

    “Abbiamo visitato 72 distretti di coltivazione del cacao e abbiamo riscontrato la presenza di funghi su diversi alberi a causa delle condizioni climatiche”, ha dichiarato un rappresentante dell’associazione.

    In risposta a queste preoccupazioni, COCOBOD ha dichiarato di aver intensificato i programmi di irrorazione di massa e di controllo delle malattie. Sebbene sia ancora prematuro fornire cifre definitive per la stagione in corso, le prime valutazioni suggeriscono un possibile calo della produzione rispetto alle previsioni iniziali. COCOBOD ha inoltre affermato di voler completare la distribuzione pianificata di fungicidi prima del periodo di raccolta principale, al fine di minimizzare le perdite di resa.

  • La crescita della domanda di cacao minaccia le foreste

    La crescita della domanda di cacao minaccia le foreste

    Il consumo di cioccolato è in costante aumento a livello globale, ma questa espansione ha un costo elevato per l’ambiente e le comunità produttrici. In nazioni come la Costa d’Avorio e il Ghana, che producono quasi il 60% del cacao mondiale, la povertà estrema spinge i coltivatori a disboscare nuove aree fertili. Di conseguenza, le foreste ivoriane, un tempo estese, sono ora ridotte a meno del 10% del territorio.

    Questa incessante ricerca di produttività ha un impatto ambientale significativo. La deforestazione contribuisce per circa il 20% alle emissioni di gas serra a livello globale, percentuale che sale a quasi il 25% nell’Africa occidentale. Le piantagioni di cacao in monocoltura sono vulnerabili a malattie e stress climatici, che negli ultimi anni hanno già causato gravi cali di produzione, come il marciume bruno.

    La riduzione dell’offerta ha portato a una vertiginosa impennata dei prezzi del cacao, che tra gennaio 2023 e gennaio 2025 sono aumentati del 365%, raggiungendo un picco storico di 12.000 dollari per tonnellata. Questo incremento si è riversato sui consumatori, con un aumento medio del 14% nel prezzo dei cioccolatini pasquali a marzo 2025.

    Oltre al degrado ambientale, le piantagioni di cacao nascondono una grave crisi umanitaria. Molti coltivatori guadagnano meno di un dollaro al giorno, costringendo le famiglie a ricorrere al lavoro minorile: si stima che oltre 800.000 bambini siano impiegati in queste coltivazioni. Nonostante i recenti aumenti di prezzo abbiano offerto un modesto sollievo, non sono sufficienti a eradicare la povertà e il lavoro minorile.

    Di fronte a queste sfide, è fondamentale ripensare il consumo di cioccolato. È importante sapere che il cioccolato fondente, nonostante la percezione di “purezza”, ha in realtà un’impronta di carbonio maggiore rispetto al cioccolato al latte o bianco a causa del suo più elevato contenuto di cacao. Sebbene le certificazioni possano essere un passo, è necessario valutarne l’affidabilità, dato che il cacao biologico, pur benefico per la biodiversità, può portare a rese inferiori e a potenziale deforestazione.

    Accanto alle scelte individuali, stanno prendendo forma iniziative politiche. Nel 2024, l’Unione Europea ha adottato nuovi regolamenti, come l’EUDR e la CS3D, che mirano a obbligare le grandi aziende a prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali lungo le loro catene di approvvigionamento. Tuttavia, queste misure sono state parzialmente indebolite, sollevando preoccupazioni tra le organizzazioni non governative.

    Per un cioccolato più etico e sostenibile come consumatori bisogna scegliere in modo più consapevole, prestando attenzione all’origine e alle certificazioni. Ma cambiamento deve avvenire anche a livello di politiche pubbliche e grandi aziende, migliorando le condizioni di vita dei produttori e preservando le foreste.

  • Previsioni in contrazione per la produzione di cacao africano

    Previsioni in contrazione per la produzione di cacao africano

    L’Africa occidentale, cuore della produzione mondiale di cacao con circa il 70% dell’offerta globale, si prepara a una stagione 2025/26 potenzialmente difficile. Le stime più recenti indicano che la produzione di cacao nella regione potrebbe subire un calo significativo, fino al 10%, a causa di una combinazione di fattori climatici avversi e sfide strutturali che stanno compromettendo la salute delle piantagioni.

    Le nazioni maggiormente colpite sono la Costa d’Avorio e il Ghana, i due giganti del cacao. Entrambi i paesi stanno affrontando piogge eccessive e irregolari, che non solo interrompono le fasi cruciali del raccolto, ma favoriscono anche la diffusione di malattie fungine come il “marciume bruno” (black pod) e il virus del “swollen shoot”, che devasta gli alberi di cacao. A peggiorare la situazione si aggiunge una minore disponibilità di fertilizzanti e un accesso limitato ai finanziamenti per gli agricoltori, elementi che minano ulteriormente la resilienza delle coltivazioni.

    Il previsto calo complessivo del 10% nella produzione dell’Africa occidentale potrebbe avere un impatto notevole sui prezzi globali del cacao, che sono già a livelli record, avendo registrato aumenti di oltre il 150% quest’anno. Il mercato rimane estremamente sensibile alle notizie provenienti dalla regione, e una riduzione dell’offerta da una fonte così cruciale potrebbe causare ulteriori rincari e aggravare i problemi di reperibilità della materia prima per l’industria alimentare.

    L’incertezza cresce anche tra gli agricoltori locali che, nonostante i prezzi elevati, faticano ad aumentare la produzione a causa di persistenti vincoli logistici, finanziari e climatici. La Costa d’Avorio ha già limitato le vendite anticipate di cacao per la stagione 2025/26 a 1,3 milioni di tonnellate (rispetto ai 1,7 milioni di tonnellate abituali), per ridurre il rischio di inadempienze in caso di raccolti inferiori.

  • Barry Callebaut: calano le vendite ma i ricavi volano grazie al prezzo del cacao

    Barry Callebaut: calano le vendite ma i ricavi volano grazie al prezzo del cacao

    Il mercato del cioccolato affronta sfide: il leader mondiale Barry Callebaut rivede le previsioni al ribasso

    Il principale produttore mondiale di cioccolato di alta qualità, Barry Callebaut, ha registrato un significativo calo del volume delle vendite, toccando 1,6 milioni di tonnellate nei primi nove mesi dell’anno fiscale 2024/25, con una diminuzione del 6,3% rispetto all’anno precedente. Questo dato supera la diminuzione media del 5,1% prevista dagli analisti, portando l’azienda a rivedere al ribasso le sue previsioni per la terza volta dall’inizio dell’anno.

    Nonostante il calo nei volumi, il fatturato di Barry Callebaut ha registrato una forte impennata, raggiungendo i 10,9 miliardi di franchi svizzeri (circa 10 miliardi di euro), con un incremento del 50%. Questo aumento è principalmente attribuibile al significativo incremento dei prezzi del cacao, i cui costi sono stati trasferiti ai clienti grazie al modello di prezzi “cost-plus” adottato dall’azienda per gran parte del suo business.

    Il settore del cioccolato globale ha visto una diminuzione del volume delle vendite del 5,1%, in un mercato complessivo già in declino, che secondo Nielsen ha registrato il suo calo più marcato nell’ultimo decennio nel terzo trimestre (-4,2%).

    Anche il settore gourmet ha subito una contrazione dei volumi (-1,7%), sebbene si sia dimostrato più resiliente grazie a una forte crescita in aree come l’America Latina (+8,3%) e alcune regioni di Asia Pacifica, Medio Oriente e Africa (AMEA), trainate da soluzioni innovative e dalla crescita in India, Medio Oriente e Indonesia. Tuttavia, la performance negativa in Cina e nel Pacifico meridionale ha parzialmente compensato questi risultati.

    Le regioni europee hanno registrato cali significativi: Europa Centrale e Orientale (-5,5%) a causa di un ambiente difficile per i clienti, in particolare in Turchia, ed Europa Occidentale (-6,8%) influenzata dall’adattamento dei clienti ai prezzi elevati e volatili del cacao. Il Nord America ha riportato una diminuzione dei volumi del 5,8%, con un calo del 12,3% nel terzo trimestre, a causa di una domanda difficile, problematiche legate a un impianto in Messico e incertezze tariffarie.

    Il settore Global Cocoa ha registrato un calo ancora più marcato, con una diminuzione del volume delle vendite dell’11,3% (-22,6% nel terzo trimestre). Questo è dovuto principalmente all’impatto della domanda di mercato e agli aumenti dei prezzi dei semi di cacao, soprattutto in AMEA, CEE e America Latina, oltre alla priorità data a segmenti ad alto ritorno in un contesto di vincoli di fornitura.

    I prezzi dei semi di cacao hanno continuato a salire significativamente nei primi nove mesi dell’anno fiscale, spinti da vari fattori. I prezzi sono passati da circa 5.332 GBP a un picco di 9.425 GBP, chiudendo il periodo a 6.453 GBP per tonnellata al 31 maggio 2025. In media, i prezzi dei semi di cacao sono aumentati del 43% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene i primi mesi della raccolta 2024/25 in Africa occidentale e in altre origini non africane abbiano mostrato buoni arrivi, le condizioni meteorologiche avverse nella parte finale del periodo hanno influenzato la raccolta di metà stagione.

  • Il mercato del cacao in ribasso: la debolezza della domanda globale preoccupa gli operatori

    Il mercato del cacao in ribasso: la debolezza della domanda globale preoccupa gli operatori

    I prezzi del cacao hanno registrato un deciso calo martedì, con i contratti futures che hanno perso valore sia a New York che a Londra. Le quotazioni del cacao ICE NY di settembre sono scese del 4,86%, mentre quelle del cacao ICE London n. 7 di settembre hanno segnato un -2,85%.

    La flessione è stata innescata principalmente dalle crescenti preoccupazioni relative alla domanda globale, accentuate dai recenti dati provenienti dalla Malesia. Le autorità locali e le associazioni dei produttori di cacao hanno infatti riportato un significativo calo del 22% nella lavorazione delle fave di cacao nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente. Questo dato ha alimentato le attese per i prossimi rapporti trimestrali sulla macinazione del cacao, che sono visti con apprensione dopo le deboli performance registrate nel primo trimestre.

    Nel primo trimestre, la lavorazione del cacao ha mostrato una contrazione in diverse aree chiave: in Nord America è diminuita del 2,5%, in Europa del 3,7% e in Asia del 3,4% su base annua. Questi dati suggeriscono una tendenza alla riduzione della domanda da parte dei trasformatori, che si riflette direttamente sui prezzi della materia prima.

    A contribuire al calo dei prezzi sono state anche le segnalazioni di condizioni meteorologiche favorevoli nelle principali regioni produttrici, come la Costa d’Avorio e il Ghana, sebbene la situazione appaia meno rosea in Nigeria e Camerun.

    Recenti dati governativi hanno mostrato che la Costa d’Avorio, leader mondiale nella produzione di cacao, ha spedito 1,73 milioni di tonnellate di cacao ai porti tra il 1° ottobre e il 13 luglio. Sebbene si tratti di un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente, il ritmo di crescita ha rallentato significativamente rispetto al +35% registrato a dicembre, indicando un possibile rallentamento delle esportazioni.

  • Madagascar, boom del cacao: esportazioni record e superamento della vaniglia

    Madagascar, boom del cacao: esportazioni record e superamento della vaniglia

    Il Madagascar ha vissuto un 2024 eccezionale per la sua produzione di cacao, con esportazioni che hanno raggiunto le 15.000 tonnellate, in netto aumento rispetto alle 12.000 tonnellate del 2023. Questo successo si inserisce in un contesto di prezzi delle fave di cacao ai massimi storici sul mercato mondiale, proiettando il settore come potenziale principale fonte di esportazione del Paese in termini di valore, superando persino la vaniglia, tradizionalmente il prodotto di punta.

    Nonostante la produzione malgascia rappresenti meno dell’1% del mercato globale, la performance del 2024 è stata notevole sia in termini di quantità che di valore. Questo risultato è il frutto di una profonda ristrutturazione del settore iniziata oltre dieci anni fa, che ha beneficiato non solo gli esportatori e il governo, ma anche i piccoli produttori locali.

    Philippe Fontayne, Vicepresidente del Consiglio Nazionale del Cacao, ha commentato entusiasticamente la situazione: “Con le sue 15.000 tonnellate e gli attuali prezzi all’esportazione, questo è un anno eccezionale. In termini di valore, il settore del cacao supera i 100 milioni di dollari, una somma che va a diretto beneficio degli agricoltori. Ciò equivale a circa 9 dollari al giorno per i nostri 30.000 produttori, il che migliora significativamente il loro tenore di vita”.

    L’impennata dei prezzi di acquisto e dei volumi di esportazione è stata ulteriormente favorita da un contesto globale propizio. Il Madagascar ha consolidato il suo status di produttore di “Cacao Fine”, un marchio esclusivo a livello africano, completamente rinnovato nel 2023. Questo riconoscimento garantisce all’isola un premio sul mercato internazionale, permettendo di vendere le proprie esportazioni a prezzi superiori alla media. “Questo volume e questo prezzo internazionale significano che oggi stiamo effettivamente beneficiando di questa situazione internazionale”, ha aggiunto Fontayne.

    A contribuire al successo del Madagascar è stato anche il crollo della produzione nei due maggiori produttori mondiali, Costa d’Avorio e Ghana, nel 2024. Il cambiamento climatico e le condizioni meteorologiche estreme hanno avuto un impatto devastante sulle piantagioni in Costa d’Avorio, mentre in Ghana piogge eccezionali hanno compromesso la qualità dei raccolti, minacciando la stabilità della produzione nazionale. Queste difficoltà dei giganti del cacao hanno creato un’opportunità unica per l’isola dell’Oceano Indiano.